La politica del dopo Silvio - QdS

La politica del dopo Silvio

Antonino Lo Re

La politica del dopo Silvio

Redazione  |
lunedì 02 Ottobre 2023

Il suo fantasma ha aleggiato per tre giorni su Pestum, come gli amanti di Pompei immortali nella loro postura pietrificata dalla lava

Il suo fantasma ha aleggiato per tre giorni su Pestum, come gli amanti di Pompei immortali nella loro postura pietrificata dalla lava. Certo quando c’era Silvio era un’altra cosa, più emozioni, più battute fulminanti, più narrazione.

Oggi è tutto in Si minore, nessuna enfasi, nessun sussulto, nemmeno una eiaculazione politica precoce. La convention di Forza Italia, il primo quasi vero congresso si terrà a febbraio, prima quando c’era Lui non era necessario, dei moderati italiani del PPE si è conclusa. Tajani, il soldato Ryan di FI, paracadutato dietro le linee europee, è stato acclamato prossimo segretario del partito di Silvio.

Il tesseramento ci dirà su quali equilibri territoriali, e personali, si strutturerà il partito nel dopo Silvio. Sarà Schifani ad avere più deleghe per imporre il suo ruolo di vicesegretario vicario? Gli altri territori si alleeranno con lui o ci sarà una corsa ad escludendum? Si vedrà. Intanto la delegazione siciliana è salita compatta come ai tempi di un altro partito moderato, l’UDC. Venti anni fa, quando i siciliani andavano compatti, a Fiuggi o Chianciano, intorno a Cuffaro o Romano si capiva dove andava il vento dei moderati. Ed i numeri dell’UDC di Casini erano prossimi a quelli dell’attuale Forza Italia, anche se Tajani dice di puntare al 20 per cento. Non è che Cuffaro sia distante da queste lande. Si vedrà quali liste saranno messe in campo per le europee per capirlo. Nemmeno Renzi è da escludere che sia della partita nel Listone moderato. D’altra parte ha chiamato il simbolo dell’europee il Centro, qualcosa vorrà dire. Tutte le smentite sanno di tattico. Poi i numeri più o meno impietosi dei sondaggi di Natale ci diranno chi sta con chi e come.

Schifani torna a casa con un partito siciliano compatto dietro di lui, e con forse nuovi arrivi in soccorso per il voto europeo, se non per le deleghe congressuali. In passato spesso i capi corrente di partiti diversi si scambiavano favori nelle conte congressuali, con tessere fondamentalmente transeunti, anzi transumanti come dice il compagno della Premier.

Per ora l’attenzione del palazzo è tutta su questi temi, i cambiamenti climatici in agricoltura, la crisi dell’edilizia, la dispersione scolastica, la violenza di genere o il bullismo giovanile sono temi per i comunicati stampa, ma non per politiche attive. Tutto questo farà pensare che la partecipazione dei cittadini alle votazioni Europee sarà in Sicilia molto bassa. Un gioco per alcuni patiti quasi patologici.

Così è se vi pare.

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