"Noi continuiamo a fare l'unica cosa che possiamo fare: salvare le persone", dice il sindaco Filippo Mannino
“Sono passati 10 anni dalla strage del 3 ottobre, ma da più di 30 quest’isola continua a dare lezioni di umanità all’Italia, all’Europa e al mondo intero, mentre le Istituzioni continuano a guardarci senza che accada nulla, senza che si intervenga con una vera politica migratoria”. A dirlo è il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, nel decennale della strage in cui persero la vita 368 persone, morte annegate nel naufragio del barcone su cui viaggiavano a poche miglia dalle coste dell’isola.
Il sindaco: “Continuiamo a fare l’unica cosa che possiamo fare: salvare le persone”
“Noi continuiamo a fare l’unica cosa che possiamo fare: salvare le persone – aggiunge -. Anche quando veniamo criticati perché l’hotspot sovraffollato, perché dentro ci sono tantissime persone ma sono vive. Questo vogliamo fare: accogliere persone vive”.
Ancora sbarchi, arrivati altri 31
Altri due sbarchi a Lampedusa nel decimo anniversario della strage che il 3 ottobre del 2013 costò la vita a 368 persone. Dopo i 40 migranti approdati direttamente a Cala Galera e fermati a terra dai militari della Guardia di finanza poco dopo la mezzanotte, un barchino di circa 6 metri con a bordo 12 tunisini, tra cui 2 donne, è stato intercettato dalla motovedetta Cp319 della Guardia costiera. Ai soccorritori hanno detto di essere partiti ieri da Sfax e di aver pagato per il viaggio 3mila dinari tunisini.
Arrivano da Eritrea ed Egitto
Altri 10, invece, sono stati rintracciati dagli uomini della Guardia di finanza. Arrivano da Egitto ed Eritrea e il barchino in vetroresina con cui hanno affrontato la traversata sarebbe partito da Sabrata in Libia. Per tutti dopo un primo triage sanitario al molo Favaloro è stato disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola.