Lampedusa, nell'isola simbolo dell'accoglienza un week end di speranza per la rinascita del turismo - QdS

Lampedusa, nell’isola simbolo dell’accoglienza un week end di speranza per la rinascita del turismo

Giuseppe Lazzaro Danzuso

Lampedusa, nell’isola simbolo dell’accoglienza un week end di speranza per la rinascita del turismo

lunedì 06 Luglio 2020

Intervista a tutto campo con il sindaco Totò Martello, felice per gli aerei atterrati ieri e sabato che hanno portato i primi turisti in albergo. Dalla seconda metà di luglio più della metà dei posti letto prenotati, ma poiché la stagione comincia ad aprile, gli imprenditori sono in gravi difficoltà. L'apprezzamento per il governatore Musumeci per l'idea delle navi-quarantena e la dichiarazione dello stato di emergenza per il Comune più meridionale d'Italia. E il dito puntato contro l'Europa: "deve discutere, oltre che di Recovery Plan, anche di migranti, affrontando finalmente il problema con serietà"

“Questo per noi è stato il week end della speranza: i primi aerei atterrati, i primi turisti in albergo… Sciascia diceva che la Sicilia è la metafora dell’Italia, e, dopo il coronavirus, Lampedusa è forse a sua volta metafora di una Sicilia con una grande voglia di riscatto”.

Totò Martello, sindaco dell’Isola dell’Agrigentino, il luogo italiano con il maggior numero di sbarchi di migranti, è il portavoce di una comunità di poco più di seimila persone, estremamente provata dalle restrizioni dell’emergenza covid-19, ma estremamente tenace, orgogliosa e generosa, che da decenni ormai rappresenta l’avamposto dell’Europa nel Mediterraneo.

Senza riceverne il giusto riconoscimento.

Migranti, “l’Ue si volta dall’altra parte”

“L’Europa – denuncia Martello – continua a voltarsi dall’altra parte rispetto a un fenomeno che, com’era prevedibile, non accenna a esaurirsi: fame e guerre in Africa, la polveriera libica con i campi profughi indicati da alcune ong come focolai di contagio, adesso la situazione in Tunisia. Bisogna dire chiaramente che non si può ridurre l’Europa a un mero sodalizio economico: dev’essere un’unione sociale. E per questo deve prendersi la responsabilità di governare le migrazioni affrontandole in tutta la loro complessità”.

“Non è – spiega – un problema di scontro tra i sovranisti e chi riconosce che esiste un problema umanitario, è un problema di solidarietà interna all’Ue: così come Lampedusa non viene abbandonata dal Governo italiano, l’Europa può lavarsene le mani lasciando che l’Italia, per sua natura un enorme molo proteso nel Mediterraneo, se la sbrighi da sola”.

“Discutano di flussi, non solo di Recovery plan”

“Finora – conclude – c’è stata l’emergenza covid-19, ma con il nuovo semestre a presidenza tedesca l’Europa deve discutere, oltre che di Recovery Plan, anche dei flussi dei migranti, affrontando finalmente il problema con serietà. I porti chiusi, e l’ho detto in tempi non sospetti, sono stati solo propaganda in un Paese con quasi quattromila chilometri di coste. L’Ue, dunque, deve affrontare il fenomeno confrontandosi innanzitutto con gli Stati africani che si affacciano sul Mediterraneo. E chi dice ‘aiutiamoli a casa loro’ si comporti di conseguenza invece di utilizzare questo slogan soltanto per scrollarsi di dosso il problema”.

Intanto la grande sfida di Lampedusa e Linosa, che vivono di turismo, è quella di far sopravvivere la propria economia agli effetti dell’emergenza coronavirus.

“Ci sentiamo come ai tempi di Ferdinando” sbotta il Sindaco.

Quando a Lampedusa vivevano cinghiali e cervi

Si riferisce a Ferdinando II, re delle due Sicilie, il quale, nel 1839 riacquistò Lampedusa dai Tomasi e quattro anni dopo inviò come governatore Bernardo Sanvisente alla guida di un gruppo di coloni: novanta uomini e trenta donne, ospitati nei “setti palazzi” sorti di fronte al porto. Il gruppo fu incaricato di “bonificare” i fitti boschi di macchia mediterranea dell’Isola in cui viveva una ricchissima fauna composta da conigli, volpi, cinghiali, tartarughe, capre selvatiche e persino piccoli cervi. Poi però Ferdinando, più interessato al denaro che alla salvaguardia dell’ambiente, autorizzò il taglio dei boschi per produrre carbone vegetale e l’aspetto morfologico dell’Isola divenne l’attuale.

Sul fronte del turismo, comunque, c’è già qualche segnale confortante: dalla seconda metà di agosto più della metà dei posti letto negli alberghi è prenotata.

Dimezzati gli introiti delle imprese turistiche

“Ma qui – spiega il Sindaco -, il centro abitato più meridionale d’Italia, con un clima estremamente mite, la stagione comincia ad aprile. Così gli imprenditori del turismo hanno già visto dimezzati i loro introiti”.

Anche per questo Martello, così come gli imprenditori del turismo e della pesca, ha accolto con grande favore lo Stato di calamità per Lampedusa e Linosa dichiarato alla fine di giugno dalla Giunta Musumeci. E il Governatore, in una teleconferenza con il ministro dell’Economia Gualtieri, aveva parlato delle difficoltà di Lampedusa e “della sua eroica e generosa comunità” da decenni impegnata nell’accoglienza.

L’apprezzamento per il governatore Musumeci

Il covid-19, aveva ricordato il Presidente della Regione, era stato causa del “collasso dell’intero tessuto produttivo locale, generando una crisi sociale ed economica che necessita di misure straordinarie”.

“Da tempo – sottolinea Martello – parlo delle disastrose conseguenze di natura economica provocate dall’emergenza covid-19 e il fatto che la Giunta regionale abbia anche chiesto alla Presidenza del Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato d’emergenza rappresenta un altro passo fondamentale per far fronte allo stato disastroso delle nostre aziende. Pensiamo alla possibilità di attivare misure specifiche come la fiscalità di vantaggio. E poi ci sono, inevitabilmente, da mettere a punto anche le dinamiche connesse all’accoglienza dei migranti: abbiamo il problema di evitare che lo stillicidio di sbarchi autonomi influisca sulle scelte dei visitatori, portandoli a escluderci”.

“Non credo proprio – spiega il Sindaco – che si possa pensare che i migranti diffondano il contagio: il sistema di filtri messo a punto rende remotissima questa eventualità. Personalmente ho molto apprezzato l’idea portata avanti dal presidente Musumeci delle navi-quarantena. Ma quel che apprezzo ancor di più sono i protocolli che – in nave o comunque in luoghi circoscritti, attrezzati e in cui opera personale specializzato -, evitano che eventuali positivi possano spargere il contagio”.

“Abbiamo chilometri di spiagge, facile il distanziamento”

Tornando al turismo, Martello non vuole commentare lo spot con cui i Comuni della Locride, in Calabria, per promuovere la Riviera dei Gelsomini, hanno puntato sullo slogan “Fate qui le vacanze, al Nord ci si ammala”, mostrando, con una scioccante “pubblicità comparativa” le spiagge del nord zeppe di persone.

“Le regole sul distanziamento – ha sottolineato Martello – sono ovviamente più semplici da far rispettare in un luogo come Lampedusa, ricco di grandissime spiagge che rappresentano gran parte dei venti chilometri quadrati dell’isola. Io sono innamorato delle mie isole, Lampedusa e Linosa. Sono un autentico paradiso, tra l’arenile dei conigli, le Cale Creta, Croce, Gutgia Maluk, Pulcino e Uccello, le spiagge La Tabaccara e Sciatu persu”.

I temi di “Terraferma” e “Fuocoammare”

Con la deriva razzista che percorre l’Italia in questo periodo, torna in mente un film di Emanuele Crialese, vincitore nel 2011 a Venezia del Leone d’argento, il Gran premio della giuria.

“Terraferma” si intitolava, era girato a Linosa e aveva un finale amarissimo: i turisti abbandonavano l’Isola dopo che, sulla spiaggia, venivano pietosamente adagiati i corpi di migranti annegati nel viaggio verso il sogno europeo.

“Lo ricordo bene, quel film – afferma Martello -, così come ricordo ‘Fuocoammare’, documentario su Lampedusa e i migranti che cinque anni dopo ‘Terraferma’ vinse l’Orso d’oro per il miglior film al Festival di Berlino. In quelle storie c’è tutto l’orgoglio della nostra gente e il suo rispetto profondo per la legge del mare. Il rispetto profondo per la vita, per l’essere umano. Ma anche per la Natura. Ai turisti che verranno qui voglio consigliare di visitare tutte le nostre spiagge, dove nidificano le Caretta Caretta, un’altra delle nostre inestimabili ricchezze”.

Da Martello un invito irresistibile

“Tutto questo – conclude Totò Martello, lanciando a tutti un invito irresistibile – offriamo ai visitatori. Insieme con il sole, il mare, il pesce freschissimo cucinato come soltanto noi sappiamo fare e tutte le specialità dell’enogastronomia siciliana. Ma l’asso nella manica degli isolani è la loro proverbiale accoglienza, il calore umano che tutti ci riconoscono e che fa di un viaggio a Lampedusa una vacanza indimenticabile”.

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