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Le transizioni pericolose

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Le transizioni pericolose

Giovanni Pizzo  |
domenica 15 Gennaio 2023

Non è colpa di nessuno. È colpa del caos della Transizione, delle caselle di posta elettronica che non sono ancora a puntino. Non è colpa mia lo giuro direbbe John Belushi

In principio erano le Relazioni, soprattutto in Sicilia, ad essere pericolose, lo scrisse magistralmente de Laclos. Oggi lo è anche la Transizione. Qualunque passaggio  di consegne è difficoltoso, si passa da un governo all’altro, bisogna avere prontezza a prendersi in mano le carte di governo, leggere attentamente e scrivere puntualmente.

Stiamo parlando del governo Schifani e del caos in cui sembra, diciamo sembra, precipitata la maggioranza alla Regione Siciliana.

Le strutture amministrative sono precarie, e svuotate di persone, quelle che arrivano non è detto che abbiano la competenza immediata per comprendere i dossier sul tavolo, che inevitabilmente si accumulano per un lungo tempo pre elettorale.

L’onorevole Messina dalla chioma fluente, precedentemente assessore al ramo amato dai Fratelli Turisti, ha sottilmente insinuato una facile verità da accertare, la cui pericolosità è ancora più giurisdizionale che politica.

Chi c’era al controllo politico delle carte quando venne determinato il finanziamento dello scandalo Cannes?

Lui perfidamente sostiene che ci fosse proprio il Presidente Schifani, che ha inviato un atto ispettivo dell’Avvocatura sul procedimento.

Questo per effetto della lunga transizione precedente alla formazione del governo regionale, avviato con notevoli difficoltà.

In effetti si può costituire un capro espiatorio, esclusivamente politico.

Non è colpa di nessuno, né del soldato Ryan della brigata aviotrasportata del turismo Scarpinato, né del “mannaggiachimelohafattofare” Presidente Schifani. È colpa del caos della Transizione, delle caselle di posta elettronica che non sono ancora a puntino, sperando che non ci siano delle PEC da notifica legale, dei funzionari che non hanno la poltroncina ergonomica, del fatto che senza i documenti finanziari approvati non ci si può dotare di validissimi esterni che possano collaborare, del caldo torrido che invita tutti a Mondello, non è colpa mia lo giuro direbbe John Belushi.

C’è solo un piccolo problema. Che del caos, per ora, si stanno occupando tre procure, e ancora non è arrivata l’Olaf, e la legge non ammette ignoranza, dice il motto, e nemmeno la scusa transizione, che potrebbe andar bene per la politica. Inoltre c’è l’opinione pubblica che dopo lo scandalo a sinistra sui valigioni del Qatar, potrebbe rivoltare il pendolo a destra sui soldi facili fotografici di Awemu Moja, che sa molto di siciliano come pseudonimo.

La verità è che uno non si aspetta, in questo caso Schifani, polpette avvelenate dal suo schieramento politico. Forse avrebbe fatto più attenzione se le carte fossero arrivate da un governo di segno opposto.

Governare non è solo una responsabilità, ma un’arte, bisogna esserci avvezzi con esperienze comprovate, e bisogna prima del voto dotarsi di una squadra pronta a scendere in campo a tamburo battente, perché lo show must go on, non si ferma, e non perdona transizione. Perché poi arriva la giurisdizione.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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