Le Vie dei Tesori è riuscito a mettere insieme un patrimonio di oltre 120 mila presenze in quasi due mesi di festival in quindici tra città e borghi
Nell’anno
del Covid, delle restrizioni, delle presenze contingentate, della ricerca di
luoghi sicuri, la Sicilia ha dimostrato di avere comunque fame di cultura, di
bellezza e di condivisione. Le Vie dei Tesori è riuscito a mettere
insieme un patrimonio – oggi ancora più prezioso – di oltre 120 mila
presenze in quasi due mesi di festival (da metà settembre ai primi di
novembre), in quindici tra città e borghi, con un indice di gradimento del
91 per cento e una ricaduta sul territorio di oltre 2 milioni e 330 mila
euro.
Un
risultato ben lontano dalle oltre 404 mila presenze del 2019, ma non per questo
meno significativo considerato che i luoghi sono stati inferiori nel numero, a
ingressi contingentati per ragioni di sicurezza sanitaria e che i giorni della
manifestazione sono inferiori allo scorso anno.
In
ogni caso, al numero dei fruitori, vanno aggiunti quelli relativi al web. E
anche qui i risultati sono importanti, visto che tra portale e magazine, si
registrano quasi 570 mila visite con 270 mila utenti unici e quasi cinque
milioni e mezzo di pagine viste. La maggior parte dei contatti è
ovviamente italiana, ma parecchi arrivano da Stati Uniti, Francia, Australia,
Gran Bretagna, Canada e dai paesi dell’Est.
E
negli stessi giorni in cui gran parte della cultura è volata in streaming, ecco
che il progetto L’Isola dei Tesori (a ridosso di Natale, visite
guidate alla scoperta di sette borghi siciliani, Sambuca, Piana degli Albanesi,
Sutera, Sperlinga, Licodia Eubea, Portopalo di Capo Passero, Monterosso Almo)
ha ottenuto300 mila visualizzazioni tra Facebook e Instagram.
“è stata un’edizione di resistenza in
cui abbiamo dovuto reinventare le modalità di fruizione del Festival per
adattarlo alla situazione sanitaria – dice il presidente delle Vie dei
Tesori, Laura Anello–, ma siamo felici di avercela fatta, consentendo
le visite in sicurezza. Di fronte alle mille difficoltà siamo andati avanti,
convinti che i tesori delle città siano un patrimonio condiviso; e che, ancor
più nei momenti di crisi, è da qui che bisogna ripartire come luoghi di
riconoscimento della comunità, di tenuta sociale, di rinascita collettiva. Devo
ringraziare come non mai tutto lo staff, ogni singolo collaboratore impegnato
nei siti, e i visitatori che hanno dimostrato grande senso di responsabilità”.
“Il numero di partecipanti a Le Vie dei Tesori non
sorprende affatto perché senza presunzione ritengo che si tratti di una delle
manifestazioni di promozione culturale e turistica realizzate meglio in Sicilia
negli ultimi anni – dice l’assessore
regionale al Turismo Manlio Messina -. La straordinaria
capacità di costante sperimentazione e continua riscoperta di luoghi meravigliosi
e dimenticati, la rende unica nel suo genere; e non stupiscono le oltre 300
mila visualizzazioni registrate dai video, altra magnifica opportunità di
visita dei nostri borghi, sfruttando nuove strategie di comunicazione. E’
questo il sentiero che dobbiamo battere se vogliamo che la Sicilia diventi
sempre più meta del grande turismo internazionale. Come governo Musumeci
abbiamo sempre creduto e sostenuto una manifestazione che è un fiore
all’occhiello della Regione Siciliana, diventata un modello esemplare di
promozione turistica del nostro territorio”.
Eccoli
i quindici “cavalieri” dell’edizione 2020: Palermo è stata la città più
visitata, con 66.672 presenze. Segue Catania alla sua terza
partecipazione con 13.286 visitatori. La sorpresa sul podio è il bronzo
di Bagheria, un debutto da record con le sue 6020 presenze. Ma
anche Scicli è una scoperta perché con le sue 5820 presenze
supera il capoluogo Ragusa (5546). Segue il drappello delle
trapanesi che insieme superano le 11 mila presenze in totale: Trapani
riesce sempre a ottenere un ottimo risultato (era stato l’exploit 2019) e
chiude a 5300 presenze, distaccata da Marsala con 2925 e
con la debuttante Mazara del Vallo, che la tallona con 2850.
Messina è salda sui suoi 2700 visitatori, seguono Sciacca (2316),
Caltanissetta (1983), poi la terza debuttante, Monreale (1794),
il borgo di Sambuca (1641), Noto (1386, ma ha scontato
la mancanza di stranieri). Chiude la piccola Naro (540) che ha
però aperto le porte un solo weekend.
LA
RICADUTA DI RICCHEZZA COMUNE PER COMUNE
La ricaduta è stata interessante ovunque, grandi città e piccoli borghi.
Subito dopo Palermo, seguono distaccate Catania con oltre 250 mila euro
e Bagheria che supera i 116 mila euro. Scicli batte Ragusa anche in
termini di ricchezza sul territorio: i suoi 112.548 euro superano il capoluogo
con 107 mila euro. Sul Trapanese si è avuta una ricaduta complessiva che supera
i 210 mila euro: la fetta più ampia è su Trapani dove il festival ha
generato una ricchezza di 102.492 euro, segue Marsala con oltre 55.560
euro e la debuttante Mazara quasi alla pari con 55.113 euro. La ricaduta su
Messina è stata di 52.213 euro; seguono Sciacca con 44.780 euro e di poco
distaccata Caltanissetta con 38.350 euro. A Monreale la ricaduta sul territorio
è stata di 34.692 euro. Anche nel borgo di Sambuca (che è stata con Palermo la
città che ha attirato percentualmente più turismo di prossimità): è
stata generata ricchezza: 31.734 euro. Noto quest’anno ha penato per la
mancanza del turismo internazionale (ma 27mila euro sono rimasti sul
territorio). Infine Naro che in un solo weekend ha ricavato 10.442 euro.