Libri, "Nella terra di Iside" pensando alla Sicilia - QdS

Libri, “Nella terra di Iside” pensando alla Sicilia

Pietro Crisafulli

Libri, “Nella terra di Iside” pensando alla Sicilia

sabato 29 Febbraio 2020

Ricco di sorprese, soprattutto per i catanesi, il volume di Dora Marchese dedicato all'Egitto. Sant'Agata e Iside, l'obelisco della fontana dell'Elefante, e soprattutto "Oriente" del viaggiatore etneo ottocentesco Natale Condorelli

“Nella terra di Iside. L’Egitto nell’immaginario letterario italiano” (Carocci, 194 pagine, 20 euro) della ricercatrice, docente e saggista Dora Marchese, è un libro ricco di sorprese, soprattutto per i catanesi.

Il volume, presentato ieri nel refettorio piccolo delle Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero, narra un’esotica avventura umana e letteraria che parte dalla spedizione napoleonica in Egitto, passando dalla realizzazione del Canale di Suez e dall’Aida di Giuseppe Verdi, dalle Battaglie di Dogali e Adua, per giungere al periodo delle politiche giolittiane e fasciste e alla Radio Cairo con cui Fausta Cialente informava gli italiani durante la seconda guerra mondiale.

Dopo i saluti di Rita Carbonaro, direttrice delle Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero, a parlare del volume sono stati Giacomo Cavillier, egittologo e direttore della missione italiana a Luxor, e Dario Stazzone, presidente del comitato di Catania della Società Dante Alighieri.

E’ stato sottolineato come, tra Otto e Novecento Il Cairo e Alessandria siano stati un grande palcoscenico per gli italiani, viaggiatori, esuli, emigrati, avventurieri, scienziati, portatori di ideali risorgimentali, anarchici
convenuti intorno alla “Baracca rossa” di Enrico Pea. Straordinarie esperienze raccontate in poesie, romanzi, testi teatrali da D’annunzio, Marinetti, Ungaretti, Rafanelli. “L’Egitto antico e moderno” di Regaldi e “Le figlie dei faraoni” di Emilio Salgari conquistarono l’Italia, le “Memorie sull’Egitto” di Nizzoli, che per prima descrive gli harem, si affiancano a quelle di visitatrici ed esploratrici.

In quegli anni, in Sicilia, Emanuele Ciaceri scoprì che il culto di Sant’Agata patrona di Catania – ricordato da Giovanni Verga – è modellato su quello di Iside, e un viaggiatore etneo, Natale Condorelli, immaginò l’Egitto naturale sponda culturale ed economica dell’isola, crocevia del Mediterraneo.

“Il libro di Dora Marchese – ha detto Cavillier – si segnala per la sua completezza e perché colma una lacuna: permette di avere una visione molto più allargata sull’Egitto parlando di tutti quei viaggiatori, letterati e appassionati, che non hanno svolto studi archeologici nella terra d’Egitto, ma ne hanno comunque valorizzato le bellezze e le peculiarità. Il libro rappresenta dunque una fonte di indubbio valore anche per ampliare quelle che erano le visioni dei viaggiatori dell’Ottocento e del Novecento. E che per gli egittologi sono sempre forieri di dati interessanti”.

“Il rapporto tra Catania e l’Egitto – ha spiegato Stazzone – è sempre stato particolarmente intenso. Sia perché erano presenti in città reperti egizi o egittizzanti di particolare significato, per esempio l’obelisco montato da Vaccarini sulla Fontana dell’Elefante, sia perché la grande storia antiquaria cittadina ed Europea, con il principe di Biscari ad esempio, si è rivolta precocemente proprio all’Egitto. Reperti egiziani o egittizzanti erano presenti nel Museum Biscarianum. In qualche modo anche l’ambiente culturale illuminista, iniziatico, cittadino, realizza monumenti meno noti come la fontanella egizia all’interno del Palazzo del Toscano”.

“L’altro aspetto – ha aggiunto – riguarda la Festa di Sant’Agata, che molto probabilmente è risemantizzazione di alcuni culti più antichi, in particolare quello di Iside, ma anche di Cerere. Quindi in qualche modo delle divinità femminili, visto il protagonismo delle donne nelle celebrazioni agatine, testimoniata in passato dalle ‘ntuppateddi, donne che in quell’occasione sovvertivano i canoni comportamentali di genere. In particolare, poi, alcuni elementi della Festa di Sant’Agata ricondurrebbero al culto di Iside. Ad esempio la tunica bianca e tanto altro che ha a che fare con il rapporto tra Iside e il mare”.

“Proprio qui nelle Biblioteche riunite di Catania – ha infine rivelato Dora Marchese – è conservata una delle poche copie di ‘Oriente’, il resoconto dell’avventura egiziana di Natale Condorelli, un grande viaggiatore dell’Ottocento, ma soprattutto un catanese molto conosciuto e apprezzato dai suoi concittadini. Divenuto famoso anche per questo suo resoconto molto dettagliato in cui non solo si parla dell’Egitto ‘classico’, con i suoi monumenti, ma anche del rapporto importante che la terra dei faraoni ha con la Sicilia. E che dovrebbe essere quello di un commercio e di uno scambio, anche culturale, continuo”.

Foto di Salvatore Torregrossa

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