L’ignoranza è diventata una leva di potere - QdS

L’ignoranza è diventata una leva di potere

Carlo Alberto Tregua

L’ignoranza è diventata una leva di potere

giovedì 15 Aprile 2021

Una volta gli ignoranti stavano ai margini della società, erano considerati spesso minus habens non perché non fossero dotati di intelligenza, ma perché, non sapendo, non erano in condizioni di discettare né di discutere.
Questo modo di sentire della Comunità era estremamente diffuso e quasi nessuno si azzardava a confutarlo. Per cui, si formava una graduatoria naturale fra i sapienti (veri e non presunti), fra coloro che avevano conoscenze generali almeno sufficienti e altri che pascevano nella loro ignoranza.
La grande diffusione di Internet, a partire dalla fine degli anni Novanta, ha sovvertito la precedente graduatoria, perché gli internauti hanno avuto potenzialmente accesso a tutte le informazioni esistenti, con estrema facilità. Ma questa diffusione non ha contribuito a eliminare l’ignoranza, perché non basta sapere dove si possono trovare le informazioni e le eventuali succinte spiegazioni, ma occorre conoscere le regole che consentono di collegarle, in modo che ognuno si possa fare un quadro di quello che sta osservano o di ciò che vorrebbe discutere.


Quando il ministro dello Sport del Governo Conte II, Vincenzo Spadafora, cessò per le dimissioni del premier, esclamò, forse con ingenuità: “Non sapevo nulla di Sport e in questo periodo ho imparato tanto”.
Si tratta ovviamente di un sovvertimento dell’ordine naturale delle cose, infatti chi è preposto al vertice di una qualunque organizzazione pubblica o privata – e certamente un ministero è una struttura di rango elevato – deve sapere tutto ciò che riguarda quella struttura, deve avere in sé le opportune conoscenze per andare a dirigere gli altri con cognizione di causa, non con ignoranza.
Come si potrebbe affidare il comando di un aereo o di una nave a chi non ha competenze? Come potrebbe essere nominato questore un poliziotto senza esperienza? Gli esempi sono tanti ed è inutile continuare. Però, nella politica, il principio di competenza è totalmente ignorato. Che competenza poteva avere l’ex ministro Lucia Azzolina, da semplice insegnante, nello gestire un ministero con quasi un milione di dipendenti e con otto milioni di studenti? Anche lei è andata lì per imparare e non per dirigere.

Le storture prima indicate hanno fatto diventare l’ignoranza una leva di potere: chi era più ignorante è andato più in alto. Questa illogica situazione ha però una spiegazione: più sono imbelli e più ricevono incarichi di responsabilità perché le Caste, le Lobby, la Finanza, la Chiesa e altre masse, che effettivamente comandano, possono gestirli meglio e possono guidarli come mansueti cagnolini.
Una persona capace, preparata e libera, conseguentemente non addomesticabile, non viene nominata nei posti di responsabilità perché ragionerebbe con la propria testa e non con quella dei propri mandanti. Ora, nel nostro Paese, più che una comunità democratica di cittadini si sono formati settori che si sono appropriati di pezzi dello Stato, gestendoli come cosa propria e di cui i partiti sono espressione formale ed esteriore, in quanto anch’essi ormai contano poco, sia perché guidati da ignoranti (non sempre, perché vi sono anche tante persone colte e intelligenti) e anche perché teleguidati da quei settori cui prima abbiamo fatto
cenno.


In queste condizioni la Democrazia vera vale zero, perché il potere non è nel Popolo il quale, proprio per la sua diffusa ignoranza, non capisce bene le cose e si fa abbindolare dai blablatori, che con la loro comunicazione orientano verso i propri interessi e non verso quelli dello stesso.
Intendiamoci, quella che scriviamo non è una critica all’attuale situazione del nostro Paese, piuttosto una fotografia che non ha bisogno di commenti, sempre soggetta a smentite eventuali con argomenti calzanti e dati di fatto, non ancora con vuote parole.
C’è un rimedio a questa situazione? Non a breve termine. Il rimedio è nella capacità dei cittadini, singolarmente, di elevare la propria conoscenza mediante letture e apprendimenti dai Maestri e dalle Scritture, cioè dalle fonti dei Saperi. Se non c’è la consapevolezza di fare questo per capire di più, lo strapotere delle Caste diventerà sempre maggiore e la gente capirà sempre di meno nonostante l’immenso serbatoio d’informazione di Internet.
Così verrà guidata come greggi da capi mandria che fanno soltanto il loro interesse.

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