L’inutilità della politica - QdS

L’inutilità della politica

Antonino Lo Re

L’inutilità della politica

Giovanni Pizzo  |
giovedì 17 Febbraio 2022

La novità di oggi è la palese incapacità della politica di occuparsi, non dei problemi degli italiani, ma dei propri problemi

La settimana quirinalizia ha reso palese ed indiscutibile un fatto che proviene da lontano. La crescente percezione, dell’inutilità della politica nella società italiana. Da molti anni difficilmente è riuscita ad occuparsi delle priorità degli italiani, come la salute o il lavoro, come il fisco o l’incapacità della pubblica amministrazione, o di temi più macroeconomici, il debito nazionale o il Prodotto Interno Lordo, o la competitività. Poi ci sono le nuove sfide, la demografia ed i flussi migratori, in entrata ed in uscita, la transizione ecologica o quella digitale. A tutto queste domande della società la comunità politica ha dato risposte vacue o minimali.

La prima Repubblica è crollata 30 anni fa con Mariotto Chiesa, il mariuolo, che cercava di buttare nel water 30 milioni di lire, che allora erano soldoni, oggi sono l’equivalente del reddito annuale di uno dei tanti precari che popolano il pianeta Italia. Da allora abbiamo avuto svariate leggi elettorali, che hanno demolito più e più volte il sistema politico e la voglia di partecipazione dei cittadini alla rappresentanza democratica. Risultati?

Nel 1992 eravamo la quinta potenza mondiale del G7, oggi scivoliamo nel G20. Il debito è aumentato di oltre il 50%, il PIL non è mai cresciuto oltre la media europea. Siamo vecchi quanto i giapponesi e i nostri giovani più formati emigrano in paesi di maggiori opportunità.

La novità di oggi è la palese incapacità della politica di occuparsi, non dei problemi degli italiani, ma dei propri problemi. Come trovare un presidente del Consiglio o un presidente della Repubblica. Tant’è che abbiamo dei vecchietti, i mohicani della Prima Repubblica, nelle maggiori cariche istituzionali.

Questo crea un vulnus che può portare, in brevissimo tempo, alla scomparsa della democrazia per come l’abbiamo conosciuta. L’inutilità produce disaffezione, che produce abbandono dei seggi. Si riteneva che questo potesse portare al cosiddetto uomo forte, il tiranno più o meno democratico, oggi si sta arrivando all’uomo minimo, considerando la pochezza dei leader in circolazione. Grigi, confusi, pieni di difetti caratteriali, che li pongono quasi sotto la media degli italiani.

Ad Italia’s Got Talent verrebbero scartati alla prima selezione, e sembrano in circolazione solo perché hanno negato agli italiani da 30 anni lo strumento delle scelte dei cittadini, le preferenze. La campanella ha suonato l’ultimo giro. Fine corsa.

Così è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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