M5s: sei espulsi, “graziato” il senatore ribelle Giarrusso - QdS

M5s: sei espulsi, “graziato” il senatore ribelle Giarrusso

Raffaella Pessina

M5s: sei espulsi, “graziato” il senatore ribelle Giarrusso

venerdì 31 Gennaio 2020

“Cartellino rosso” per i morosi ma per il Movimento è crisi nera. Mea culpa della pasionaria Giulia Grillo: “Ridotti spazi di partecipazione, stop al capo politico, serve nuovo statuto democratico e partecipativo"

ROMA – Il Movimento Cinquestelle, seppure in crisi nera, non fa sconti a nessuno.
Ha infatti provveduto a espellere i deputati che non hanno rendicontato le spese e restituito le eccedenze degli stipendi.
Sei in tutto le espulsioni: cinque riguardano la Camera dei Deputati (Nadia Aprile, Flora Frate, Michele Nitti, Santi Cappellani, Massimiliano De Toma), una invece il Senato (Alfonso Ciampolillo). Graziato, invece, il senatore siciliano Mario Michele Giarrusso, come si legge sul post pubblicato sul blog delle Stelle.

Sulla restituzione del denaro il Movimento è sempre stato irremovibile. “Un chiaro impegno preso coi cittadini fin dalla nascita del MoVimento 5 Stelle, un approccio più sobrio alle istituzioni. L’idea di una politica capace di spendere il denaro pubblico con la stessa oculatezza di chi spende il denaro proprio. Il percorso iniziato ad inizio novembre per la regolarizzazione di rendicontazioni e restituzioni degli eletti in Parlamento, ha portato alla regolarizzazione della maggioranza delle posizioni pendenti”.
Trenta complessivamente i casi aperti molti dei quali si sono risolti positivamente. L’unico graziato, Mario Giarrusso si era già difeso in precedenza: “Non ho mai rinnegato gli impegni presi col Movimento e con i cittadini, né intendo abbandonare il Movimento. Semplicemente – sottolinea – è cambiato il meccanismo della rendicontazione e quello nuovo non consente più l’accantonamento di quanto rendicontato. Perché questo ho fatto. Ho accantonato, da gennaio 2019, le somme che avrei dovuto restituire, per costituire una riserva per far fronte alle spese legali per alcuni processi pendenti a mio carico, scaturiti dalla mia attività di parlamentare”.

Il Movimento Cinquestelle, intanto, prova a ripartire da Vito Crimi e dalla sua intenzione di essere maggiormente vicino agli attivisti, riavvicinandosi alla base, e rinnegando ogni collocazione politica.
“Siamo nati quando è fallito il bipolarismo – ha detto Crimi – Abbiamo un nostro campo, fatto dei nostri valori: dall’acqua pubblica alla tutela dell’ambiente, fino al reddito di cittadinanza. Io gli altri li sfido su questo”.
A rilanciare il sogno grillino, dopo l’ultima disfatta delle regionali in Emilia Romagna e in Calabria, anche Giulia Grillo, siciliana, ex ministro della Salute. Grillo lancia la sua proposta in vista degli Stati Generali, peraltro rinviati a data da destinarsi.

“La piattaforma Rousseau da sola non basta, serve una costituente con esperti di democrazia diretta e partecipata – ha spiegato la pasionaria Grillo – Bisogna lavorare a un nuovo statuto democratico e partecipato”. Sul posizionamento politico del M5S, Grillo osserva: “La collocazione non può essere decisa da una persona né da dieci. Va espressa da tutto il M5S con un ampio dibattito, serio, approfondito, dove si chiariscano anche gli obiettivi”.

Come è noto, all’interno del Movimento Cinquestelle, sia a livello nazionale che in Sicilia, vi sono due anime: c’è chi sposa l’idea di un Movimento filo-progressista e chi invece, come l’ex capo politico Luigi Di Maio, opta per la ‘terza via’.
“L’obiettivo secondo Grillo, è “mettere al centro la partecipazione di cui sono stati ridotti gli spazi fisici di confronto, come i meet up e le piazze”.

In poche parole, Giulia Grillo è per un movimento che sia guidato non da una persona sola che impone a tutti la propria visione: “Vorrei che si tornasse a un modello di collegialità, ma metto in guardia dalle cordate e dal rischio di voler imporre la propria idea. La nostra caratteristica – spiega l’ex ministro – è la partecipazione dal basso. Più si alimenta questa fiamma, più noi abbiamo chance di essere un’alterativa al sistema dei partiti”.

Raffaella Pessina

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