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Giovanni Pizzo  |
venerdì 24 Marzo 2023

Elezioni amministrative 2023 in Sicilia, il "prudente" Schifani alle prese con un centrodestra sempre più confuso e diviso.

Il presidente Schifani, oggi vieppiù, dopo le dimissioni di Miccichè, capo politico del centrodestra siciliano, deve aborrire queste elezioni amministrative. Il suo assessore Turano appoggia a Trapani il candidato di centrosinistra, addirittura il suo vice presidente Sammartino spacca, tramite la candidatura di Valeria Sudano, il centrodestra a Catania. A Siracusa c’è il caso estremo di addirittura due leghe, quella di Cafeo e quella di Vinciullo, che voteranno con un occhio a Cristo e l’altro a S. Giovanni.

C’è un fondamentale problema Lega nel centrodestra siciliano. Sarà che questo gruppo politico è nato in Sicilia sovrapponendo pezzi a patchwork in diverse e convulse stagioni, sarà che il clima locale da più processi che soluzioni a Salvini, comunque si guardi nulla è pacifico intorno agli ex lumbard. Anzi proprio Lombardo, che aveva siglato un patto notarile di alleanza con la Lega sembra il più contrario a essa. Chissà in quale notaio si saranno recati lui e Salvini, certo allora Sammartino non venne a controfirmare evidentemente. Ma non solo la Lega da problemi all’unità del centrodestra. FdI a Catania, che vuole a tutti i costi, ha più candidati che correnti. E Fi? A Siracusa per esempio è divisa in due, tra Bandiera e Gennuso.

Una volta ci si riuniva a casa da Mannino o da Nicolosi e le quadre si trovavano nell’isola. Oggi leadership non ce ne sono, e ognun per sé e Dio per tutti.

Se non si trovano le sintesi per i candidati figuratevi se c’è uno straccio di programmi, di contenuti, di temi. Neanche un riassuntino, uno schemino da quinta elementare.

Queste città sembrano solo contenitori per spartizione di cariche di facciata e assessorati impotenti, peraltro senza un euro, solo spillette per carriere successive, prima che la lotteria politica scompaia. E i cittadini? I cittadini chi? Ah. Quelli che dobbiamo contattare per chiedergli il voto. Stanno stancando tutti questi discorsi di democrazia partecipata. Ma non potrebbero astenersi in massa, così ce la giochiamo tra i nostri supporter e basta? E se scompaiono pure quelli ce la giochiamo a dadi. Che forse è pure meglio.

Il prudente Schifani guarda un po’ desolato il quadro politico in mano. Chi glielo doveva dire che avrebbe ereditato questa confusione. Vuoi mettere con la solennità formale di Palazzo Madama? Certo se le scelte non si fanno in Sicilia facciamo figura di niente, ma se non si può, non si può. Almeno se sceglie Roma non è colpa nostra se sbagliamo. No?

Il problema è che gli scontri interni alle coalizioni durante le amministrative, se si arriverà a questo, lasciano morti e feriti poi dentro la Regione. Che già non godeva di ottima salute.

Così è se vi pare.

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