Maltempo, danni alla Fornace Penna: storia di un bene dimenticato

Dal finanziamento revocato ai vari crolli: Fornace Penna, storia di un bene dimenticato

Antonino Lo Re

Dal finanziamento revocato ai vari crolli: Fornace Penna, storia di un bene dimenticato

Chiara Borzì  |
venerdì 10 Febbraio 2023

Il Medicane Helios che ha sconvolto anche la provincia di Ragusa tra il 9 e il 10 febbraio ha prodotto un nuovo crollo della Fornace Penna

Il Medicane Helios che ha sconvolto anche la provincia di Ragusa tra il 9 e il 10 febbraio ha prodotto un nuovo crollo della Fornace Penna, bene di archeologia industriale di Contrada Pisciotto a Scicli. La ciminiera che inizialmente sembrava del tutto crollata non è scomparsa, ma è stata fortemente danneggiata. Una perdita che risulta l’ennesima tra quelle che hanno “offeso” la fornace negli ultimi anni, nel 2021 erano crollate anche tre arcate. 

Cosa non è stato fatto per salvare Fornace Penna?

La Fornace Penna è un bene privato su cui è stato avviato un esproprio per interesse archeologico-culturale da parte della Regione Siciliana nel 2019, ma sul quale, al momento, non si può apportare alcun miglioramento. Infatti, se il Comune di Scicli può agire con interventi utili a garantire la pubblica incolumità all’esterno dei luoghi, qualsiasi azione sulla struttura spetterebbe alla Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa (che dal 2009 poteva già intervenire in sostituzione e in danno degli eredi inadempienti) e dunque alla Regione Siciliana. Questa la prassi se ci fosse però, dopo anni di attesa, un accordo tra l’istituzione e gli eredi del Barone Penna (intenzionati in passato a fare della fornace un albergo), che hanno ritenuto insufficiente la cifra di 533 mila euro stimata dall’ex Ufficio Tecnico dell’Erario, domandando un milione e mezzo

Perché non si interviene sulla Fornace?

Il ricorso al TAR ha creato un impasse tutta a discapito della durabilità del bene, entrato nell’immaginario degli italiani grazie alla fiction “Montalbano”, ma prima di tutto parte della storia della provincia di Ragusa in qualità di ex plesso industriale di inizi Novecento in grado di impiegare un centinaio di operai. Il braccio di ferro tra eredi e Regione Sicilia, se perdurante, rischia di ridurre ad un cumulo di pietre l’antica fabbrica di mattoni. 

Il finanziamento revocato

Ad agosto 2022 la Regione Siciliana ha revocato un finanziamento per la messa in sicurezza del complesso già ridotto da un milione e 500 mila euro. Un passaggio evidenziato dalla consigliera ragusana all’Ars Stefania Campo (M5S), che definì la revoca “Ennesimo voltafaccia della destra” dell’allora governatore Musumeci. L’indignazione tra quanti amano il sito della Fornace Penna monta ad ogni crollo, ma una soluzione concreta e politica sembra lontana nonostante i quattordici anni di dibattito. 

Campo (M5S): “Mi stupisce come sia ancora in piedi”

“Tengo a precisare che mi stupisce di più come la Fornace Penna stia ancora in piedi – ha spiegato Stefania Campo, deputata ragusana all’Ars del Movimento Cinque Stelle -. Il crollo è minimo se si pensa alle pessime condizioni meteo di questi ultimi giorni e rispetto alle perdite degli ultimi anni. Attualmente la struttura è completamente sprovvista di contrafforti, fattore cruciale dopo il cedimento delle arcate interne. So che il Sovrintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa, qualche settimana fa, aveva dichiarato che finalmente erano state concluse le procedure per avviare un piano di messa in sicurezza, ma di fatto l’intervento non si è verificato e non abbiamo saputo più nulla”.

“Attendiamo di sapere come vuole procedere la Regione”

“Riguardo le contrattazioni – aggiunge – che erano in atto tra Regione ed eredi, vorremmo capire come questo governo regionale, che attenzione è in assoluta continuità con il precedente, vuole procedere. L’attuale assessorato alla Cultura, in cui è subentrata Elvira Amata dopo lo “scandalo Cannes” a Francesco Paolo Scarpinato, fino a un po’ di tempo fa stava cercando di spendere 3 milioni e 700 mila euro per promuovere la Sicilia in ambito cinematografico in Francia, trascurando la presenza di una location cinematografica come la Fornace Penna. E’ un luogo che ha ispirato registi, è stata la “mannara” di Montalbano, non capiamo come si possa lasciarla totalmente all’incuria, e proprio nelle stagioni rigide invernali”.

“La collettività ama questo luogo”

“Capiamo la difficoltà del caso, – conclude Stefania Campo – capiamo i costi esorbitanti di una messa insicurezza, è difficile districarsi nel rimpallo di responsabilità, ma non possiamo permettere che questi o altri crolli finiscano per avvantaggiare gli interessi di qualcuno a scapito di una collettività che ha dimostrato di amare questo luogo e di volerlo proteggere da oltre un decennio”.

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