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Il matriarcato isolano

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Il matriarcato isolano

Giovanni Pizzo  |
lunedì 24 Giugno 2024

L’isola ha sempre avuto archetipi letterari e cinematografici maschili, ma fatti di cronaca recenti fanno emergere una realtà diversa.

L’isola ha sempre avuto archetipi letterari e cinematografici maschili. Andiamo dal Bell’Antonio di Vitaliano Brancati al Don Fabrizio del “Gattopardo”, ad Aldo Buzzanca ne “Il Merlo Maschio” a Marcello Mastroianni in “Divorzio all’italiana”. Tutto questo potrebbe raffigurare l’isola come la culla del patriarcato maschile. Ma i 5 agenti feriti la scorsa settimana a Catania ci raccontano un’altra storia. Un gruppo di donne del quartiere si sarebbe rivoltato contro gli agenti a calci, pugni, graffi, morsi, probabilmente per fare scappare un loro congiunto, affine, affiliato. I 5 agenti hanno subito la forza del matriarcato, la vera forma di potere dell’isola di Cerere, madre terra, di Circe, di tante sante evocative e potentissime, Sant’Agata, Santa Rosalia, Santa Ninfa, Santa Oliva, Santa Lucia che fiera donò gli occhi al martirio.

Tutte assurte al sacrificio per non concedersi agli uomini, come la donna che scatenò l’inferno dei Vespri siciliani. E poi Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare pubblicamente il matrimonio riparatore.

Donne forti come quella descritta da Goliarda Sapienza nell’Arte della gioia, che quando diventano madri procreano figli mammoni, spesso debosciati, senza midollo spinale, tanto quello ce lo mette sempre la madre per tutta la loro vita. Caso eclatante è quello della madre di uno degli stupratori di Palermo dell’estate scorsa che avrebbe sequestrato la malcapitata vittima di violenza per farla ritrattare; suo figlio, la carne del suo sangue, è innocente davanti a Dio e agli uomini, perché è suo. O come le mogli di quei presunti violentatori cugini che avrebbero stuprato una turista, che affermavano che i loro uomini, che riconoscevano come due idioti, erano stati provocati e sedotti da quella straniera poco di buono.

Vogliamo parlare degli occhi terribili e sapienti di Ninetta Bagarella, o la grande capacità di comando della sorella di Matteo Messina Denaro, più dedito a scappatelle amorose. La donna madre, moglie, sorella comanda in Sicilia come i maschi, attraverso i maschi, e senza di loro. E Dio creò la Femme e la mandò in Sicilia.

Cosi è se vi pare.

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