Mattarella ha ragione Pace? Sforzo creativo - QdS

Mattarella ha ragione Pace? Sforzo creativo

Carlo Alberto Tregua

Mattarella ha ragione Pace? Sforzo creativo

giovedì 05 Maggio 2022

Avvicinare gli avversari

C’è chi sostiene che non vi sia alcuna differenza fra armi difensive e armi offensive. Si tratta di un imbroglio logico perché è del tutto evidente che carri armati ed aerei siano armi offensive. Passi per i missili difensivi che, anch’essi, possono diventare offensivi.

Ma queste discettazioni, sostenute dal leader M5S, Giuseppe Conte, non cambiano lo stato delle cose e cioè l’odio profondo che hanno i potentati statunitensi nei confronti di Putin. Potentati statunitensi che utilizzano il presidente Joe Biden come ariete, il quale a sua volta usa lo Strumento-Zelensky per attuare il piano. L’informazione occidentale schierata non èobiettiva perché non consente di valutare quella opposta, parla di morti civili, fra cui donne e bambini.

Si tratta di una realtà straziante e che costituisce un grave danno per l’intera umanità, ovviamente caricando queste colpe nefande al Presidente della Federazione Russa, quello che chiamano “il nuovo Zar”.

Questi potentati statunitensi hanno ovviamente messo nel dimenticatoio le azioni orrende che le truppe americane hanno perpetrato nella guerra del Vietnam, quando col napalm uccisero migliaia di inermi cittadini, con il solo scopo di tenere in vita il governo fantoccio di Diem, che governava il Vietnam del Sud a Saigon. Anche in quel caso, il Burattino-Diem eseguiva puntualmente gli ordini che arrivavano da Washington, infischiandosene delle orrende migliaia di morti che si verificavano nel Vietnam del Sud.
Ricordiamo ancora le guerre in Siria, con milioni di sfollati e migliaia di morti; l’invasione dell’Iraq, quando si doveva battere il tiranno Saddam Hussein. Ci fermiamo perché le guerre sono orrende, ovunque combattute e per qualunque ragione.
Strumentalmente si usa la Democrazia come se essa si potesse imporre ad un Popolo che non ne conosce neanche i rudimenti.

La guerra in Europa è tremenda perché è arrivata inaspettata e sta sconvolgendo situazioni di calma, di pace e di crescita economica dopo i due anni di pena causati dalla pandemia di Covid-19.
In questo quadro, fra le tante dichiarazioni, vogliamo evidenziare quella del presidente Mattarella, che ancora una volta ha espresso sentimenti di saggezza. Urge la pace e per fare la pace occorre uno “sforzo creativo”. Noi aggiungiamo che gli avversari devono essere avvicinati. Quando parliamo di avversari non ci riferiamo a Zelensky e Putin, bensì a Biden e Putin. Il presidentello ucraino, abbiamo scritto più volte, ci sembra un burattino che fa quello che gli si ordina di fare.

Dunque basta parlare di guerra. Occorre uno sforzo massiccio da parte dell’Europa nei confronti di Putin per tentare di capirne le condizioni di pace e, dopo, imporre agli Stati Uniti di smetterla di inviare armi e soldi, che alimentano la guerra, ed arrivare anch’essa alle condizioni di pace che Zelensky accetterà senza batter ciglio, se così gli verrà ordinato.

Ancora una volta stiamo trattando questo fatto perché avvertiamo, da una serie di indici economici e finanziari, l’avvicinarsi di una tempesta sul nostro Paese e dobbiamo fare di tutto per essere preparati e non farci travolgere.

Gli Usa godono, l’Europa scoppia: questo sembra stia accadendo.
Basta sanzioni economiche perché le ricadute sul nostro Paese sono pesantissime. Ce ne accorgiamo con lo spread, che è volato in questi giorni e tende verso i duecento punti.
Per cui facciamo un appello a Mario Draghi, uomo di grande equilibrio e competenza, affinché ponga la sua autorevolezza al servizio della pace e non della guerra.

È inutile pensare a nuovi ristori per i rimbalzi delle sanzioni alla Russia e delle relative ritorsioni, perché questa strada non ha fine in quanto, continuando questa insana guerra, si andrà di scostamento in scostamento, che tradotto significa da nuovo debito a nuovo debito.

La parte più gravosa della tempesta la subirà come sempre il Mezzogiorno, ove dilaga la povertà. Nel Sud c’è un bisogno urgente delle risorse del Pnrr, ma è evidente che in questa condizione resteranno lettera morta.

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