Meglio la Trap che la Rap - QdS

Meglio la Trap che la Rap

Antonino Lo Re

Meglio la Trap che la Rap

Giovanni Pizzo  |
lunedì 08 Gennaio 2024

Palermo è eternamente nel bailamme della “Munnizza”. Sembra che non ci sia via d’uscita alternativa ad essere brutti, sporchi e cattivi

Palermo è eternamente nel bailamme della “Munnizza”. Sembra che non ci sia via d’uscita alternativa ad essere brutti, sporchi e cattivi. I sindacati della Rap, che sono gli stessi della fallita Amia, vogliono a tutti i costi le assunzioni, probabilmente nuove generazioni di parenti con tessera devono essere assunti.

Al Banco di Sicilia lo scambio padre figlio non si fa più dagli anni 90, ed anche su questo, non solo, è scomparso il mitico BdS. La Rap non lascia il posto alla Trap, cioè alla normale modernità. È, e rimane, uno strumento di scambio politico sindacale, se di sindacato si può parlare in un’azienda che ha un tasso di assenteismo pandemico indipendentemente dai virus mondiali in circolazione. Le altre “normali” città italiane, Milano, Roma Torino, Bologna, Brescia, Reggio Emilia e tante altre hanno da trent’anni le società multiutilities, plurifunzione sui servizi. Il cittadino in una sola bolletta si trova acqua, gas, tari, spesso energia ed altri servizi. E ovviamente non c’è l’incredibile tasso di evasione che c’è a Palermo. Perché se non paga non si lava e gira con le candele. A Palermo alcuni pagano e molti no, alcuni lavorano e tanti no. Ci sono i fessi e i furbi, con un tasso di ipocrisia sociale e politica che è da fare cadere le braccia.

Il sindaco di Palermo non deve minacciare i sindacati di una parziale privatizzazione. Deve privatizzare in una multiutilities di mercato, per recuperare dividendi, come fanno nelle altre città italiane. Perché a Palermo dobbiamo essere cittadini di serie B? Non ce l’ha imposto il medico, e Lagalla che lo è lo sa bene.

La privatizzazione con golden share, eventuale, di tutte le municipalizzate è l’unica soluzione per togliere questo ricatto incrociato, tra tessere, malaffare, voto di scambio, che esiste in città. Se non lo si fa’ è solo ipocrisia ed i cittadini rimarranno prigionieri della “sporcizia”. L’altra soluzione sarebbe quella di dare un sacchetto di “munnizza”, al posto della tassa di soggiorno, a tutti i turisti che partono da Palermo. Lo slogan della nuova Rap potrebbe essere “Aiutiamoci a casa loro”.

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