Film, Men in Black international con Chris Hemsworth - QdS

Film, Men in Black international con Chris Hemsworth

Francesco Torre

Film, Men in Black international con Chris Hemsworth

venerdì 02 Agosto 2019

A distanza di oltre vent’anni dal primo film della saga, la pellicola rinnova il parterre di attori, ma la sceneggiatura manca spesso di energia, in particolare nelle scene d’azione, e indugia troppo nell’autocompiacimento femminista

MEN IN BLACK: INTERNATIONAL
Regia di F. Gary Gray. Con Chris Hemsworth (Agente H), Tessa Thompson (Agente M)
Usa 2019, 115’.
Distribuzione: Sony Picture Italia

A distanza di oltre vent’anni dal primo film della saga, “Men in Black: International” rinnova il parterre di attori e prova a dare una sterzata al (fin qui) magro risultato di questo primo esperimento estivo che ha coinvolto tutti i maggiori distributori nazionali. Visti i risultati del box office del week-end i produttori non possono di certo festeggiare, ma ciò non solo per colpa dell’afa e degli aperitivi in riva al mare.

Copia della copia dell’originale, quest’ultimo Men in Black intendeva ripetere con una certa dose di ingenuità la formula del film d’azione brillante e un po’ fuori di testa, divertente e sciocco, a uso e consumo dei mattatori in scena, che ha fatto la fortuna di Will Smith e Tommy Lee Jones. Ci sono infatti agenti, pistole, extraterrestri, effetti speciali, riferimenti culturali e politici e tutto il campionario che in passato ci ha strappato almeno una risata. Nelle mani di F. Gary Gray, però, il materiale già abbastanza debole offerto dallo script manca spesso di energia, soprattutto nelle scene d’azione, e indugia invece troppo spesso nell’autocompiacimento femminista come pure nell’esibizione insistita (probabilmente messa nero su bianco sul contratto dell’attore) della “tartaruga” di Hemsworth.

Da New York a Londra a Marrakech, la storia accumula cliché man mano che progredisce. Cadendo persino nello stereotipo del film d’azione hollywoodiano che catapulta i protagonisti in (presunti) luoghi esotici per permettere loro di distruggere paesaggi urbani e atterrire gli autoctoni. Come se questo, di per sé, possa rappresentare un elemento qualificante in termini di entertainment.

Voto: ☺1/2☻☻☻

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