Messina, sugli asili nido c’è ancora molto da fare - QdS

Messina, sugli asili nido c’è ancora molto da fare

Lina Bruno

Messina, sugli asili nido c’è ancora molto da fare

venerdì 29 Settembre 2023

Nonostante negli ultimi anni si siano registrati dei miglioramenti, il servizio è ancora lontano dagli standard richiesti: i posti disponibili restano insufficienti malgrado i finanziamenti

MESSINA – Un servizio migliorato negli ultimi anni ma ancora lontano dagli standard richiesti. Il numero dei posti per i bimbi negli asili nido comunali resta basso malgrado non siano mancati i finanziamenti messi in campo nel settore e gli intenti dell’ex sindaco Cateno De Luca che in linea con il suo programma parlava, nel 2019, di costruire cinque nuovi asili nido e portare il numero di posti disponili a 358.

Dal 2014, anno in cui erano 94 gli utenti accolti nelle strutture comunali, si è passati al 2017 con 102 utenti e al 2023 con 119 posti suddivisi in quattro strutture, S. Licandro, Suor Maria Francesca Giannetto, L’angolo del cucciolo e Lupetto Vittorio. C’è poi l’asilo nido di Palazzo Zanca con 9 posti riservati ai figli dei dipendenti comunali. Sono solo quindi 25 posti in più nei nove anni in cui i finanziamenti regionali, statali ed europei non sono mancati. 

Alessandra Calafiore, assessore alle Politiche sociali, dal canto suo ha sempre ribadito l’intenzione dell’Amministrazione di fare crescere i servizi dedicati ai bambini fino a 6 anni e che comunque molto è stato già fatto per migliorarne la qualità con una progettazione dedicata e l’apertura di nuovi spazi all’interno di aree attrezzate a verde. Ma resta poco nella fascia 0/6 anni.

Nuovo asilo nido in via Brasile

Una buona notizia è arrivata qualche giorno fa con la consegna dei lavori per la realizzazione di un nuovo asilo in via Brasile. Qui è prevista la demolizione dell’ex scuola elementare da anni in stato di abbandono, per realizzare un micro nido per 18 bambini per un importo contrattuale netto di 540 mila 551 euro a fronte di un finanziamento complessivo di un milione di euro nell’ambito del Patto per lo sviluppo della Città Metropolitana di Messina per il Sud – Masterplan.

E a proposito di finanziamenti, a giugno dal Governo è venuta la possibilità di attingere al Fondo di solidarietà comunale che per Messina significherebbe avere 1,6 milioni per 217 posti in più negli asili nido.

I dati sono stati diffusi dal ministero dell’Interno e analizzati da Centro studi enti locali. Con oltre 33 milioni di euro intercettati da 332 Comuni, la Sicilia si è piazzata seconda dietro la Campania nella spartizione dei finanziamenti. Il grosso delle risorse, quasi 5,2 milioni, è andato a Palermo che potrà così avere 678 utenti aggiuntivi e 2,7 milioni a Catania per 355 posti in più. In attesa che ci sia chiarezza sulla disponibilità di queste risorse a Messina di asili nido si è parlato in terza commissione consiliare dove si è discusso dell’adeguamento del regolamento comunale che dopo 35 anni deve essere allineato a sistema integrato di educazione e istruzione.

Il documento presentato dall’Amministrazione e dalla Messina Social city, partecipata che gestisce le strutture comunali, è stato esitato in commissione ma dovrà adesso passare al vaglio del Consiglio dove qualche articolo del regolamento, ad esempio quello dove che prevede la possibilità di dare in gestione le strutture a cooperative esterne, potrebbe innescare divergenze; dai banchi dell’opposizione infatti è stata espressa la contrarietà ad un meccanismo superato proprio con l’istituzione della Msc, fortemente voluta dall’ex sindaco Cateno De Luca.

Sulla questione però ha rassicurato Alessandra Calafiore, assessore alle Politiche sociali, ribadendo che è stato lasciato l’articolo che regola l’eventualità ma è la partecipata che gestisce gli asili nido comunali e continuerà anche in futuro.

Il nuovo regolamento prevede del personale specializzato in numero proporzionale a quello dei bambini, che potranno essere al massimo 60 per asilo. Si prevede l’aggiornamento delle tabelle alimentari approvate dall’Asp e l’ampliamento dei requisiti di ammissione con l’indicazione di priorità nelle graduatorie. La precedenza sarà data ai bambini le cui famiglie sono in situazione di disagio familiare segnalate dal servizio sociale, dalle Asp, dal  Tribunale o da istituzioni riconosciate, ai figli di lavoratori emigrati all’estero o in altre regioni ai figli di immigrati con comprovato disagio economico e sociale, ai figli di recluso/i, i bambini con disabilità, ai bambini orfani o figli di madre nubile/padre celibe con minore non riconosciuto dal genitore, ai minori gemelli e ai figli di genitori che lavorano. 

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