Messina, a scuola fra molti dubbi e poche certezze - QdS

Messina, a scuola fra molti dubbi e poche certezze

Lina Bruno

Messina, a scuola fra molti dubbi e poche certezze

venerdì 28 Agosto 2020

Si cercano sul territorio locali da poter adibire ad aule dove garantire le lezioni in sicurezza. Le disposizioni anti Covid si sommano a una situazione strutturale degli edifici già critica

MESSINA – Qualche settimana all’avvio dell’anno scolastico ed è corsa contro il tempo per non farsi trovare impreparati, pur nella confusione che ancora regna a livello nazionale.

Le nuove esigenze si sommano ai problemi di sempre e così il sindaco Cateno De Luca ha predisposto un cronoprogramma che prevede da un lato la stesura di progetti di adeguamento e miglioramento sismico degli edifici scolastici e, dall’altra un bando per cercare sul territorio stabili da adibire ad aule che consentano “di poter pianificare le attività garantendo l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza”.

La scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse era stata fissata in un primo tempo per il 18 agosto, ma per consentire la più ampia partecipazione possibile – visto anche che le offerte non sono state moltissime e non tutte avranno le caratteristiche richieste – si è prorogato il termine fino alle 12 di oggi.

Sono già partite le verifiche, da parte dei tecnici di Comune e Città Metropolitana, sugli stabili messi a disposizione dai privati e su alcuni il parere non è stato positivo. Da un monitoraggio effettuato e dalle richieste delle singole scuole risulta la necessità di reperire 170 aule, come sottolineato dal sindaco nei giorni scorsi dopo una riunione tecnica. Di queste, 95 saranno recuperate con interventi di edilizia avviati dall’Amministrazione, mentre per 75 si prevede di ricorrere alla locazione attraverso le offerte provenienti da privati e il recupero di scuole che si è deciso di riattivare.

Per gli istituti secondari di secondo grado è di 160 aule il fabbisogno emerso dalla rilevazione effettuata, di queste sessanta sono in corso di recupero grazie al reperimento e messa a disposizione di locali di pertinenza a seguito di proroghe di contratti individuali. Sono ottanta le aule che saranno reperite come locali aggiuntivi con le offerte pervenute, mentre mancano al momento venti aule e si stanno vagliando una serie di ipotesi per trovare una soluzione.

Gli interventi di riqualificazione degli edifici scolastici finora effettuati sono solo una parte di quelli necessari: il Comune presenterà infatti 62 progetti di adeguamento e miglioramento sismico il cui importo è in corso di stima, mentre la Città Metropolitana sta lavorando su nove progetti per dieci milioni di euro. Sono inoltre in corso di affidamento i lavori finanziati nell’ambito del Pon Scuola, sono oltre due milioni di euro che complessivamente potranno utilizzare il Comune di Messina e la Città Metropolitana per effettuare interventi di efficientamento, adeguamento e adattamento degli spazi in conseguenza dell’emergenza Covid-19.

I dirigenti scolastici messinesi hanno in più occasioni evidenziato le difficoltà che stanno affrontando per assicurare l’avvio dell’anno scolastico, nella ferma convinzione della necessità di rientrare a scuola e di garantire il diritto allo studio in presenza in condizioni di sicurezza per gli alunni e il personale. “A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico – ha affermato Piero Patti, segretario Flc Cgil – molte scuole cittadine e della provincia non hanno la certezza di come riaprire rispettando le indicazioni ministeriali. Mentre la politica è tutta concentrata sulla disputa su sedie, banchi e servizio di trasporto, i dirigenti scolastici e i loro collaboratori si sono inventati geometri e ingegneri per prendere le misure delle aule e dare seguito alle linee guida del Governo. Il Ministero e gli Enti locali sono stati bravi a fare riunioni, a far compilare schede di monitoraggio alle scuole, a stilare documenti per la ripartenza ma, a oggi, non sono state garantite assunzioni tempestive di docenti, non si è assegnato personale aggiuntivo alle scuole che dovranno affrontare un anno assolutamente straordinario, non si sono reperiti né ristrutturati locali adeguati ad accogliere gli studenti e tutto ciò perché era pronta la soluzione facile e al ribasso della didattica digitale integrata”.

“La Cgil – ha concluso Patti – ricorrerà a tutti gli strumenti possibili per impedire la distruzione della scuola pubblica”.

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