Messina, differenziata e gestione rifiuti l’obiettivo è migliorarsi - QdS

Messina, differenziata e gestione rifiuti l’obiettivo è migliorarsi

Lina Bruno

Messina, differenziata e gestione rifiuti l’obiettivo è migliorarsi

martedì 26 Ottobre 2021

Le percentuali di raccolta iniziano a dare i primi risultati, ma adesso occorre continuare sulla strada già tracciata con il supporto di controlli, sanzioni e attività di sensibilizzazione

MESSINA – Una differenziata che va verso il 60% e un servizio che migliora con il supporto di controlli e sanzioni e attività di sensibilizzazione nelle scuole per abbattere le ultime resistenze culturali.

Ci aiuta a fare il punto Pippo Lombardo, presidente di MessinaServizi Bene Comune, la partecipata che si occupa di igiene cittadina e gestione integrata del ciclo dei rifiuti. A marzo scorso è stato consegnato al Comune di Messina il report relativo al 2020 da cui si può estrapolare, attraverso le segnalazioni e i disservizi, come viene percepito dall’utenza il funzionamento del servizio. Una situazione in chiaroscuro, che per il 2021 presenta dei punti di forza che Lombardo vuole sottolineare: “Siamo oltre il 58,50% di raccolta differenziata, il dato più alto tra le città metropolitane siciliane. Siamo soddisfatti del servizio, ma resta una minima parte di città che non ci sta seguendo. Si sta provvedendo con l’installazione di migliaia di telecamere, perché l’unico modo è sanzionare e continuare con la nostra battaglia contro chi è restio ad allinearsi alla raccolta porta a porta. Bisogna investire anche sull’educazione ambientale: a causa del Covid ci siamo fermati con i progetti, ma adesso si sta provando a ripartire, in raccordo con gli assessori all’Ambiente e alla Pubblica istruzione, con incontri da tenere nelle scuole cittadine”.

Lo stesso Dipartimento Ambiente, dopo il report aveva suggerito alla società di attuare strategie di sensibilizzazione dell’utenza. “In due anni – prosegue Lombardo – non si può fare una rivoluzione del servizio, che prima che strutturale è culturale. In altre realtà si sono impiegati vent’anni. A Catania e Palermo alla prima riduzione in discarica vanno in sofferenza, noi fino a oggi no. Gli unici problemi possono essere di natura economica, ma con il 60% di raccolta differenziata sforato abbattiamo i costi. Ha influito poco la bocciatura del nuovo Piano Tari in Consiglio comunale. Ha solo bloccato il miglioramento che volevamo apportare con l’attivazione del ‘netturbino di quartiere’. Avremmo potuto assumere 180 operatori dedicati solamente allo spazzamento manuale in tutti e 48 villaggi e nella area cittadine, con passaggi giornalieri nelle zone più densamente popolate. Lo spazzamento si fa comunque, ma non abbiamo il personale sufficiente per farlo in modo capillare. È stato possibile fare il porta a porta perché abbiamo potuto assumere 150 persone”.

A chi si lamenta per i sacchetti esposti in strada, Lombardo risponde sottolineando come “circa 450 condomini hanno la modalità dell’esposizione del sacchetto perché non hanno spazi per i carrellati e qui la raccolta viene fatta durante la notte. Ci sono resistenze anche dai commercianti, eppure già un’ordinanza del 2016 li obbligava. È mancata però la volontà politica”.

Va risolta poi la questione impianti. “Non posso andare a conferire l’umido in un impianto privato – spiega Lombardo – perché costa 165 euro a tonnellata. Se avessi un impianto in città o in provincia a gestione pubblica mi costerebbe 80/90 euro e già sarebbe un gran risparmio. Lo stesso vale per la frazione indifferenziata se si dovrà portare all’estero, ma questo è ormai questione di qualche settimana. Sul costo della Tari inciderebbe per il 5% a differenza di quanto avrebbe inciso se fossimo stati con una differenziata al 10%, come quando siamo partiti. In quel caso avrebbe inciso per il 50%”.

“C’è una fascia di popolazione – evidenzia il presidente di MessinaServizi Bene Comune – che ritiene che fare l’indifferenziata sia inutile, perché alla fine va tutto in discarica. Chiunque abbia ancora dubbi può richiedere da noi una visita guidata su cosa viene fatto. Siamo passati da settemila tonnellate di imballaggi raccolti all’ anno tra carta, plastica, metalli e vetro e chiuderemo il 2021 con quasi 25mila tonnellate. È dimostrato che tutto va a recupero dai bilanci alla voce ricavi da consorzi di filiera: siamo passati da settecentomila euro a quasi due milioni e mezzo. Abbiamo fatto 15 milioni di investimenti senza aumentare la Tari, se non per piccoli adeguamenti”.

“Non c’è dubbio – conclude – che il servizio può essere ancora migliorato, ma alcune scelte sono state strategiche, come quella di togliere i cassonetti. Sapevamo che ci sarebbero state resistenze, ma è l’unica strada”.

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