Messina, finalmente il via alle attività del Ciclotrone - QdS

Messina, finalmente il via alle attività del Ciclotrone

Lina Bruno

Messina, finalmente il via alle attività del Ciclotrone

venerdì 09 Giugno 2023

Inaugurata nel Policlinico la macchina in grado di accelerare particelle nucleari che vengono poi inviate su un bersaglio che produce atomi radioattivi per la sintesi di radiofarmaci a uso clinico

MESSINA – Un progetto che doveva essere ultimato già nel 2015 – nel 2016 ci fu anche una sorta di inaugurazione – ma soltanto due mesi fa la struttura del Ciclotrone dell’azienda ospedaliera universitaria Gaetano Martino è stata completata.

Ieri nel corso dell’inaugurazione il rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, ha ricordato alcuni passaggi che gli hanno consentito, appena insediato, di riprendere un percorso iniziato dall’ex rettore Franco Tomasello, oggi a capo della Kore di Enna, nel 2012 ma che aveva subito un arresto negli anni successivi.

Dalle riunioni a Roma alla messa in mora della ditta è stato un impegno costante per raggiungere l’obiettivo. Il collaudo tecnico amministrativo è stato approvato venti giorni fa. La macchina verrà data in comodato d’uso all’azienda Policlinico che ha sostenuto dal 2015 a oggi – ha ricordato Cuzzocrea – 700 mila euro l’anno di costi per l’acquisto del radiofarmaco oltre alle perdite della mancata vendita del prodotto a terzi. Si tratta di una macchina in grado di accelerare particelle nucleari che vengono poi inviate su un bersaglio che produce atomi radioattivi utilizzati per la sintesi di radiofarmaci a uso clinico e per la ricerca. La sua manutenzione costerà circa 600 mila euro l’anno ma si potrebbe compensare con la vendita del prodotto ad altri ospedali.

“La diagnostica – ha spiegato al QdS Sergio Baldari, direttore dell’Uoc di Medicina nucleare – è fondamentale in ambiti oncologici, Neuroscienze, Infettivologia e Cardiologia, però in Oncologia la Pet ha dato luogo a una svolta. Utilizza una macchina che deve ricevere il segnale dai radiofarmaci che da luogo al segnale biofunzionale tipico di queste immagini, che caratterizzano magari il tumore nella sua evoluzione. Nei grandi ospedali come il nostro vengono allocate le tecnologie in grado di produrre radiofarmaci e anche di distribuirli per altri che volessero utilizzarli. Il ciclotrone è la macchina che produce la radioattività, i radioisotopi che passeranno in alcuni ambienti per diventare radiofarmaco, prodotto somministrabile al paziente. Unico nelle strutture messinesi, in Sicilia ci sono altri tre operativi”.

“A Messina ci sono due realtà che hanno la Pet – aggiunge Baldari – e che hanno bisogno di questo radiofarmaco: Papardo e una clinica privata, che oggi si forniscono da altri e in futuro potrebbero comprarlo dalla nostra struttura”.

Questa tecnologia ridurrà i tempi di attesa nella diagnostica, consentirà di intervenire in modo tempestivo e meno devastante per il paziente oltre che produrre un risparmio per l’azienda. “Il radiofarmaco che viene prodotto altrove – ha sottolineato Giampiero Bonaccorsi, commissario dell’Aou – deve avere una maggiore potenza perché man mano che passano i minuti si depaupera. Noi qui adesso avremo una migliore qualità oltre che minori costi. Potremo effettuare un maggior numero di prestazioni integrate con tutto in resto in un ambito che non può che migliorare. Il radiofarmaco non serve per fare terapia ma per la diagnosi sul tumore: quasi il 90% dei tumori sono diagnosticabili con il fluoro, ma una piccola percentuale no perché sensibili a un’altra sostanza, il gallio e adesso andremo proprio in questa direzione”.

Il rettore Cuzzocrea ha sottolineato la rilevanza, in qualsiasi governance, della continuità istituzionale: “Ho completato un progetto avviato dodici anni fa perché gli interessi dell’Università e del Policlinico vengono prima di ogni diversità di vedute che ci possono essere state con Tomasello”.

E sugli altri risultati dell’Ateneo nella struttura sanitaria, ha aggiunto: “Da 17 siamo passati a 28 scuole di specializzazione e speriamo di diventare la prima scuola di specializzazione in Cardiochirurgia di questa regione. UniMe oggi è a una svolta, scala tutte le classifiche. Il Policlinico deve camminare veloce, al passo con le università moderne. Siamo indietro rispetto ad altri per strutture, non per le professionalità di cui disponiamo. Inaugureremo a breve altri reparti e abbiamo le risorse per interventi su tutte le sale operatorie”.

Infine, sui lavori bloccati del Pronto soccorso, ha concluso: “Sono solo a combattere. Quanto sta succedendo è inaccettabile, non si può tollerare. Se si è sbagliato il progetto, l’ingegnere deve pagare la penale”.

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