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Messina, gestione della salute mentale, un sistema rimasto bloccato

Lina Bruno

Messina, gestione della salute mentale, un sistema rimasto bloccato

sabato 04 Giugno 2022

Dall’esempio messinese delle Star alla necessità di ripensare tutto in un ottica multi professionale. Serve una svolta per dare ai malati un supporto concreto e adeguato alle reali necessità

MESSINA – Da esperienza esclusivamente messinese a modello da diffondere nelle altre province siciliane. Le Strutture abitative riabilitative (Star), sono state istituzionalizzate con una decisione arrivata dall’Ars che, approvando un emendamento alla Legge finanziaria a firma di Valentina Zafarana del M5s e sostenuto anche dal capogruppo di Forza Italia Tommaso Calderone, avvia un percorso di riconoscimento di questa tipologia di struttura per malati psichiatrici.

Le Star sono strutture gestite da cooperative sociali

Le Star sono strutture gestite da cooperative sociali che si occupano della parte residenziale con il supporto dell’Asp per la parte medica e terapeutica. Possono ospitare un massimo di otto persone che svolgono un percorso di riabilitazione psichiatrica. Una delle prime strutture è stata inaugurata a Milazzo nel luglio del 2000. Le Star presenti in provincia di Messina sono 14, da Taormina a Torrenova, con 84 posti letto e circa cento persone impiegate. Sono studiate per avere le caratteristiche di un’abitazione e sono inserite in contesti urbani, per favorire l’integrazione dei residenti durante tutte le fasi del processo terapeutico-riabilitavo, insieme al recupero delle funzioni dell’autonomia e delle capacità relazionali.

Istituite dopo la chiusura del manicomio Mandalari, nel 1998

Le Star sono state istituite a Messina dopo la chiusura del Manicomio Mandalari, dismesso soltanto nel 1998 a vent’anni dalla legge 180/1978. La delibera della fine dello status manicomiale dell’Azienda sanitaria prevedeva all’inizio otto Cta per 160 posti letto e una Rsa per i più gravi per sessanta posti letto. Ma l’Azienda sanitaria e il Dipertimanto di salute mentale di Messina, ai cui vertici c’erano allora rispettivamente Francesco Poli e Biagio Gennaro, in controtendenza rispetto alle altre province optarono verso le piccole strutture e con la prevalente titolarità pubblica.

Accantonata l’idea di residenze che potessero riproporre il clima del Mandatari nacquero le 14 Star insieme a quattro Cta e una Rsa che prevedevano al massimo venti persone. Il principio era quello che emergeva dal Piano di salute mentale della Regione, in cui veniva sottolineata la necessità di una presa in carico globale del paziente, della stesura di un piano terapeutico individualizzato, di una residenzialità psichiatrica che tende sempre più verso il modello casa.

Modelli innovativi ma tante mancanze

Se le Star sono state e sono in linea di principio modelli innovativi e conquistano finalmente un riconoscimento istituzionale dalla Regione, che in passato le aveva invece fortemente avversate, nella sostanza sono un altro elemento statico in un panorama siciliano che nella salute mentale non ha fatto progressi. Mancano i decreti attuativi rispetto ai Piani approvati e quelli che ci sono vanno in controtendenza, quindi niente gruppi appartamento, niente Pti, comunità alloggio carenti di professionalità perché non transitate nei Dsm. Mancano anche le strutture per chi ha una doppia diagnosi, malattia mentale e dipendenza e si deve ricorrere a centri fuori regione.

“La Sicilia – spiega Fiorentino Troiano, componente del Tavolo tecnico sulla Salute mentale dell’assessorato regionale alla Salute – è una delle poche regioni che non ha strutture a bassa valenza assistenziale ha fatto la penosa scelta di privilegiare strutture ad alta protezione con assistenza h24, con tutti i danni economici che questo comporta. Ricordiamo che quasi il 50% della spesa sanitaria è assorbita dalla salute mentale. I gruppi appartamento sono previsti nel documento sull’integrazione socio sanitaria del 2019, ma come per le comunità alloggio che dovevano passare nelle competenze dell’Asp non sono stati fatti i decreti attuativi. È un sistema bloccato: il servizio di salute mentale, invece di essere pensato come multi professionale ormai si sta trasformando in ambulatorio di psichiatria con linee guida sulle dotazioni organiche definite per medici infermieri e Osa e non per psicologi, assistenti sociali e terapisti che vengono decisi dai singoli direttori generali. Questo spiega perché la Sicilia ha gli indici peggiori, è prima per Tso e la seconda o terza per ricoveri”.

Disattesi anche i Piani terapeutici individualizzati

Disattesi anche i Piani terapeutici individualizzati. “Come si possono fare i Pit senza professionalità specifiche? Le linee guida fatte nel 1981 prevedevano per ogni figura un parametro in rapporto alla popolazione, nel 2019 questa visione è stata smantellata”.

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