Per le imprese messinesi una crisi senza precedenti - QdS

Per le imprese messinesi una crisi senza precedenti

Lina Bruno

Per le imprese messinesi una crisi senza precedenti

giovedì 01 Febbraio 2024

Forti preoccupazioni per gli ultimi dati della Camera di Commercio sulle attività produttive del territorio. Critiche contro l’Amministrazione Basile, che ha però proposto un tavolo permanente di confronto

MESSINA – È tempo di cercare una via d’uscita. La sollecitazione viene da associazioni di categoria, sindacati, gruppi politici. La crisi delle imprese nella provincia messinese, con chiusure che superano le nuove iscrizioni, comincia a destare preoccupazione. Un trend negativo che si trascina ormai da diversi anni e che è ancora confermato dall’ultimo report della Camera di Commercio con il raffronto tra il secondo trimestre del 2023 e del 2022.

Saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni

C’è un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni in tutti i settori, situazione forse mai prima registrata quando si intravedeva almeno nei comparti emergenti una certa vitalità. Sono critici sia i dati della provincia che quelli del comune di Messina, dove in questi giorni si sono levate critiche contro l’Esecutivo di Palazzo Zanca ma sono venuti anche suggerimenti per lavorare su un modello di sviluppo che sembra ancora definito, e non solo a livello locale. L’elevata mortalità delle aziende è certamente espressione della fragilità economica del territorio. A incidere negativamente è anche un tessuto imprenditoriale spesso improvvisato, frammentato e debole, incapace di affrontare le complessità del sistema.

Tavolo permanente di confronto con tutti i soggetti interessati

Cercare strategie per arginare la cessazione delle attività, incentivare nuova imprenditoria, rendere il territorio appetibile per gli investimenti. Sono questi gli obiettivi del tavolo permanente di confronto con tutti i soggetti interessati, proposto dal sindaco Federico Basile. Una cabina di regia unica in cui i ruoli vanno distinti. Anche le associazioni di categoria – come Confesercenti e Confcommercio, ma anche Camera di Commercio – premono per un’azione comune attraverso cui indirizzare chi vuole aprire un’attività verso ambiti che hanno una domanda sul territorio.

Un lavoro non semplice che si deve innestare su quella strategia che l’Amministrazione sta portando avanti: il brand Messina città della musica e degli eventi, avviato da Cateno De Luca e su cui Basile e la sua squadra vogliono andare avanti, convinti che stia portando dei risultati. Risultati che ancora i numeri però non registrano.

Nel 2023 a Messina il saldo tra imprese iscritte e quelle cessate è di meno 536 (in provincia di 1116). I settori più colpiti il commercio con -152 e le costruzioni con -82 ma anche le attività manifatturiere che hanno avuto un saldo negativo tra aperture e chiusure di 43. Non vanno bene però neppure quei comparti più legati alla strategia su cui si sta puntando, cioè attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-36) e noleggio agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (-13) o attività sportive artistiche e di intrattenimento (-9).

Leggera la flessione dei lavoratori impiegati complessivamente dalle imprese messinesi: erano 45.427 nel 2022, nel 2023 sono 45.243, ma è un dato che fotografa solo parzialmente la realtà, visto l’alto tasso di lavoratori in nero e irregolari.

Basile ha sempre ribadito che il Comune non può creare posti di lavoro o dire agli imprenditori cosa fare. Può creare opportunità di sviluppo e lo sono anche le infrastrutture, i servizi pubblici che funzionano, una città pulita con più spazi verdi e meno auto. Molti commercianti, a prescindere dalle posizioni dei rappresentanti di categoria, ritengono che isola pedonale, piste ciclabili e cordoli siano per buona parte responsabili di molte chiusure di attività in centro. Per il primo cittadino il crollo dell’imprenditoria messinese ha delle cause più complesse che non si possono ricondurre a un’idea di città moderna a cui bisogna prima o poi abituarsi. E in attesa del Ponte sullo Stretto bisogna lavorare su quello che la città ha già.

Non sono sulla sua linea i consiglieri comunali dell’opposizione di Lega e Prima l’Italia Mirko Cantello, Giulia Restuccia ed Emilia Rotondo e Giuseppe Villari e Amalia Centofanti. “Mentre le aziende chiudono – hanno affermato – il sindaco parla ancora di brand, spettacoli e cabine di regia. Mette in dubbio la valenza economica che la costruzione del Ponte sullo Stretto avrà per il nostro territorio, dichiarando che è una grande incognita che può portare grandi risorse così come grandi delusioni. Basile dice di lavorare su quello che abbiamo, ma non dice cosa abbiamo: abbiamo una città con un tasso di disoccupazione altissimo, nella quale interi quartieri hanno l’acqua con il contagocce. Abbiamo una città che ignora i bisogni delle periferie. Abbiamo una città con una mobilità folle”.

“La situazione è grave – hanno concluso i consiglieri – e in attesa che partano i lavori del Ponte sullo Stretto, dall’Amministrazione Basile ci aspettiamo risposte concrete: non fumose cabine di regia o concerti estivi”.

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