Messina, si temono ancora ritardi per il nuovo Palagiustizia - QdS

Messina, si temono ancora ritardi per il nuovo Palagiustizia

Lina Bruno

Messina, si temono ancora ritardi per il nuovo Palagiustizia

sabato 16 Marzo 2024

Nei giorni scorsi il Genio civile ha presentato la richiesta di ulteriori verifiche sugli immobili che dovranno ospitare gli uffici giudiziari. Le parole del dg del Comune, Puccio: “L’importante è fare tutto a regola d’arte”

MESSINA – Per il momento nessun rallentamento nei tempi di adeguamento dei due plessi acquistati dal Comune per il nuovo Palagiustizia satellite. Il Genio civile nei giorni scorsi ha chiesto alle ditte che stanno vendendo gli immobili (la Unire 54 Spa e Unire 100 Srl, con amministratore unico l’imprenditore messinese Massimo Fiore) la verifica dei codici di sicurezza e vulnerabilità sismica degli ex Banco di Roma e Cassa di risparmio Sicilcassa.

I consiglieri comunali di FdI Libero Gioveni, Dario Carbone e Pasquale Currò – che pure hanno votato la delibera di acquisto degli edifici e non escludono di portare direttamente in Aula la questione in una seduta straordinaria del Consiglio – in una interrogazione, dopo essersi confrontati con alcuni tecnici, hanno sollevato dei problemi collegati alle richieste di approfondimento tecnico dell’Ufficio regionale, parlando di approccio superficiale alla vicenda da parte dell’Amministrazione.

“Il Comune – chiarisce il direttore generale Salvo Puccio – ha il ruolo di intermediatore per l’acquisto (utilizzando i fondi stanziati in passato, circa 17 milioni, dal Ministero della Giustizia) del plesso destinato a secondo Tribunale e che la ditta deve fornire in perfette condizioni”.

Gli immobili in questione, contestano i consiglieri di FdI, essendo catalogati come edifici di “interesse strategico”, avrebbero dovuto essere sottoposti, prima del loro uso, all’obbligo di carotaggi, prove sul ferro delle armature, prove di carico sui solai, rispetto dei codici di sicurezza, un po’ come è già stato fatto per le scuole.

Per questo, prima di riaprirli all’uso pubblico, occorre adesso accertare che tutte queste azioni tecniche e di verifica siano state eseguite secondo il capitolo 8.3 del vigente Decreto ministeriale “Norme tecniche delle costruzioni” del 2018. “Riteniamo, purtroppo con molta preoccupazione – evidenziano Gioveni, Currò e Carbone – che, trattandosi di edifici di interesse strategico, sarà rifare tutte le verifiche con un codice di sicurezza doppio di quello che probabilmente è stato utilizzato fino adesso; verifiche che certamente dovranno essere estese agli interi edifici e non solo ad una parte. Ciò comporterà l’esecuzione di decine di carotaggi sulle intere strutture e decine di verifiche per ogni piano, sulle armature di pilastri e travi, oltre a prove di carico sui singoli solai”.

Occorrono interventi per garantire la sicurezza

La valutazione di sicurezza – insistono i tre consiglieri comunali – senza la quale ci sembra di capire che il Genio civile non rilascerà il parere, dovrà permettere di stabilire se l’uso delle costruzioni possa continuare in sicurezza o se addirittura la destinazione d’uso debba essere modificata e quindi gli immobili destinati ad altra funzione”.

“Non è l’appalto di un progetto del Comune – chiarisce Puccio – è una forma particolare di acquisto di un immobile che non era agibile e si deve adeguare secondo quanto pattuito, c’è una polizza a valere dell’anticipazione. Inoltre, non si acquisterà se l’immobile non risponderà a tutti i requisiti richiesti dalle normative vigenti secondo le prescrizione di tutti gli enti e secondo le norme di sicurezza che sono rigide per gli edifici di rilevanza strategica come un Palazzo di giustizia”.

“Il Genio civile – prosegue – ha fatto la richiesta alla ditta che ha presentato il progetto, noi stiamo facendo da controllore affinché le procedura si concludano secondo le norme. Sono edifici chiusi da tanto tempo e anche alla luce delle nuove normative in materia di sicurezza sismica e sul lavoro, era abbastanza prevedibile che gli immobili non sarebbero stati in regola”.

“Il Genio civile – aggiunge Puccio – ha fatto una richiesta di legge come anche noi Comune, Dipartimento urbanistica, abbiamo fatto delle richieste alla ditta che si sta avvalendo di suoi professionisti, che ci devono mettere in condizione di valutare l’agibilità da tutti i punti di vista. Nessuna procedura elusa, tutti gli enti coinvolti devono dare i loro pareri ed è normale che verifichino che tutti i parametri di sicurezza siano rispettati. Sono procedure che richiedono ovviamente tempo”.

Tempi dell’avvio dei lavori previsto per aprile

Altro interrogativo posto dai consiglieri è quello sui tempi dell’avvio dei lavori previsto per aprile. “Non c’è nessuna comunicazione – conclude il direttore generale del Comune – da parte della ditta di slittamento degli interventi, ma dopo decenni di attesa non credo che possa costituire un problema se ci fosse il rinvio di qualche mese. L’importante è che tutto venga fatto a regola d’arte. Compriamo un prodotto che deve essere perfetto, gli 8 milioni sono l’anticipo sull’acquisto, fatta dietro presentazione di polizza fideiussoria.Se non si dovesse concludere l’acquisto perché non c’è qualche agibilità si agirà di conseguenza”.

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