Mezzogiorno federato, appena nato, punta al Recovery Plan - QdS

Mezzogiorno federato, appena nato, punta al Recovery Plan

redazione web

Mezzogiorno federato, appena nato, punta al Recovery Plan

lunedì 10 Maggio 2021

L'ex ministro Signorile, "Uniamo poteri a Costituzione invariata perché non si trasformi in un'occasione perduta". La federazione delle regioni del Sud "Interlocutrice del Governo e dell'Ue"

“Federare i poteri delle regioni meridionali per impedire che il Recovery Plan si trasformi in un’occasione perduta”.

Questo il progetto di Movimento Mezzogiorno Federato (Mmf), nuova realtà politica nata da un appello di Claudio Signorile, storico esponente del Psi, firmato da un centinaio di personalità provenienti dal mondo imprenditoriale, politico, accademico e del volontariato.

Signorile, eletto presidente di Mmf, a margine dell’Assemblea Costituente del Movimento, ha illustrato la linea.

“Il problema urgente – ha detto – è quello di federare i poteri delle Regioni meridionali perché procedano compattamente: con idee chiare sull’aspetto dei progetti che debbono essere sostenuti; con scelte corrette sul piano delle strategie; con una precisa individuazione dei finanziamenti”.

“Il Mezzogiorno federato – ha sottolineato – nell’assegnazione dei fondi del recovery plan deve essere protagonista ed interlocutore a livello del governo nazionale e dell’Ue”.

Obiettivo che Mmf persegue anche grazie a rapporti con Animi (Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia) e Svimez (associazione privata senza fini di lucro, che include nel suo statuto lo scopo di promuovere lo studio delle condizioni economiche del Sud d’Italia).

“Due associazioni – ha detto Signorile – che hanno sviluppato questo sistema per il Sud di cui noi facciamo parte e lo hanno presentato in modo informale al Presidente Mattarella”.

Per giungere alla federazione tra Regioni, per Signorile, occorre “Unire poteri su progetti, a Costituzione invariata”.

Il riferimento è a due articoli: il 117 – che individua le materie di disciplina dello Stato, delle Regioni o concorrente, ossia di competenza sia statale che regionale – e l’articolo 132 che prevede si possa “disporre la fusione di Regioni esistenti o la creazione di nuove Regioni ….” o “consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra”.

Ma l’attenzione all’articolo 132 “noi la proiettiamo al di là del tempo”.

“Allo stato attuale – ha sottolineato il presidente di Mmf – guardiamo al 117”.

L’ex ministro socialista ha ammesso però di non aver avvertito “la comprensione delle dimensioni e dell’urgenza del problema” da parte delle Regioni.

“Si continua a pensare – ha detto – che sia una cosa di tipo istituzionale, generica retorica, mentre è di grande e importante urgenza”.

“Il vero problema – ha dichiarato Signorile – è mobilitare e penetrare negli interessi del territorio. Bisogna portare dentro tutta la forza di una realtà di diciotto milioni di abitanti, produrre progetti e sollecitare le coscienze”.

Scongiurando l’eventualità che le proposte di riforme nel Sud non siano più “divise, isolate in velleitarie indicazioni anche di grandi progettualità”.

Oggi più che mai dopo una pandemia “i cui effetti saranno devastanti se non si trovano degli strumenti adeguati di correzione”.

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