Migranti, strage Lampedusa: corona di fiori all'Altare della Patria

Migranti: Arci, a 10 anni da strage Lampedusa corona di fiori all’Altare della Patria

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Migranti: Arci, a 10 anni da strage Lampedusa corona di fiori all’Altare della Patria

Redazione  |
martedì 03 Ottobre 2023

A 10 anni dalla strage di Lampedusa l’Arci ricorda le vittime portando una corona di fiori davanti all’Altare della Patria a Roma.

A 10 anni dalla strage di Lampedusa l’Arci ha voluto ricordare le migliaia di vittime delle frontiere portando una corona di fiori davanti all’Altare della Patria a Roma. “Siamo da sempre a fianco delle vittime delle frontiere e delle loro famiglie chiediamo che l’Italia e l’Europa facciamo qualcosa di concreto per fermare le stragi e non continuino nella direzione sbagliata indicata dalle destre xenofobe – spiega Walter Massa, presidente nazionale Arci – Dopo la missione Mare Nostrum, chiusa ingiustamente, i governi che si sono succeduti dal 2013 a oggi hanno messo in campo scelte che aumentano i rischi per chi scappa da guerre, violenze e persecuzioni e per chi non riesce ad accedere alle poche vie d’accesso legali disponibili facendo allo stesso tempo aumentare gli affari dei trafficanti. Impedire le partenze e fare accordi con autocrati e dittatori non è la soluzione ma è il problema – conclude – Pagare Erdogan, le milizie libiche o il nuovo autocrate tunisino Sayed non è solo sbagliato e inefficace, ma produce l’effetto opposto a quello voluto dai governi”.

Le parole di Filippo Miraglia

“Con i soldi europei – afferma Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione di Arci nazionale – aumentano repressione e conflitti, come dimostrano la Libia e la Tunisia, e sul medio e lungo periodo ci saranno più persone che scappano e che, non avendo alternative, sono obbligate a mettersi nelle mani dei trafficanti. Dal 2016 ad oggi più di 110 mila persone sono state riportate indietro nei lager libici, operando di fatto dei respingimenti, con il sostegno dell’Italia e dell’Europa. Ancora una volta – aggiunge – chiediamo che l’Unione Europea si faccia carico della ricerca e salvataggio per evitare altre morti e tragedie. Dal 2013 a oggi più di 28 mila persone hanno perso la vita nel tratto più pericoloso al mondo. Chiediamo che si smetta di attaccare chi fa accoglienza e chi salva vite umane”.

“Su 108 milioni di persone obbligate a lasciare le loro case in tutto il pianeta in Europa ne arrivano pochissime. E l’Italia continua ad essere uno dei Paesi che accoglie meno in Europa. Basta propaganda – conclude Miraglia – Basta alimentare odio per fini elettorali. È il momento di invertire la direzione e cominciare a fare quello che dicono la Costituzione e le convenzioni internazionali”.

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