Migranti, finalmente si parla degli sbarchi fantasma - QdS

Migranti, finalmente si parla degli sbarchi fantasma

redazione

Migranti, finalmente si parla degli sbarchi fantasma

lunedì 30 Settembre 2019

Dopo un colpevole silenzio sul fenomeno da parte dell'ex ministro. Duecento arrivi ieri tra Sicilia e Sardegna. Salvini fa la vittima, "Mi è arrivato l'ennesimo fascicolo del Tribunale dei ministri". E Di Maio, "Dopo le redistribuzioni, in settimana i rimpatri"

Finalmente, dopo un colpevole silenzio durato mesi, il ministero dell’Interno non più leghista, toglie il velo sugli sbarchi fantasma e si scopre che, soltanto ieri, ci sono stati duecento arrivi tra Sicilia e Sardegna.

La notte scorsa due barchini, con a bordo 15 e 16 tunisini, sono stati avvistati a poca distanza dalla costa di Lampedusa, da una motovedetta della Guardia di finanza che li ha guidati in porto. Salgono così a undici, a partire da sabato sera, le piccole imbarcazioni di migranti approdate sull’isola. Il più grande era un guscio di legno di otto metri, impossibile che fosse partito dall’Africa.

Complice il bel tempo inaspettato, infatti, dalle coste africane continuano a partire le navi madre dei trafficanti di uomini che, vicino alle coste italiane, mettono in mare dei barchini con cui i migranti raggiungono la terraferma.

Un sistema criminale che non si è mai fermato, come aveva rivelato, fin dal marzo scorso, il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello che per questo non era stato più intervistato sull’argomento da diverse testate giornalistiche.

La macchina della propaganda del capo della Lega Nord, l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, funzionava alla perfezione: si puntava tutta l’attenzione sulle navi delle Ong, con a bordo qualche centinaio di persone, e si perpetrava la bufala dei porti chiusi (in un Paese con 7.600 chilometri di costa!) tacendo sullo stillicidio di arrivi. Vero è che il numero veniva riportato sul “cruscotto” del sito del Viminale, ma non veniva indicata la provenienza.

I riflettori di stampa e social media erano puntati solo sulle “sfide” di Salvini: guadagnava consensi bloccando a bordo delle navi dei disperati e protestando quando veniva accusato di sequestro di persona. Il Tribunale dei ministri aveva chiesto, per quest’accusa, l’autorizzazione a procedere per il capo della Lega Nord, scampato grazie all’aiuto degli ex alleati grillini dopo una provvidenziale votazione sulla piattaforma Rousseau.

E adesso, Salvini, è tornato a fare la vittima e il difensore del sacro suolo italiano: “Sabato mi è arrivata l’ennesimo fascicolo del Tribunale dei ministri per sequestro di persona” ha detto ieri.

“Deciderà nei prossimi novanta giorni”, ha aggiunto, quindi “dicembre, mi fanno magari il regalo di Natale”.

Ma nei quattordici mesi del suo mandato Salvini non aveva mai fatto quello che il nuovo governo ha realizzato in pochi giorni: un colloquio con l’Europa per i rimpatri.

“Oggi – ha detto il ministro degli esteri Luigi Di Maio – il 75% dei migranti che arriva in Italia va in altri Paesi europei: con la redistribuzione non si risolve il problema, ma così noi respiriamo”.

Di Maio annuncia annuncia che in settimana farà un’altra cosa che Salvini aveva promesso ma non realizzato, ossia emetterà “provvedimenti per accelerare la procedure di rimpatrio”.

Intanto la situazione a Lampedusa rimane grave: cinquanta immigrati hanno già lasciato l’isola con un pattugliatore della Guardia di finanza diretto a Porto Empedocle (Agrigento).

Altri novanta saranno imbarcati sul traghetto di linea che giungerà a Porto Empedocle in serata.

Con il doppio trasferimento, temendo anche che l’ondata dei micro sbarchi non sia finita, si prova ad alleggerire il numero delle presenze nell’hotspot dove, la notte scorsa, erano in trecentotrenta circa a fronte dei 95 posti disponibili.

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