Migranti, Richard Gere, Salvini? Non mi interessa - QdS

Migranti, Richard Gere, Salvini? Non mi interessa

redazione

Migranti, Richard Gere, Salvini? Non mi interessa

sabato 10 Agosto 2019

L'attore a Lampedusa per sostenere Open Arms, "Non potevo credere all'odio degli italiani, certi politici agiscono come se nel dividere ci fosse un guadagno". Altre 39 persone salvate dalla Ong. Ancora silenzio sugli sbarchi fantasma

“Non sono interessato a Salvini, i politici invece di aiutare queste persone le demonizzano e questo deve finire e può finire se lo facciamo finire noi. Il mio unico interesse è aiutare questa gente. Basta”.

Lo ha detto l’attore Richard Gere rispondendo ai cronisti, nell’aeroporto di Lampedusa (l’attore era già stato nell’Isola qualche anno fa e aveva conosciuto “le orribili storie dei rifugiati”), durante una conferenza stampa assieme a Open Arms.

“Abbiamo presentato un esposto alla Procura di Roma e a quella di Agrigento per verificare se tutto ciò non rappresenti una fattispecie di reato” hanno annunciato Oscar Camps, fondatore Open Arms, il presidente Riccardo Gatti, presenti con Gere e Gabriele Rubini (Chef Rubio), cuoco e fotografo.

E durante l’incontro con i giornalisti è stato reso noto che altre 39 persone sono state tratte in salvo da Open Arms, in acque internazionali, con la stessa imbarcazione al largo di Lampedusa con 121 migranti a bordo.

“Stamattina, poco prima delle 6 – ha raccontato Gatti – è arrivata una motovedetta maltese e quando ci apprestavamo a trasferire i naufraghi sull’unità militare da Malta abbiamo ricevuto un no allo sbarco di tutte le persone: autorizzavano soltanto i 39 soccorsi la scorsa notte. Così abbiamo dovuto rinunciare”.

“Deve essere interrotta subito – ha affermato con forza Richard Gere – questa situazione di stallo della Open Arms. Adesso. A bordo la situazione è grave, ci sono persone che vivono ammassate e se la condizione non è peggiore è grazie ai volontari della nave. Tutti noi che siamo saliti a bordo e abbiamo potuto notare che le 121 persone sono state accudite bene dalla Open Arms, ma sulla barca sono strettissimi e l’equilibrio è pronto a rompersi. Molte di queste persone sono state già su delle barche, sono state riportate in Libia e torturate e poi di nuovo in viaggio”.

“Amo moltissimo gli italiani – ha poi detto l’attore americano -, la vostra generosità e la gioia di vivere. Eppure ho notato che qualcosa è cambiato: ci sono state delle difficoltà per arrivare, con una barca, per portare viveri, alla Open Arms. La prima barca che avevamo trovato non ci ha accompagnati perché temeva ripercussioni”.

“Ero in vacanza vicino Roma con la mia famiglia – ha detto -, quando ho sentito quanto stava accadendo e del decreto passato in Italia. Non potevo credere che i miei amici italiani potessero tirare fuori quest’odio. Non sono italiano e sono restio a parlare della situazione politica dell’Italia odierna. Anch’io vengo da un Paese dove viene demonizzato chi arriva dal Messico, da El Salvador, da Panama, dall’Honduras. Sembra che ci sia una generazione di politici che mette la propria energia nel dividere le persone, come se nel dividere ci fosse del guadagno. Che è una cosa idiota: siamo tutti interdipendenti”.

“Open Arms – ha poi raccontato – l’ho conosciuta qualche anno fa a Barcellona. Mio figlio che è qui con me a Lampedusa è rimasto molto colpito da questa vicenda e soprattutto dagli operatori di Open Arms, che hanno un cuore enorme oltre a una grande professionalità: io stesso dopo questa esperienza farò ancora di più. Se non ci fosse stata l’Open Arms questi naufraghi sarebbero morti. Queste persone non hanno la visione del futuro, ma solo l’immediata esigenza di lasciare il luogo degli orrori, la Libia. E sono pronti a morire per fare questo”.

L’attore ha raccontato la sua esperienza, ieri, a bordo della Open Arms: “Hanno tutti toccato il mio cuore: hHo parlato con un gruppo di donne sulla nave, una nonna, con la figlia e i nipotini. La loro storia è orribile: hanno minacciato di fare del male al resto della famiglia se la mamma dei bambini non si fosse concessa sessualmente più volte e lei si è sacrificata”.

Gere ha poi sottolineato che molti migranti del Mediterraneo “A differenza di quello che dicono i politici, i governi e qualche giornale, sono in maggioranza cristiani”.

All’appello di Open Arms ha risposto dell’assessore partenopeo Laura Marmorale che ha scritto al Comandante: “Ricordate sempre che il porto di Napoli è aperto, la città di Napoli non ha paura di 160 persone. Sappiamo di non essere soli. Il 31 luglio scorso i comuni della Campania che hanno progetti Sprar, che credono in una accoglienza degna, insieme ad altrettanti enti del terzo settore riuniti a Napoli hanno dimostrato che i nostri territori sono lontani da propaganda e retorica. Saremo pronti ad accogliervi e a trovare un luogo sicuro per tutti e tutte. Napoli non lascerà soli chi antepone la vita delle persone agli interessi e al potere personale!”.

Molto in difficoltà il capo della Lega Nord Matteo Salvini, ministro dell’interno del governo in crisi, che, costretto a rifugiarsi nel consueto populismo, ha mandato a dire a Gere “porti a Hollywood, col suo aereo privato, tutte le persone a bordo e le mantenga nelle sue ville”.

Ovviamente continuano, nel silenzio assoluto del Viminale, gli sbarchi fantasma: sei migranti su una barca sono arrivati autonomamente sull’isola di Linosa nelle Pelagie la scorsa notte.

I sei sono stati rifocillati con prodotti comprati dal vigile urbano dell’isola per conto del Comune.

Intanto altri 80 migranti sono stati soccorsi questa mattina al largo della Libia dalla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere che ieri aveva salvato 85 persone ed era rimasta in zona di ricerca e soccorso.
“Abbiamo appena completato il secondo salvataggio in meno di 24 ore – scrivono le ong su twitter – Più di 80 persone sono state salvate da un gommone in difficoltà nel Mediterraneo centrale questa mattina e ora sono al sicuro a bordo”.

Sulla nave, alla quale il governo italiano in crisi ha notificato il divieto d’ingresso nelle acque territoriali italiane, ci sono ora più di 160 migranti.

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