Migranti, Salvini e l'imbroglio della Mare Jonio - QdS

Migranti, Salvini e l’imbroglio della Mare Jonio

redazione

Migranti, Salvini e l’imbroglio della Mare Jonio

martedì 03 Settembre 2019

Il Viminale, che ha autorizzato ieri lo sbarco per motivi sanitari, ha poi disposto il sequestro della nave. La Ong, "Vendetta di chi non tollera che l'umanità prevalga". E due senatori presentano un esposto alla Procura sulla vicenda

“Abbiamo fatto ingresso in acque territoriali con l’autorizzazione formale della Guardia costiera e adesso ci contestano la violazione del Decreto Sicurezza Bis”.

Sono sconcertati i rappresentanti della Ong italiana Mediterranea Saving Humans, per l’ultimo colpo di coda del capo della Lega Nord e (ancora) ministro dell’Interno Matteo Salvini.

E fonti del Viminale hanno confermato che nelle ultime ore la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro la nave Mare Jonio, al momento alla fonda nell’isola di Lampedusa.

Ieri, nell’isoletta dell’agrigentino, si era concluso il viaggio dei 31 naufraghi rimasti sulla nave dopo i continui appelli allo sbarco e lo sciopero della fame dei migranti, che avevano rifiutato cibo ed acqua.

A seguito di un’ispezione dei medici degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf), era stata accertata la mancanza delle “condizioni igienico-sanitarie idonee” per far rimanere i 31 sulla Mare Jonio.

Gli ospiti erano quindi stati trasbordati su una motovedetta della Guardia costiera che li aveva sbarcati a Lampedusa.

La nave della ong si era mantenuta fuori dalle acque italiane rispettando così formalmente il divieto di ingresso ed evitando il possibile sequestro.

Che però, poi, è stato attuato.

“È l’ultima vendetta di chi non tollera che l’umanità prevalga” hanno commentato i responsabili di Mediterranea Saving Humans, che adesso chiedono conto a Salvini di quest’ultimo imbroglio.

L’esposto di due senatori sulla vicenda

Ma non solo loro: un esposto sulla vicenda della Mare Jonio, nave che aveva “tratto a bordo molti naufraghi ed alla quale era stato interdetto l’ingresso in acque italiane, impedendo così lo sbarco delle persone salvate e quindi il completamento obbligatorio delle operazioni di salvataggio”, è stato presentato alla procura di Roma dai senatori del gruppo Misto Gregorio de Falco e Saverio De Bonis e dall’avvocato Alessandra Ballerini.

La Mare Jonio, ricordano i tre, “è un nave italiana, alla quale è stato impedito l’ingresso in acque territoriali italiane, creando una situazione assurda: volendo, infatti, anche ammettere – almeno come ipotesi di scuola – che contro la nave italiana vi possano essere elementi per indagini, chi le dovrebbe effettuare se non la magistratura italiana? E se si arrivasse al processo, quali sarebbero, se non quelli italiani, i tribunali chiamati a giudicare? Quindi, oltre che ingiusto, il divieto di ingresso nelle acque territoriali e di sbarco, è anche insensato dato che sottrae alla giustizia italiana una nave italiana, eventualmente accusata di reati”.

La Procura indaghi sulle violazioni di norme internazionali

L’esposto, in particolare, chiede che la Procura avvii “un’indagine finalizzata a verificare le violazioni delle norme internazionali vincolanti in materia di tutela dei diritti umani e la sussistenza dei reati di omissione e rifiuto di atti d’ufficio, di omissione di soccorso e di sequestro di persona e di ogni altra ipotesi criminosa ravvisabile, anche al fine di individuare i responsabili delle condotte poste in essere”.

Viene inoltre chiesto di “accertare l’esistenza e la comunicazione di divieti ministeriali o di altra origine circa la possibilità di approdare in Italia della Nave Jonio, le comunicazioni intercorse tra il Ministero degli Interni, il Ministero dei Trasporti, il Ministero della Difesa, la Presidenza del Consiglio, la capitaneria di Porto di Lampedusa e Mrcc Roma in riferimento al divieto di sbarcare in Italia ai danni della Nave Mare Jonio e quelle tra Mrcc Roma (centrale di soccorso Guardia costiera italiana) e Nave Mare Jonio”.

Il sequestro amministrativo della Eleonore

Intanto, gli atti del sequestro amministrativo da parte della Guardia di finanza della nave Eleonore della ong tedesca Mission Lifeline sono stati trasmessi al prefetto di Ragusa che poi ha provveduto a notificarli al comandante per le eventuali controdeduzioni.

“E’ un procedimento amministrativo a tutti gli effetti – dice il prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza – che ha la sua tempistica e il suo iter. Intanto al comandante è stata affidata in custodia la nave sequestrata”.

Il prefetto di Ragusa aspetterà le controdeduzioni di comandante e capo missione prima di procedere alla sanzione, il rischio è la confisca della nave.

Mediterraneo, “Torneremo dove bisogna essere”

“Torneremo dove bisogna essere – ha commentato editerranea saving humans dopo il sequestro della Mare Jonio -, come abbiamo sempre fatto. A chi ha deciso di fermare ancora Mare Jonio, resta però il peso e la responsabilità, oltre a tutte le altre, di tenere lontana un’altra nave, per giorni o settimane, dalla possibilità di salvare chi anche in questo momento sta rischiando di annegare. Chi ha tentato questo ultimo atto di cattiveria vendicativa e insulsa si rassegni. Nei nostri occhi, come in quelli di questo Paese, rimane la Nave dei bambini, quella che è arrivata appena in tempo, quella che ha strappato 98 persone dalla guerra e dalla morte in mare. La loro forza, il loro sorriso, il loro futuro, è quello che conta”.

Sono 237 le vite salvate nel 2019 da Mediterranea Saving Humans, si sottolinea, e la nave, “diventata simbolo di un’Italia che non ha paura, che non si fa ingannare, che è riuscita, nonostante tutto, a conservare l’anima e il cuore, e a ricordare che non è disprezzando la vita che si conquistano i diritti: che o ci si salva insieme, o non si salva nessuno”.

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