Migranti, truffa all'Inps con falsi braccianti - QdS

Migranti, truffa all’Inps con falsi braccianti

redazione

Migranti, truffa all’Inps con falsi braccianti

martedì 23 Luglio 2019

Oltre trecento persone indagate in due operazioni a Ragusa della Guardia di Finanza. Sequestrati beni per sessantacinquemila euro e bloccati pagamenti per circa quasi mezzo milione. Indebite indennità per un milione di euro

Due operazioni che hanno portato alla scoperta di altrettante organizzazioni responsabili di truffa ai danni dell’Inps, favoreggiamento all’immigrazione clandestina e caporalato sono state portate a termine dalla guardia di Finanza di Ragusa.

Sarebbero state accertate indebite indennità a favore di falsi braccianti agricoli per un milione di euro.

Alle ore 10:30, nella sala polifunzionale del comando provinciale Gdf, in Piazza Libertà 6, il col. Giorgio Salerno terrà una conferenza stampa in cui verranno resi noti i dettagli delle indagini. Alla conferenza parteciperà il Procuratore Fabio D’Anna.

Ammonta ad oltre 65 mila euro il valore dei beni sequestrati dalla Guardia di finanza di Ragusa agli indagati nelle due operazioni che hanno portato alla scoperta di altrettante organizzazioni responsabili di truffa ai danni dell’Inps, favoreggiamento all’immigrazione clandestina e caporalato.

I militari hanno anche bloccato pagamenti da parte dell’Inps per circa 470 mila euro.

Le operazioni sono state denominate “Ingaggio” e “Mercurio”.

Nella prima, nella quale risultano indagate centoottanta persone, le Fiamme Gialle hanno eseguito una ordinanza che dispone la custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore agricolo di Comiso, di 32 anni, e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per altre tre persone: un ragazzo di 22 anni, fratello dell’imprenditore, e un uomo di 44 anni, imprenditore agricolo di Santa Croce Camerina.

Nella seconda operazione le Fiamme Gialle hanno eseguito un provvedimento che dispone l’obbligo di dimora nei confronti di tre persone: un imprenditore agricolo di Ispica di 46 anni, e di due braccianti agricoli tunisini di 41 e 54 anni.
L’operazione “Ingaggio” è stata condotta dalla Compagnia di Ragusa ed è partita dall’analisi di una evidente sproporzione tra le giornate di lavoro che gli imprenditori segnalavano all’Inps ogni mese e quelle desunte dai dati statistici regionali sulla base dei terreni in uso agli indagati.

Le investigazioni hanno permesso di accertare come l’imprenditore, avvalendosi anche della complicità del consulente del lavoro, a fronte di circa duemila giornate necessarie per l’esecuzione delle colture dichiarate, avrebbe effettuato comunicazioni all’Istituto previdenziale per l’assunzione fittizia di circa quattrocento posizioni di operai a tempo determinato per un totale di 16.852 giornate di lavoro dichiarate.

Sono state anche riconosciute nei confronti dei titolari delle azienda agricole ipotesi di reato di sfruttamento dell’immigrazione clandestina.

Nella seconda operazione, nella quale sono indagate 113 persone gli uomini della Tenenza e della sezione operativa navale di Pozzallo sono riusciti a dimostrare come il titolare di una ditta individuale che operava a Ispica nel settore della vendita all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli avesse messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere finalizzata ai reati di truffa aggravata, falso, favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina, emissione di fatture per operazioni inesistenti, lesioni aggravate ed omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Secondo quanto accertato l’uomo avrebbe ingaggiato fittiziamente centinaia di braccianti agricoli al fine di creare i presupposti per far conseguire loro, dietro compenso, l’indennità di disoccupazione, assegni familiari, ed alte indennità e, in alcuni casi, un valido titolo per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno e accedere all’istituto del ricongiungimento familiare.

L’uomo, sebbene non risultasse né proprietario né locatario di fondi agricoli, avrebbe creato un ramo d’azienda del tutto fittizio attivo nel settore della raccolta del frutto pendente, assicurandosi i vantaggi contributivi per i produttori agricoli. L’organizzazione criminale è risultata in grado di fornire svariati servizi ai soggetti extra-comunitari per i quali veniva stilato un vero e proprio tariffario a seconda delle esigenze.

Il bilancio delle due operazioni è di 293 indagati, di oltre 250 lavoratori risultati fittiziamente assunti nell’ambito di aziende agricole e l’indebito percepimento di indennità riconosciute ai fittizi lavoratori per oltre un milione di euro, la metà dei quali è stata bloccata prima che l’Inps pagasse.

Nelle due operazioni inoltre sono stati identificati 59 lavoratori stranieri che risultavano residenti tra Ispica e Pozzallo ma invece non lo erano.

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