Lo stretto legame tra il recente caso Lacerenza e il sovranismo imperante che sta distruggendo gradualmente il clima di pace, indipendenza e sicurezza costruito dal Dopoguerra in poi.
Se dovessi scegliere tra le ultime notizie che mi fanno riflettere maggiormente, rischio di fare un volo pindarico collegando il caso della Gintoneria che sta spopolando sulle tv e il sovranismo imperante che circonda l’Europa.
Le vicende condividono lo stesso sguardo sprezzante di Lacerenza – proprietario del locale – mentre ingurgita cocaina o alcol (o entrambi) e del presidente Trump o del presidente Putin mentre sfidano interlocutori e telecamere.
Mi colpisce vedere come parte, per fortuna minoritaria, degli italiani considera quello stile di vita uno status da imitare, quando invece quel tipo di “divertimento” individua soltanto un potente degrado culturale e intellettivo surreale nell’era del digitale, un’ignoranza dei valori e un’astinenza dai valori che include considerare le donne al pari di “cavalle”.
D’altra parte, le similitudini negli atteggiamenti e nei comportamenti sono notevoli e vistose: sessismo, patriarcato, arroganza, sfida delle regole senza rispetto delle stesse, delirio di onnipotenza con relativa esposizione della forza e potrei continuare a lungo… Indurre le persone a credere che le soluzioni trumpiane siano le uniche possibili o che cocaina e prostitute siano un modello di “divertimento” considerato “normale” – a Milano come anche in molte altre città italiane – riporta indietro nel tempo. Ma per costoro cosa è la normalità? Non possiamo ritenere normale – ma, al contrario, fortemente volgare – lo sperpero di denaro usando lo champagne per lavare la Ferrari, perché è un modo eticamente vergognoso di comportarsi verso quei milioni di persone che vivono sotto la soglia della povertà; non è affatto normale guadagnare attraverso lo sfruttamento delle donne o delle persone in genere, non è normale avere invaso un Paese democratico come l’Ucraina, non è normale offendere l’Europa dando ai suoi cittadini degli scrocconi.
I parallelismi che vi propongo possono sembrare forzature, ma non lo sono. I casi e i comportamenti sopra descritti sono tutti figli della stessa madre che ci allontanano, se diamo loro spazio, dalla civiltà, dalla democrazia, dalla libertà. È in atto uno scontro di civiltà e di pensiero in cui dobbiamo fare chiarezza tra chi è vittima e chi è aggressore senza capovolgere in alcuna misura i ruoli; in cui non deve prevalere il pensiero unico, quindi assoluto, poiché ciò che è assoluto non dà spazio ad altre opinioni e a soluzioni alternative basate su visioni del mondo e prospettive differenti.
In questo momento storico, sembra che l’unico valore che conti sia la FORZA – come accadeva tra gli uomini primitivi -, che sposta l’asse della D.E.I (Diversità, Equità, Inclusione) verso il paradigma L.O.O. /Lealtà, Obbedienza, Ossequio), come ha scritto A. Stanley su Air Mail, parole e concetti lontani dal progresso e dalla democrazia liberale. Draghi ha detto che bisogna fare tutto quello che serve (“whatever it takes”, a qualunque costo), per uscirne, poiché il mondo confortevole che conoscevamo è finito. Perciò, invece di dare spazio al Gin e annessi, anziché avere paura di fronte ai Trump e annessi, ritroviamo il coraggio e quei nostri valori che dal Dopoguerra hanno spinto l’UE a portare pace, indipendenza, sicurezza. E difendiamoci dalla forza bruta, dall’arroganza e dall’ignoranza crassa, nemici assoluti della libertà e della cultura occidentale.