Ora si affrontino questioni importanti. M5s dissolto. Pareggio, ma 14 a 6 - QdS

Ora si affrontino questioni importanti. M5s dissolto. Pareggio, ma 14 a 6

Carlo Alberto Tregua

Ora si affrontino questioni importanti. M5s dissolto. Pareggio, ma 14 a 6

venerdì 25 Settembre 2020

Come sempre accade dopo le elezioni di qualunque tipo, tutti hanno vinto e solo qualcuno ha la buona creanza di ammettere di aver perso. Perciò a noi il compito di scrivere sui fatti e non sulle chiacchiere dei parolai, che sperano di convincere gli ignoranti, cosa che non può avvenire con le persone intelligenti e colte, perché ragionano con la propria testa e non con quella degli altri.
Saltiamo a pie’ pari la capacità del Popolo italiano di aver compreso quanti enormi sprechi vi siano nei Palazzi romani, a cominciare da Camera e Senato, per cui con un semplice Sì il numero dei parlamentari verrà tagliato di un terzo nella prossima legislatura.
Con ciò Camera e Senato risparmieranno 500 milioni l’anno, come più volte scritto in base ai loro bilanci. Il dato che emerge da queste elezioni è il dissolvimento del Movimento 5 stelle che nelle Regioni e nei Comuni ha raccolto quasi sempre consensi ad una cifra, il che significa che i propri simpatizzanti sono talmente diminuiti che ormai si possono contare sulle dita delle mani.

I vertici del Movimento minimizzano dicendo che siccome esso non ha una struttura territoriale i consensi nelle elezioni locali sono sempre molto bassi. Una tesi peregrina che però va verificata alle prossime elezioni nazionali quando finalmente potremo contare i votanti per quel Movimento che, ricordiamo, nelle elezioni del 4 marzo 2018 ha raggiunto il 34% dei voti validi.
Nonostante il suo dissolvimento, il M5s ha il merito di avere portato il disegno di legge sul taglio dei parlamentari nelle Camere e averlo fatto approvare con i partner della maggioranza.
Altro fatto inequivocabile è che in tre Regioni (Liguria, Veneto e Marche) è prevalsa la coalizione Lega, Fdl, Fi mentre nelle altre tre (Puglia, Campania e Toscana) hanno vinto i progressisti.
In Toscana, contrariamente a tutte le previsioni, è stato eletto un renziano di ferro e cioè Eugenio Giani, il che dimostra che il senatore di Rignano sull’Arno è ancora presente.
Nonostante il pareggio, tuttavia, dobbiamo constatare che, in atto, 14 regioni sono governate dai conservatori e cinque da progressisti. Resta la Valle D’Aosta dove dovrebbero prevalere i progressisti.
In quella piccola regione il presidente non si elegge a voto diretto ma col vecchio metodo democristiano, dai 35 consiglieri che fanno i classici accordi da caminetto.
Finalmente questa tornata elettorale si è conclusa e ora il Governo può veramente affrontare due questioni di primaria importanza per tutto il Paese. La prima riguarda il piano degli investimenti, che deve presentare alla Commissione europea. Ursula Von der Leyen, nella riunione di venerdì 19 settembre, ha comunicato le linee guida che saranno seguite per finanziare i progetti dei Paesi partner.
Cosicché anche l’Italia è stata avvertita di non inviare numerosi progettini, ma un numero limitato di essi riguardanti investimenti soprattutto nell’Ambiente e nel Green dell’energia.
La presidente della Commissione ha dichiarato che la valutazione di tali progetti sarà molto rigorosa, per cui nessun Paese dovrà tentare di chiedere finanziamenti su attività non finanziabili perché troverà la porta europea sbarrata.

Ora si tratta di vedere se il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riuscirà a coordinare l’azione dei suoi ministri per selezionare con rapidità i progetti da inviare a Bruxelles, in modo da ottenere un rapido finanziamento.
In questa operazione gioca il fattore tempo. Infatti non si può attendere un lungo periodo per vedere aprire i cantieri. Tuttavia, ci rendiamo conto che questi ultimi mesi dell’anno saranno necessariamente spesi per quanto precede. Auguriamoci che siano bastevoli e che non si prolunghi all’anno prossimo la preparazione dei progetti da mandare a Bruxelles.
In questo quadro, una funzione importante avrà la burocrazia di supporto ai ministri perché in sostanza essa prepara i progetti, coadiuvata da professionisti. Anche la scelta di queste persone deve essere fatta privilegiando la qualità e la competenza e non la conoscenza e l’amicizia (falsa).
Il prossimo trimestre sarà chiarificatore per redigere la pagella sulle capacità di questo governo di impostare la ripartenza in termini rapidi e concreti.

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