VIDEO | A Palermo si ricorda l'uccisione di Lia Pipitone

VIDEO | A Palermo si ricorda l’uccisione di Lia Pipitone

Filippo Calascibetta

VIDEO | A Palermo si ricorda l’uccisione di Lia Pipitone

Sonia Sabatino  |
lunedì 25 Settembre 2023

Parliamo di Lia Pipitone e Rosanna Lisa Siciliano che si sono ribellate alla cultura patriarcale e alle violenze subite trovando non accoglimento e ascolto ma la morte

Due storie torbide accomunate dalla violenza e dall’omicidio, su cui le istituzioni non riescono ancora a scrivere la parola fine. Parliamo di Lia Pipitone e Rosanna Lisa Siciliano che si sono ribellate alla cultura patriarcale e alle violenze subite trovando non accoglimento e ascolto ma la morte. Per ricordare queste vicende, ma anche per stimolare all’azione, anche se postuma, chi avrebbe dovuto proteggere le due donne, a Palermo sono state installate, in occasione dei 40 anni dall’omicidio di Lia Pipitone, una panchina rossa e due alberi di “Jacaranda Mimosifolia” come simbolo di rinascita nel quartiere Montepellegrino dove le due hanno vissuto e sono state uccise.

“Questa ricorrenza per me ha un valore molto importante, anche per i tanti anni spesi nella ricerca di giustizia per l’omicidio di mia madre e per darle il giusto riconoscimento alla memoria – ha precisato Alessio Cordaro, figlio di Lia Pipitone – Fa sgomento constatare come la magistratura fatichi ancora oggi nel riconoscerla una vittima di mafia. Un fenomeno, quello mafioso, che ancora oggi affligge la nostra amata terra. Una ricorrenza importante per la gratitudine che ho nei confronti di tutte quelle persone che, venendo a conoscenza del suo infausto e breve percorso di vita, ne hanno tratto, dalla sua storia, stimoli per una lotta contro ogni forma di violenza e di sopruso”.

La commemorazione di Pipitone

L’iniziativa è stata organizzata nel quartiere Montepellegrino in cui ha sede l’Associazione “Millecolori Onlus” che gestisce il Centro Antiviolenza Lia Pipitone in sinergia con l’Ottava Circoscrizione del Comune di Palermo ed è stata dedicata a tutte le donne vittime di violenza sia essa fisica, psicologica ed economica. Inoltre, sono state ricordate le donne vittime degli ultimi femminicidi avvenuti in diverse province italiane (Liliana Cojita, a Tombolo in provincia di Padova; Rosaria Di Marino, a Calvizzano in provincia di Napoli; Maria Rosaria Troisi, a Battipaglia in provincia di Salerno; Cosima D’Amato, a San Michele Salentino in provincia di Brindisi) fino a Marisa Leo a Mazara del Vallo (TP) e alla giovane diciannovenne vittima dello stupro di gruppo al Foro Italico lo scorso luglio. Cinque degli stupratori sono infatti originari dello tesso quartiere.

“Lia, per noi della Millecolori, è parte della squadra, è un’operatrice attiva del Centro Antiviolenza – ha dichiarato Adriana Argento, responsabile dell’Associazione Millecolori Onlus e del Centro Antiviolenza Lia Pipitone di Palermo – Le persone spesso ci chiamano e chiedono di parlare con lei, persino io a volte vengo chiamata con il suo nome. E capiamo che un grande lavoro di memoria è stato fatto. È stata dimenticata per 30 anni, ma da 10 anni lavoriamo in suo nome e al fianco di Alessio e di Gero Cordaro, affinché la sua storia sia un inno alla Libertà. Nel giorno del 40° anniversario della sua uccisione, insieme a lei, scendiamo in piazza per ricordare a tutti che per sconfiggere la violenza non bisogna spaventarsi di parlare e confrontarsi, perché solo insieme possiamo sostenere e aiutare tutte le donne a uscire dalla condizione di violenza che vivono”.

Lia Pipitone e Rosanna Lisa Siciliano

Due storie quelle di Lia Pipitone e Rosanna Lisa Siciliano con cui si intendono scardinare gli stereotipi di una cultura patriarcale ancora oggi presente, per coltivare una cultura dell’antimafia e della non violenza, una cultura dell’ascolto e l’importanza ad accogliere sempre, in qualsiasi circostanza, il grido di tutte le donne che chiedono aiuto. Da una parte Lia Pipitone, la sua vicenda ci porta a riflettere su alcuni principi della cultura siciliana patriarcale dove la figura di un uomo, padre-padrone, decide sulle sorti di una donna, la propria figlia; dall’altra, la storia di Rosanna Lisa Siciliano che, nonostante le violenze subìte trova la forza di denunciare l’ex marito carabiniere ma non viene ascoltata, per questo motivo viene assassinata dentro la caserma dei carabinieri Le Falde da lui che poi si suicidò lasciando orfane due figlie.

“Un albero in ricordo di nostra madre piantato proprio in questo quartiere ha un valore molto importante – hanno ribadito Noemi e Lussianna D’Alba, figlie di Rosanna Lisa Siciliano -. È il quartiere in cui ci ha cresciute ed è qui che abbiamo lasciato i nostri ricordi della prima infanzia. Ma è il luogo in cui poi è venuta a mancare. Vogliamo che quest’albero non sia soltanto un simbolo per ricordare Lisa Siciliano, vittima di femminicidio, o altre donne vittime di violenza, come simbolo di lotta al femminicidio. Vorremmo che quest’albero potesse raccontare una storia. La nostra storia, per sensibilizzare quante più persone possibile. E vorremmo impegnarci da qui in avanti, nel raccontare la nostra storia e quella di nostra madre, perché chi ascolta possa prendersi la responsabilità, prima di compiere un qualsiasi atto violento – verso una donna, verso sé stesso e verso altri – che può avere soltanto conseguenze molto dolorose”.

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