Palermo, ancora tensioni nella maggioranza - QdS

Palermo, ancora tensioni nella maggioranza

Gaspare Ingargiola

Palermo, ancora tensioni nella maggioranza

mercoledì 31 Gennaio 2024

A creare ulteriori malumori tra i partiti che sostengono l’Amministrazione Lagalla sono stati il voto sulle nuove tariffe Irpef e l’ennesimo rinvio di una mozione sui figli delle coppie omogenitoriali

PALERMO – Nuove fibrillazioni nella maggioranza in Consiglio comunale. Dopo le polemiche sul concerto di Elodie a Capodanno, il capogruppo di Forza Italia Gianluca Inzerillo ha sollevato un altro caso uscendo dall’Aula al momento del voto sulle tariffe Irpef, in polemica con il resto della maggioranza che non ha calendarizzato la mozione sulla trascrizione degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali.

Quest’ultima mozione è stata promossa dal comitato “Esistono i Diritti” e da “Right On” e da tempo è all’ordine del giorno di Sala Martorana ma non è stata ancora trattata. A ostacolarla c’è una buona fetta del centrodestra, Fratelli d’Italia in testa. Inzerillo, che già a Capodanno era entrato in polemica con i meloniani, stavolta ha alzato il tiro, annunciando l’intenzione di non votare alcun atto in Consiglio fino a quando la mozione non verrà calendarizzata. Detto, fatto: venuto a sapere che il documento non rientrava tra le priorità dell’Amministrazione discusse durante l’ultima riunione tra il sindaco Roberto Lagalla e i capigruppo di maggioranza, l’esponente forzista è uscito dall’Aula al momento di approvare le nuove tariffe Irpef. Sui social Inzerillo ha ribadito fermamente la propria posizione: “Non intendo arretrare di un passo”.

Approvato l’aumento dell’aliquota Irpef

Un altro grattacapo da risolvere, dunque, per il sindaco Lagalla, dopo i mal di pancia interni alla coalizione per il rimpasto e il concerto di Capodanno, senza dimenticare le frizioni sui saluti romani alla commemorazione della strage di Acca Larentia. Alla fine l’aumento dell’addizionale comunale Irpef 2024 ha ricevuto ugualmente il via libera di Sala Martorana: l’aliquota passerà dallo 0,9 dell’anno scorso all’1,002, con un incremento del gettito di quattro milioni di euro (per un totale di 63 contro i 59 del 2023). Ma la vera stangata arriverà fra due anni: l’anno prossimo, infatti, il gettito sarà pressappoco identico mentre nel 2026 il prelievo dalle tasche dei palermitani crescerà di 16 milioni, passando a un totale di 79. Nel quinquennio 2022/2027 il balzo è di ben 28,7 milioni. Nel 2028, se possibile, andrà ancora peggio, con un aumento di altri 8 milioni per un gettito Irpef complessivo di 87 (+36 sul 2022).

Anche Sabrina Figuccia (Lega) non ha votato l’aumento Irpef

E a confermare che, a pochi mesi dalle Europee, il clima nel centrodestra sia tutt’altro che sereno, c’è da registrare un altro battibecco (relativo proprio all’Irpef) tra l’ex assessore allo Sport e Turismo, ora consigliera della Lega, Sabrina Figuccia e il capogruppo della lista del sindaco “Lavoriamo per Palermo” Dario Chinnici. Anche Figuccia, infatti, ha deciso di assentarsi al momento del voto: “Ho deciso di far mancare il mio voto in Consiglio comunale – ha spiegato – perché, in assenza di una programmazione chiara da parte dell’Amministrazione, non ho voluto dare il mio avallo ad una scelta che sembra andare nella direzione di un progressivo aumento delle tasse a danno dei soliti cittadini onesti che pagano. Questa scelta, se confermata, sarebbe sbagliata e controproducente, anche perché non supportata da servizi all’altezza della quinta città d’Italia. La decisione del Consiglio comunale di approvare l’aumento dell’addizionale Irpef, in questo particolare momento di crisi economica, rischia di provocare più danni che benefici anche per il Comune, soprattutto perché i cittadini si chiederanno i motivi per i quali pagare di più quando i servizi resi – raccolta dei rifiuti, manutenzione di strade e marciapiedi, illuminazione pubblica, eccetera – sono sempre più precari e lontani da un livello accettabile. Come se non bastasse, adesso c’è pure il rischio di aumentare anche la Tari, l’imposta sui rifiuti, dopo la richiesta della Rap di nuovi finanziamenti per la propria sopravvivenza: insomma, le tasse aumentano a dismisura senza che la qualità di servizi migliori”.

La replica di Chinnici

A stretto giro di posta è arrivata la dura replica di Chinnici: “Spiace constatare – ha affermato – che il capogruppo di un partito che fa parte della coalizione di maggioranza stia vivendo un momento di temporanea amnesia. Si tratta infatti della stessa persona che nei mesi precedenti faceva parte della Giunta comunale e che ha votato l’addizionale dell’Irpef che, giova comunque ricordare, impatterà in bassissima percentuale sui contribuenti, grazie al lavoro dell’Amministrazione comunale. Senza dimenticare che la nuova addizionale Irpef si è resa necessaria per la firma del Piano di riequilibrio e del Patto con lo Stato che l’Amministrazione ha firmato per rimettere in piedi il Comune e ridargli agibilità finanziaria e capacità di spesa, in modo da risollevare gli standard dei servizi alla città”.

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