Paternò, nuovi scavi archeologici sull'acropoli - QdS

Paternò, nuovi scavi archeologici sull’acropoli

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Paternò, nuovi scavi archeologici sull’acropoli

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giovedì 13 Maggio 2021

Archoclub d’Italia ha  promosso, in collaborazione con i funzionari della Soprintendenza di Catania, la catalogazione e la restituzione di oltre duecento reperti di epoca greco-romana, afferenti al territorio di Paternò, ad oggi conservati nei depositi regionali di Catania.

“Nuovi scavi archeologici sull’acropoli di Paternò. La notizia è davvero estremamente importante e non solo per la Sicilia, in quanto siamo convinti che dalla campagna di scavo potranno arrivare importanti sorprese.

Finalmente si torna a parlare dell’antica Hybla Major, posta alle pendici dell’Etna, vicino Catania. Grande l’interesse mostrato dalla prof.ssa Simona Todaro dell’Università di Catania e dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA – diretta dall’arch. Donatella Aprile – che grazie a una convenzione, sta avviando le procedure operative per iniziare le ricerche, fortemente volute dalla sede Hybla Major dell’Archeoclub d’Italia. 

Gli scavi s’inquadrano in un più ampio programma di collaborazione tra l’associazionismo culturale, l’Università, la Regione Sicilia e la scuola – con il Liceo Statale De Sanctis di Paternò – nell’ambito delle attività di PCTO (alternanza scuola lavoro)”.

Lo ha annunciato Francesco Finocchiaro, architetto, Presidente Archeoclub d’Italia sede Hybla Major di Paternò, Consigliere Nazionale di Archeoclub D’Italia, Responsabile del Dipartimento Nazionale Architettura di Archeoclub d’Italia

“L’acropoli torna quindi al centro delle attenzioni per la ricerca storica e archeologica, per svelare la sua storia più antica e candidarsi a laboratorio di ricerca e sperimentazione del mondo accademico nazionale e internazionale e degli studiosi.

La valorizzazione del patrimonio conservato nei depositi archeologici o all’estero, potrebbe essere un’opportunità e uno strumento – ha proseguito Finocchiaro –  per far ritornare a Paternò i tanti reperti, spesso poco valorizzati nei depositi regionali e nel contempo creare le condizioni per fare rientrare testimonianze come la stele di Julia Florentina da Parigi e gli argenti di Paternò da Berlino.

Forte l’impegno della sede Hybla Major dell’Archeoclub d’Italia per facilitare la riconsegna alle istituzioni, dei reperti archeologici posseduti dai privati per eredità o per ritrovamenti casuali e non gestiti secondo le normative vigenti, ad esclusione di quelli acquisiti illegalmente che rischiano di perdersi tra l’incuria o peggio ancora destinati a usi impropri. In questo senso la sede di Paternò dell’Archoclub d’Italia ha recentemente promosso, in collaborazione con i funzionari della Soprintendenza di Catania, la catalogazione e la restituzione di oltre duecento reperti di epoca greco-romana, afferenti al territorio di Paternò, ad oggi conservati nei depositi regionali di Catania. Un esempio di impegno etico, politico e culturale che ci si augura possa diventare una buona pratica per i cittadini: restituire per permettere la pubblica fruizione di tutti.

Per sostenere la ricerca, annuncia anche l’istituzione di un premio biennale per la miglior tesi di laurea e di dottorato che approfondisca i temi afferenti alla storia della città di Paternò, con particolare interesse per la morfogenesi della città e del paesaggio, costituendo per l’occasione un comitato scientifico dedicato al premio”.

L’acropoli di Paternò laboratorio di ricerca archeologica e conoscenza.

“Ci auguriamo quindi, che questo campo di ricerca archeologica sull’acropoli di Paternò parta quanto prima, in quanto rappresenta uno dei cantieri strategici per l’Archeoclub d’Italia per costruire nuove esperienze collaborative con le Istituzioni.

A breve il Direttivo Nazionale dell’associazione, formerà una commissione ad hoc il cui scopo sarà quello facilitare il rapporto tra le Istituzioni pubbliche, il mondo della ricerca e la nostra struttura associativa  impegnata nella valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, artistico e naturalistico per costruire un quadro delle conoscenze condiviso, capillare e approfondito, al fine di esaltare la territorialità dei nostri paesaggi italiani e contribuire alla definizioni di strategie di valorizzazione e sviluppo coerenti e congruenti”.

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