Per i Comuni un’altra estate di Bilanci fuori stagione, sforati sia i tempi previsti dalla legge che le proroghe - QdS

Per i Comuni un’altra estate di Bilanci fuori stagione, sforati sia i tempi previsti dalla legge che le proroghe

Antonino Lo Re

Per i Comuni un’altra estate di Bilanci fuori stagione, sforati sia i tempi previsti dalla legge che le proroghe

venerdì 21 Giugno 2019

Soltanto il 27% ha approvato i Previsionali 2019; appena il 6,5% i Consuntivi relativi all’anno precedente

PALERMO – Ogni anno è sempre la stessa storia. I Comuni siciliani, ma non solo, viste le grosse difficoltà finanziarie che sono costretti ad affrontare gli Enti locali di tutto il Paese, deliberano con enorme ritardo i Bilanci di previsione e i Rendiconti.

Secondo i dati elaborati dalla Regione Siciliana sulla “Situazione relativa all’approvazione dei Bilanci di previsione 2019/2021 e dei Rendiconti di gestione 2018 negli Enti locali”, alla data del 5 giugno 2019 soltanto 26 Comuni dell’isola, vale a dire il 6,52% avevano approvato il Rendiconto 2018. Numeri leggermente migliori per quel che concerne l’approvazione del Bilancio di previsione 2019/2021: 108 gli Enti locali che hanno effettuato la deliberazione, cioè il 27,07% del totale dei Municipi siciliani. Restano indietro la maggior parte delle Amministrazioni comunali: sono 290 quelle che non hanno approvato né lo strumento di previsione né il quello di rendiconto.

Tra i capoluoghi della Sicilia, soltanto il Comune di Ragusa è riuscito a varare entrambi i documenti. Messina ha deliberato soltanto il Preventivo, mentre Agrigento, Catania, Trapani, Palermo, Enna e Siracusa rientrano tra i Comuni che non ha approvato nessuno dei due documenti.

Difficoltà enormi a cui gli Enti locali non sono riusciti a porre rimedio nonostante fosse stato prorogato al 31 marzo 2019 il termine per la deliberazione del bilancio di previsione 2019-2021. L’ulteriore differimento del termine, già spostato una prima volta al 28 febbraio, era stato disposto con decreto del ministro dell’Interno del 25 gennaio 2019, pubblicato e consultabile on-line sulla Gazzetta ufficiale, Serie generale, n.28 del 2 febbraio 2019.

Una situazione grave, ma non nuova per gli Enti locali isolani, costretti periodicamente a fronteggiare un’enorme serie di criticità: da una parte i ritardi di trasferimenti della Regione, che a sua volta è stata spesso indietro nell’approvazione dei suoi strumenti finanziari, producendo un effetto domino con rovinose ricadute anche per i Comuni; dall’altra la crisi del sistema di riscossione dei tributi locali. Non potendo essere certi delle cifre che rientrano nelle casse comunali, le Amministrazioni sono così costrette ad accantonare le somme per evitare di far maturare buchi a fine anno.

Nel Tuel (Testo unico degli Enti locali) vengono riportati definizioni e scadenze per l’approvazione dei due principali strumenti finanziari di un Ente. L’articolo 227 spiega come “la dimostrazione dei risultati di gestione avviene mediate il rendiconto della gestione, il quale comprende il conto del bilancio, il conto economico e lo stato patrimoniale”. Il documento deve essere deliberato dal Comune entro il 30 aprile dell’anno successivo dall’organo consiliare.

Per quanto riguarda il Bilancio di previsione finanziario riferito ad almeno un triennio, gli Enti locali devono deliberarlo annualmente e comprende le previsioni di competenza e di cassa del primo esercizio del periodo considerato e le previsioni di competenza degli esercizi successivi. L’unità temporale della gestione è l’anno finanziario, che inizia l’1 gennaio e termina il 31 dicembre dello stesso anno. Se il bilancio di previsione non è approvato dal Consiglio entro il 31 dicembre dell’anno precedente, la gestione finanziaria dell’Ente si svolge nel rispetto dei principi applicati della contabilità finanziaria riguardanti l’esercizio provvisorio o la gestione provvisoria. Nel corso dell’esercizio provvisorio o della gestione provvisoria, gli Enti gestiscono gli stanziamenti di competenza previsti nell’ultimo bilancio approvato per l’esercizio cui si riferisce la gestione o l’esercizio provvisorio.

La maggior parte dei Comuni italiani negli anni è riuscito a “rientrare” grazie alle proroghe previste dal comma 1 dell’articolo 151, il quale prevede che “i termini possono essere differiti con decreto del ministero dell’Interno” ed è sempre il Tuel che concede la possibilità dell’esercizio provvisorio di Bilancio. Ma nonostante sia arrivata anche quest’anno la proroga, come detto in precedenza, i Comuni siciliani continuano ad annaspare. Ma per questi ritardi, alla fine, i responsabili non pagano mai. Sono però i cittadini a scontare sulla loro pelle i disagi che ne derivano.


Nicola Merlino, il sindaco di Rometta “mago” dei Bilanci

ROMETTA (ME) – Esistono però anche delle eccellenze in Sicilia. Pochissimi Comuni hanno deliberato entrambi i Bilanci, ma tra questi rientra Rometta, che ha approvato i due documenti a tempo di record.

Il Comune che fa parte della Città Metropolitana di Messina, secondo i dati riportati dalla Regione Siciliana, è stato il più puntuale nell’aver varato gli strumenti finanziari e per questo abbiamo sentito il sindaco Nicola Merlino.

“Il nostro Ente – ha detto – ma non solo quest’anno, è stato il primo ad aver approvato il Bilancio di previsione e nei termini previsti dalla legge anche il Rendiconto. Se si vuole realizzare un’efficiente programmazione, i due strumenti sono presupposti fondamentali in tal senso. A febbraio avevamo i contratti aperti con impegni pattuiti sui nostri bilanci già operativi”.

A differenza di Rometta, la maggior parte dei Comuni non ha ancora approvato nessuno dei due Bilanci. In questo scenario quali sono le difficoltà più grandi?
“I Comuni vanno incontro a una serie di criticità con cui è davvero complicato fare i conti. Purtroppo alcuni Enti non riescono a incidere sulla burocrazia, ma evidentemente hanno anche degli interessi nell’andare avanti attraverso trattative con privati. Ci sono quelli che sono compiacenti con questi sistemi, che inducono e sussidiano le proroghe e le somme urgenze. Non amministrando attraverso le regole è certamente più alto il rischio di corruzione”.

Qual è il segreto di questa eccellenza tutta siciliana?
“Non ci sono trucchi, cerco di far applicare rigorosamente la legge. Ho avuto l’autorevolezza e la fortuna di buttare fuori dal Municipio tutti gli interessi particolari. Adesso l’Ente è focalizzato soltanto sugli interessi dei cittadini. Siamo delle persone normali, non c’è niente di speciale. Lavoriamo sodo per il bene di Rometta. Voglio anche sottolineare siamo il comune con la più alta percentuale di differenziata, 82,60% nel 2018, e nei primi cinque mesi del 2019 siamo già all’87%. Qui non esistono le somme urgenze, ma le gare per scegliere i contraenti. Amministrare non è semplice, occorre passione e soprattutto competenza”.

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