Pericolo batosta Tari, Comune di Trapani contro Regione - QdS

Pericolo batosta Tari, Comune di Trapani contro Regione

Michele Giuliano

Pericolo batosta Tari, Comune di Trapani contro Regione

sabato 10 Febbraio 2024

In assenza di nuovi fondi potrebbe concretizzarsi un nuovo aumento della tassa sui rifiuti. L’amministrazione trapanese: “Atto grave, attendiamo risposte in tempi brevi da Palermo”

TRAPANI – Un nuovo aumento della Tari all’orizzonte? Di sicuro a Trapani l’amministrazione comunale ne farebbe decisamente a meno, ma le condizioni che stanno venendo a crearsi potrebbero costringere la Giunta comunale a muoversi in tal senso. Il riferimento è ai 45 milioni di euro che non arriveranno dalla Regione a tutti i Comuni siciliani, e che in qualche modo si dovrà andare a raccattare, anche dalle tasche dei cittadini, sebbene con grande amarezza.

Niente più fondi per i Comuni dalla Regione siciliana

È stato annullato, infatti, da parte dell’assessorato regionale all’Energia e servizi di pubblica utilità, il decreto che assegnava agli enti locali dell’Isola ben 45 milioni di euro per gli extra-costi del settore rifiuti. “Si tratta di un atto grave e assolutamente imprevisto – dichiarano il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida e l’assessore all’Ecologia Emanuele Barbara – poiché era già stato previsto addirittura il riparto delle somme al fine di alleviare le molteplici sofferenze giornaliere degli uffici, costretti a fare i salti mortali per far quadrare i conti”.

La richiesta del Comune di Trapani per un intervento da parte della Regione

In risposta, è stato sottoscritta da parte dell’amministrazione comunale la richiesta avanzata dal presidente e dal segretario dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, per un nuovo ed imprescindibile intervento da parte della Regione Siciliana che, dicono Tranchida e Barbara, “eviti gravi ripercussioni sui Comuni, diversamente costretti a rivedere la Tari 2024. Auspichiamo – concludono sindaco ed assessore – che giungano in tempi brevissimi le risposte attese, poiché i costi del settore rifiuti sono sempre più alti e non possono essere sostenuti unicamente dai Comuni, già alle prese con decine di altre emergenze”.

I termini sono chiari: se non arriveranno fondi, ci saranno nuovi aumenti per la Tari, dopo quelli già imposti nel settembre dello scorso anno. In quella occasione il Consiglio comunale trapanese ha deliberato un aumento delle tariffe del 3% circa per le utenze domestiche, e del 6% per le utenze commerciali. Sulle tasche dei privati, secondo i dati in possesso degli uffici comunali, ciò si concretizza in un esborso aggiuntivo medio di circa 15 euro all’anno in più. Un aumento che ha invertito la tendenza degli ultimi anni. Nel 2020, 2021 e 2022, infatti, il consiglio comunale ha sempre ridotto il balzello, per un totale, nel triennio, di una contrazione del 25%, dopo che la cittadina era salita agli onori delle cronache come città più costosa d’Italia in termini di spesa per la Tari. La maggiorazione già imposta mesi fa è stata giustificata dalla crescita del costo di smaltimento e trattamento dei rifiuti, derivante dal caro trasporti e dall’assenza nel territorio siciliano di impianti adeguati per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati e dell’umido.

L’opposizione è intervenuta con decisione e durezza, in assoluta antitesi con quanto deciso dalla giunta Tranchida e poi ratificato dal consiglio comunale, nella convinzione che i costi sostenuti dai cittadini non si concretizzino in un servizio efficiente; in risposta, il sindaco ha reclamato al proprio governo cittadino la diminuzione sostanziosa della Tari degli anni precedenti, e l’avvio della raccolta differenziata porta a porta, che ha permesso, in pochi anni, grazie alla “lungimiranza di governo”, l’attivazione di politiche efficienti, tanto da portare la differenziata al 67% senza particolare aggravio sulle tasche dei cittadini; l’aumento relativamente modesto, poi, sarebbe stato permesso dalla politica di lotta all’evasione che ha consentito di far fronte all’aumento dei costi.

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