Pericolo guerra nucleare, l'esperto siciliano, "Ecco cosa sta succedendo" - QdS

Pericolo guerra nucleare, l’esperto siciliano, “Ecco cosa sta succedendo”

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Pericolo guerra nucleare, l’esperto siciliano, “Ecco cosa sta succedendo”

Luigi Ansaloni  |
martedì 01 Marzo 2022

C’è davvero da temere che il leader russo ricorra all’estrema carta, che significherebbe l’apocalisse, per avere la meglio non solo sull’Ucraina ma più in generale su tutto l’Occidente?

E’ bastato che due giorni fa Vladimir Putin evocasse, durante una riunione operativa con il suo Stato Maggiore per la guerra in corso tra Ucraina e Russia, lo spettro dell’uso dell’arsenale nucleare per mandare in panico tutto il mondo.

E’ una minaccia seria e reale? C’è davvero da temere che il leader russo ricorra all’estrema carta, che significherebbe l’apocalisse, per avere la meglio non solo sull’Ucraina ma più in generale su tutto l’Occidente che lui stesso ha definito “bugiardo”?

Lo abbiamo chiesto al siciliano Franco Iacch, analista esperto in Information Warfare, Terrorism, Security and Defense, autore di molteplici pubblicazioni ed articoli su terrorismo, insurrezione, cyber-warfare e contromisure (COIN e CT). 

Franco Iacch

La percezione degli Occidentali

“Putin gioca con la percezione degli occidentali. É bastato che il leader russo dicesse di aver ordinato alle forze strategiche di mettersi in massima allerta per scatenare il panico tra gli occidentali”, dice Iacch, che continua: “i russi sanno perfettamente che la comunità non è formata per operare in un ambiente informativo ad alta intensità ed in gran parte ingegnerizzato. Mosca è ben consapevole dei limiti del target di riferimento che sfrutta a suo vantaggio”.

Ma cosa significa esattamente quello che ha detto solo due giorni fa Putin? “E’ opportuno fare una premessa: Stati Uniti e Russia mantengono in linea centinaia di missili balistici intercontinentali.

Tali asset sono mantenuti a caldo (cioè pronti al lancio) fin dagli anni ’60 per rispondere ad una immediata minaccia esistenziale (rilevazione delle testate nemiche) – dice l’analista -. Se i missili non fossero mantenuti a caldo ne risentirebbe la deterrenza, la certezza cioè di subire una rappresaglia devastante anche dopo aver lanciato un attacco preventivo”.

Le forze in campo

“Secondo una valutazione dell’Arms Control Association ed in base al New START III, l’unico accordo ancora vigente in materia di disarmo nucleare, la Russia schiera attualmente 1.458 testate su 527 missili balistici intercontinentali, missili lanciati da sottomarini e bombardieri. Gli Stati Uniti schierano 1.389 testate su 665 missili balistici intercontinentali, missili lanciati da sottomarini e bombardieri.

Se la deterrenza è strutturate sulle percezioni e le scarse informazioni diramate volutamente alla fazione avversaria, il concetto della Distruzione Mutua Assicurata si basa sul principio che Stati Uniti e Russia non avrebbero alcuna ragionevole possibilità di azzerare con un attacco preventivo l’intero arsenale termonucleare avversario e sfuggire ad una apocalittica rappresaglia – dice Iacch -. E’ l’esistenza dell’arsenale strategico stesso, quindi, che ne scongiura qualsiasi impiego nel mondo reale. E’ un concetto noto anche come vittoria senza domani. In breve. Tra le linee d’attacco del ventaglio strategico, quelle più devastanti sono due: la terrestre fissa e quella sottomarina”.

Le linee d’attacco

prima si definisce anche “terrestre simmetrica” perché l’ubicazione dei silos è più o meno nota all’avversario. Gli Stati Uniti mantengono 400 missili Minuteman III nei silos del Wyoming, North Dakota e Montana sempre pronti al lancio.

La linea d’attacco sottomarina, invece, è la spina dorsale della deterrenza. I sottomarini balistici, noti anche come boomer, restano per mesi nelle profondità degli oceani a copertura di possibili bersagli. Nessuno sa dove si trovino mentre la ridondanza (più alternative, gli Stati Uniti mantengono in mare da quattro a sei boomer) assicura diverse finestre di tiro.

Un sottomarino strategico, che sia un Ohio statunitense o un Super Borei russo (secondo l’ultima definizione per i 955A) possiedono un grado distruttivo inimmaginabile. In estrema sintesi, le frasi di Putin non hanno implicazioni operative poiché il grado di prontezza operativa delle forze strategiche esula dal contesto geopolitico”.

Perchè le frasi di Putin non hanno nessun tipo di operatività

“Le forze sono sempre in allerta, 24 ore al giorno e 365 giorni l’anno – spiega ancora Iacch – se venissero attivate soltanto in caso di crisi come ad esempio Perimeter, l’intelligenza artificiale per la rappresaglia automatizzata russa, un avversario potrebbe sfruttare quel gap percepito sferrando un attacco preventivo restando impunito. Quale era, quindi, il fine di Putin? Instillare la paura nel destinatario alterando le sue percezioni”.

La guerra cognitiva

Per l’analista siciliano, dunque, “dobbiamo trovare un modo per contenere non solo la guerra cinetica che sta avvenendo in Ucraina, ma anche quella cognitiva così come la disinformazione che va avanti da tempo. Molte delle capacità di alto profilo della Russia non riguardano la strategia, ma la percezione. Il perimetro cognitivo va protetto”.

E se questo era il suo obiettivo, c’è riuscito molto bene. D’altra parte, l’altra grande superpotenza nucleare mondiale, gli Stati Uniti, ha sì preso sul serio la minaccia, ma ha attuato, almeno fino ad ora, una de-escalation su questo fronte, non raccogliendo (almeno apparentemente) quella che ha comunque tutta l’aria di essere una sfida agli Usa e più in generale al mondo occidentale.

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