Pestata a Potenza perché lesbica, pubblica le foto choc sui social - QdS

Pestata a Potenza perché lesbica, pubblica le foto choc sui social

redazione web

Pestata a Potenza perché lesbica, pubblica le foto choc sui social

sabato 18 Gennaio 2020

Il sindaco Guarente, leghista ed espressione di una maggioranza di destra, cerca disperatamente di evitare letture politiche dell'episodio: "Il fascismo è un fantasma del passato: a picchiare quella ragazza sono stati due imbecilli"

“Ero indecisa sul rendere pubblico o meno ciò che mi è accaduto, ma ho deciso di farlo perché non si ripeta mai più una cosa simile”.

E’ quanto ha scritto Giulia Ventura sulla sua pagina Facebook, condividendo le fotografie e il referto dell’ospedale.

“Ciò che avete fatto a me non deve mai più essere fatto ad essere umano” scrive la ragazza, denunciando di essere stata aggredita per “il mio orientamento sessuale.

“Era mercoledì sera, cammino a piedi, in questa meravigliosa città di Potenza, con le mie cuffiette blu nelle orecchie, sento qualcuno blaterare verso di me, non capendo cosa stesse accadendo, mi tolgo le cuffiette e vedo due ragazzini che, attraversando la strada e si mettono di fronte a me, intralciandomi il passaggio”.
“Chiedo loro che problemi avessero e dopo due spintoni che mi hanno atterrata, ancora cosciente sento una frase: le persone come te devono morire, vuoi fare il maschio? E mo ti faccio vede come abbuscano i maschi”.

“Non ho il tempo di rispondere che il primo pugno mi rompe il labbro, il secondo il naso, il terzo l’occhio. Mi alzo e cerco di difendermi con una testata che credo abbia rotto il naso al mio ammiratore, ma poi cado. Sento due calci, uno sulla costola e uno sulla spalla. Svengo. Mi riprendo dopo qualche minuto in una pozza di sangue, metto la sciarpa in bocca, per via del troppo sangue che perdevo e vado a casa”.

“L’indomani il naso non cessava di perdere sangue e decido di andare in ospedale, la denuncia parte d’ufficio” conclude, augurandosi che altri non debbano vivere la sua terribile esperienza.

Il sindaco di Potenza, Mario Guarente, leghista ed espressione di una maggioranza di destra, cerca disperatamente di evitare letture politiche dell’episodio.

“Il fascismo è un fantasma del passato: a picchiare quella ragazza sono stati due imbecilli che devono pagare per questo gesto vile e vergognoso: nessuno può essere giudicato per i propri gusti sessuali. C’è bisogno di una sensibilizzazione in tal senso. E bisogna far sentire alla vittima la vicinanza della città”.

“E’ soprattutto un problema culturale, su cui è necessario lavorare in modo serio” sostiene Roberta Vannucci, vicepresidente di ArciLesbica.

“Al di là dell’omofobia – aggiunge -, per le donne esiste anche l’aggravante generata da una cultura patriarcale per cui vale lo stereotipo che lega il genere femminile a un ruolo di sottomissione rispetto agli uomini”.

“La violenza verbale, sui social, è così endemica che autorizza, in modo indiretto, a colpire le persone anche fisicamente. A volte con una violenza inaudita. Allora, ritengo – insiste la vicepresidente di ArciLesbica – che il lavoro da fare sia soprattutto culturale. Non credo si possa risolvere solo a livello normativo”.

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