La nuova Eni, creare valore nella transizione energetica - QdS

La nuova Eni, creare valore nella transizione energetica

redazione

La nuova Eni, creare valore nella transizione energetica

sabato 30 Maggio 2020

L’Eni del futuro sarà ancor più sostenibile. Attore globale nel mondo dell’energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l’economia circolare. Claudio Descalzi, AD Eni: “Abbiamo disegnato una strategia che coniuga la sostenibilità economica con quella ambientale”

“L’Eni del futuro sarà ancor più sostenibile. Sarà rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell’energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l’economia circolare, oggi ai primi passi ma con uno sviluppo futuro di rilievo e altamente connesso ai business esistenti”.

Con queste parole Eni ha annunciato a fine febbraio il Piano Strategico di lungo termine al 2050 e il Piano d’Azione 2020-2023. Piani che prevedono in prima istanza una significativa riduzione dell’impronta carbonica del portafoglio, la promozione di tutti gli UN SDGs così come il mantenimento di una solida posizione patrimoniale. Prevista anche la riduzione della produzione oil & gas, principalmente nella componente olio.

I target di riduzione delle emissioni assolute di GHG sono dell’80% delle emissioni nette GHG dei prodotti energetici al 2050, ben oltre la soglia di riduzione del 70% indicata dalla IEA nello scenario compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Le principali linee strategiche di medio/lungo termine sulle rinnovabili prevedono: la progressiva espansione globale per una capacità installata superiore a 55GW al 2050; la selezione delle aree di espansione legata alla presenza di clienti e della loro crescita in modo da massimizzare la valenza del modello integrato. Prevista, inoltre, la prosecuzione delle attività di sviluppo nelle aree in cui Eni già opera. In coerenza con le strategie di medio/lungo termine il Piano d’Azione 2020-23 prevede la realizzazione di 3 GW di capacità installata al 2023 e 5 GW al 2025; investimenti pari a €2,6 miliardi nell’arco di piano.

Nel campo della raffinazione è prevista una graduale conversione dei siti italiani ricorrendo a nuove tecnologie per la produzione di prodotti decarbonizzati da riciclo di materiali di scarto. Incremento della capacità della raffinazione “bio” a 5 milioni di tonnellate, palm oil free a partire dal 2023, 7 anni prima del limite previsto dalla regolamentazione europea.

Il Marketing lavorerà alla trasformazione da stazioni di servizio a punti di vendita per la distribuzione esclusiva di carburanti sostenibili di nuova generazione e altri servizi differenziati.

Il settore chimico punterà alla conversione progressiva dei siti esistenti ricorrendo a tecnologie per produzioni più specializzate, “bio” e riciclo delle plastiche.

La Sostenibilità delle produzioni gas prevede progetti di conservazione delle foreste e di cattura e stoccaggio della CO2 per un totale di oltre 40 milioni di tonnellate/anno al 2050. Produzione di energia elettrica da gas associata a progetti di cattura e stoccaggio della CO2 che integrerà al meglio la fornitura da rinnovabili.

In coerenza con le linee strategiche di medio/lungo termine, inoltre, il Piano d’Azione 2020-23 su gas e power prevede la crescita dei clienti retail attesa pari a circa 11 milioni al 2023, di cui oltre 4 milioni di punti vendita power; lo sviluppo di nuovi prodotti e focus su servizi extra-commodity.

Si punterà al proseguimento della ristrutturazione del portafoglio di approvvigionamento gas e della riduzione dei costi di logistica, attraverso azioni di ottimizzazione e rinegoziazione dei contratti e alla crescita del portafoglio GNL attraverso lo sviluppo in nuovi mercati e la sempre maggiore integrazione con Upstream per la valorizzazione del gas equity. Il portafoglio di volumi GNL contrattualizzati attesi sarà pari a 16 mln ton/a nel 2025.

Il piano generale di investimenti quadriennale, focalizzato su progetti ad alto valore e rapido ritorno, prevede investimenti di circa 32 miliardi di euro al 2023 ed è caratterizzato da un elevato livello di flessibilità con circa il 60% di investimenti non ancora contrattualizzati nel 2022-23. Il piano di investimenti per l’upstream, che rappresenta il 74% del totale, è ben diversificato in termini geografici grazie agli sviluppi in Medio Oriente, Africa, Norvegia e Messico.

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