Picco 4/7 mila, confermato? Martedì 14 aprile riapertura parziale? - QdS

Picco 4/7 mila, confermato? Martedì 14 aprile riapertura parziale?

Carlo Alberto Tregua

Picco 4/7 mila, confermato? Martedì 14 aprile riapertura parziale?

venerdì 03 Aprile 2020

Con il Decreto legge n. 19 del 25 marzo, il Governo ha messo un punto fermo su una questione che è stata strumentalizzata: precisamente la limitazione della circolazione delle persone. Infatti l’articolo 2 lettera a precisa che sono consentiti spostamenti individuali limitati nel tempo e nello spazio o motivati da esigenze lavorative, da situazioni di necessità o urgenza, da motivi di salute o da altre specifiche ragioni.
Era abbastanza pacifico da tutti i precedenti provvedimenti come fosse consentita la passeggiata solitaria, ma ora il Dl l’ha chiarito senza ombra di dubbio.
Peraltro la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha emesso una circolare con la quale si chiarisce ai poliziotti che si possono portare a spasso i ragazzi, uno o due, ovviamente restando nei paraggi della propria abitazione. Paraggi che possono essere duecento metri o due chilometri.
Altro provvedimento in esame, il Dpcm del 22 marzo, che ha allegato un elenco di attività consentite. L’elenco ha spazzato via le menzogne dette e scritte da un’informazione di regime.

Qualche tempo fa, l’assessore alla salute, Ruggero Razza, ha comunicato che si prevedeva un picco di contagiati, fra quattro e settemila, verso la metà di aprile, cioè verso Pasqua. Abbiamo chiesto quale fonte scientifica avesse consentito di fare questa previsione e ci è stato indicato l’Istituto superiore di sanità.
Dobbiamo constatare però che l’attuale tendenza dei contagi è in decrescita e non in crescita, ecco perché restiamo in attesa di verificare se quella previsione allarmistica sia attendibile. Una previsione fantasiosa? Qualcuno ha sbagliato? Chi? Gli scienziati o l’assessore?
Questi interrogativi vanno chiariti sulla base di documenti e non di inutili parole, per far emergere la verità.
Quando si verifica un’emergenza come quella che sta sotterrando la Sicilia, essa non deve essere amplificata, anzi devono essere comunicate parole positive e indicati scenari che facciano vedere una ripresa e non il peggioramento dell’emergenza.
è per questo che vogliamo dare un plauso al Presidente del Consiglio ed alla sua ministra dell’Interno, i quali cominciano a far intravedere la ripresa delle attività, subito dopo Pasqua e cioè martedì 14 aprile, denominata “Fase 2”.
Accomunare i dati di tutta l’Italia è un grosso errore sul piano della comunicazione poiché la situazione, dalla Toscana alle isole maggiori, è in miglioramento.
In questa vicenda non è stata detta una banale verità: tutte le epidemie cominciano (non si sa come) e finiscono (non si sa come). Qualcuno sostiene che finiscano per la cosiddetta immunità di massa o di gregge, cioè la capacità dei sistemi immunitari individuali di prendere le misure del nemico e quindi abbatterlo come fa con tutti gli altri nemici che assalgono il nostro corpo.
Questo capita per le annuali epidemie influenzali, che cominciano verso novembre e si esauriscono intorno ai primi di marzo. Il guaio, per l’epidemia da virus Corona, è che esso non si conosceva (e non si conosce), quindi ha preso alla sprovvista il sistema sanitario e soprattutto quello della ricerca.
Eventi di questo genere nei secoli se ne sono verificati parecchi e si sono risolti da soli, pur facendo milioni di vittime.

Finalmente si comincia a guardare al dopo virus Corona. Iniziano le previsioni più nere da parte di enti di ricerca sull’andamento del Pil (-6/8 per cento) e sul vertiginoso aumento del debito pubblico, qualcuno sostiene al 150 per cento ed oltre.
Qualche sciagurato politico, dopo avere introdotto il cosiddetto Reddito di cittadinanza, ora vorrebbe introdurre il Reddito di emergenza, ma non precisa con quali soldi finanzierebbe una misura di questo genere.
Già nel Mezzogiorno c’è poca voglia di lavorare, figuriamoci se gli sfaticati (e non i bisognosi) vengono sostenuti con assegni da parte dello Stato.
La classe politica non ha ancora capito che la riapertura, seppure parziale, delle attività produttive ed economiche, non può essere procrastinata oltre martedì 14 aprile in tutto il Paese, a eccezione della Lombardia e delle 14 province a corona.
E non ha ancora capito che va finanziata l’attività produttiva e non ancora l’assistenzialismo che può produrre consenso facile, ma porta al disastro economico tutta la collettività italiana, isole comprese.

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