Pnrr bloccato senza riforma Concorrenza - QdS

Pnrr bloccato senza riforma Concorrenza

Carlo Alberto Tregua

Pnrr bloccato senza riforma Concorrenza

martedì 27 Luglio 2021

Ue, le regole vanno rispettate

Una delle quattro riforme – che condizionano l’accreditamento presso gli sportelli della Commissione europea delle somme previste dal Pnrr – è quella sulla Concorrenza. Si tratta di una brutta gatta da pelare per Draghi perché dovrebbe smontare quel sistema di potere, organizzato quasi scientificamente dalla partitocrazia, per aumentare a dismisura e senza il vincolo di concorso pubblico l’assunzione dei propri raccomandati nelle società partecipate di Regioni e Comuni.

Il trucco inventato da qualche decennio è stato proprio quello di costituire le cosiddette società in house per gestire direttamente e senza gare pubbliche i servizi degli enti regionale e locali.
La riforma deve intervenire col bisturi su questo perverso meccanismo obbligando tali enti a mettere in gara i propri servizi, dall’acqua al gas, dai trasporti ad altri.
Smontare questo stipendificio non è semplice, anche perché non si può di colpo mandare a casa quasi 800 mila persone, tanti quanti sono i dipendenti e dirigenti delle partecipate.

Un recente studio della CoMar su 315 Spa pubbliche, di cui appena 37 sono in liquidazione, mette in rilievo questo disservizio. Per le sole Regioni e le due Province autonome di Trento e Bolzano sono state contabilizzati ben 2.170 enti e società. Tali enti e società gestiscono direttamente i servizi delle loro controllanti con finalità spesso fumose e generiche come “formazione, ricerca” o altre amenità di tal tipo.

Vi sono poi 1.465 enti pubblici vigilati, come Comunità montane, enti sanitari, enti parco, Consorzi di bonifica, Autorità di bacino, Istituti di assistenza e beneficienza (Ipab) ed altri. Poi vi sono gli istituti di formazione, gli enti di tutela ambientale, gli altri di supporto alle politiche industriali regionali. Vi sono anche Fondazioni liriche, sinfoniche e teatrali, Ambiti territoriali di caccia, comprensori alpini, istituti di ricerca e di alta formazione, associazioni per l’irrigazione.

Come vedete c’è un barnum di enti di cui oltre la metà potrebbe tranquillamente essere cancellata e nessuno ne sentirebbe la mancanza, con conseguenti risparmi di centinaia di milioni di euro. Di quanto precede si parla poco ed è per questo che evidenziamo l’inutilità di tali organizzazioni (Sic!).

La fantasia dei politici locali è infinita. È stata creata l’Agenzia regionale per l’innovazione e gli acquisti, posseduta al cento per cento dalla Regione Lombardia, le Autostrade per il Lazio Spa della Regione. Poi vi sono altre attività dispendiose ed inutili come le consulenze toscane commissionate a società in rosso (Internazionale Marmi Carrara e Montecatini Terme); società che fanno capo in Liguria alla Filse.

Il parametro che valuta l’insufficienza o, addirittura, l’inutilità di tutti gli enti elencati e di tanti altri, deriva dalla scarsa capacità di produrre Pil, che, come è noto, è il parametro sintetico che indica il buon lavoro oppure il cattivo lavoro.
Sì, perché giornalisti competenti, che abbiano acquisito capacità professionali, dovrebbero porre con costanza e quasi in modo noiosamente ripetuto a tutti i vertici istituzionali una sola domanda: quali sono le iniziative e i progetti per fare aumentare il Pil del vostro ente ed in quanto tempo? Ovviamente questa domanda non è mai posta, né sui media stampati o digitali e neanche in radio e Tv.

Draghi sta facendo elaborare il Ddl sulla Concorrenza. Anche se non ne parlano, la materia è forse più scabrosa di quella della Giustizia proprio per gli argomenti che abbiamo esposto prima.

Sembra che tale Ddl voglia obbligare a mettere a bando tutti i servizi che abbiano un corrispettivo annuo superiore a 150 mila euro. Inoltre è previsto che i lavori assegnati con gare possano ricevere l’acconto solo esibendo il certificato di inizio degli stessi. Per i successivi acconti, come è ovvio, occorreranno i cosiddetti Sal (Stato avanzamento lavori).
Come si vede, si tratta di binari strettissimi per i quali non vi è alcuna possibilità di andar fuori; altro che ricevere i quattrini dall’Europa per il Pnrr. Non si muoverà un solo euro da Bruxelles se non verranno rispettati i regolamenti relativi alle procedure (leggi) e se non verranno effettuate le quattro riforme che più volte abbiamo analizzato: Giustizia, Concorrenza, Fisco e Pa.
A buon intenditor…

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