La politica trapanese ha già “perso” le elezioni - QdS

La politica trapanese ha già “perso” le elezioni

Vito Manca

La politica trapanese ha già “perso” le elezioni

venerdì 02 Settembre 2022

Si chiude il cerchio delle Politiche 2018 per aprirne uno nuovo con le scelte per il 25 settembre che hanno già dato un responso politico: c’è poca Trapani nelle candidature

TRAPANI – Sono passati poco meno di cinque anni ma per la politica tanti di più, perché viaggia alla velocità della luce, cancellando tutto ed in fretta. Nel 2018 fu valanga, rigorosamente grillina. Il Movimento straripò nel territorio trapanese. Aveva già fatto man bassa di voti alle Regionali del 2017 ed alle Politiche, con due senatori e tre deputati, lasciò soltanto le briciole agli avversari.

Nel proporzionale, s’intende, perché nell’uninominale i pentastellati fecero strike. Nasceva – così pensarono elettori ed addetti ai lavori – una nuova classe dirigente, senza legami con il passato e pronta a far sentire davvero la voce del popolo nelle istituzioni. E dopo il via libera al primo governo Conte anche la presenza nella stanza dei bottoni, con la nomina del senatore Vincenzo Santangelo a sottosegretario: delega ai Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta.

Disco verde ad una leadership votata al cambiamento? Santangelo ha fatto la sua parte ma non è diventato un leader. È stato un fedelissimo del Movimento. Sempre e comunque con Giuseppe Conte, sia con l’alleanza a destra, che con quella a sinistra. E con Conte quando l’ex premier ha deciso di rompere gli equilibri di governo, contribuendo alla caduta di Mario Draghi. Fedeltà a valori e principi che Santangelo ha pagato a caro prezzo perché ha dovuto fare i conti con la vertenza del doppio mandato. Niente da fare, nessuna deroga.

Il senatore l’ha presa con filosofia. Meglio ancora, non ha fatto una grinza, non ha sgomitato ed ha scelto di tornare alla militanza. Non ha ripiegato sulle Regionali, ma c’è e ci sarà, così dicono i suoi post su Facebook a sostegno del Movimento e della sua doppia difficile sfida elettorale.

È rimasto al palo anche l’altro senatore eletto dal Movimento. Francesco Mollame doveva andare in lista ma qualcosa non è andato per il verso giusto ed il 25 settembre non sarà più della partita.
In questo caso la storia è però un’altra. Non è più una storia grillina. Mollame ha lasciato il Movimento in tempi non sospetti. Aveva scelto la Lega. Poi seguendo le dinamiche parlamentari ha trovato una nuova collocazione politica all’interno di Italia al Centro che gli ha affidato il compito di gestire il “partito” in Sicilia. Ma nel listone Noi Moderati (Udc, Italia al Centro, Coraggio Italia e Noi con l’Italia) non è riuscito a trovare spazio e le sue prospettive politiche sono tornate nel campo dell’incertezza.

Era stato capace, in breve tempo, di consolidare il “partito” sul territorio, ma il territorio, a conti fatti, potrebbe fare altre scelte. Tra gli ex della vittoria del 2018 va annoverato anche l’onorevole Antonio Lombardo, eletto nel proporzionale ed espressione della città di Alcamo, una roccaforte grillina, definita da un crescendo rossiniano. Nel 2016 i grillini vincono le Comunali con l’elezione del loro sindaco Domenico Surdi e con la maggioranza assoluta in consiglio comunale; nel 2017 sfondano alle Regionali con l’elezione di due deputati regionali, l’alcamese Valentina Palmeri ed il mazarese Sergio Tancredi e nel 2018 l’affondo alle Politiche. Alcamo, dunque, punto di riferimento nazionale e pure europeo con la riconferma nel 2019 di Ignazio Corrao a Strasburgo.

Nota a margine: Palmeri, Tancredi e Corrao non fanno più parte dei Cinque Stelle. Lombardo, dopo una parentesi centrista, ha deciso di sostenere il ministro degli Esteri Luigi Di Maio schierandosi con Impegno Civico. Ed aveva anche ottenuto la ricandidatura, ma al quarto posto nel proporzionale della Camera. Ha risposto con la rinuncia ed aggiungendo che “nel nostro Paese c’è bisogno di un partito politicamente serio e seriamente politico. Ma in questo momento, purtroppo, non esiste”. Game over, partita chiusa!

L’ha voluta tenere aperta invece l’unica “superstite” grillina della vittoria del 2018. La mazarese Vita Martinciglio giocherà a tutto campo: candidata nell’uninominale della Camera (collegio di Marsala) e nel proporzionale, in terza posizione. Il canto della sirena Di Maio aveva fatto breccia ma dopo un faccia a faccia con Giuseppe Conte la parlamentare mazarese è tornata sui suoi passi ed ha dato fiducia all’ex premier. Fiducia ripagata con la doppia candidatura.

L’ultimo tassello del puzzle grillino – rimasto ormai senza i pezzi del 2018 – porta a Piera Aiello, che nella sua pagina Facebook ha scritto: “Prima testimone di giustizia eletta alla Camera dei Deputati”.
Un’affermazione elettorale ma soprattutto simbolica che ha posto il Movimento in prima linea nella lotta alla mafia. Ma nel 2020 le strade dell’onorevole Aiello e dei pentastellati si sono divise.
Dopo una parentesi centrista e la collaborazione con Italia dei Valori è arrivata l’adesione ad Unione Popolare (Rifondazione Comunista, DemA e ManifestA) e la candidatura alla Camera nel plurinominale.
Si chiude così il cerchio della rappresentanza parlamentare delle Politiche 2018 per aprine uno nuovo con le scelte per il 25 settembre che hanno già dato un responso politico.

C’è poca Trapani nelle candidature che contano e non soltanto per la riduzione dei numeri di Camera e Senato.
La politica trapanese ha già perso le elezioni.

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