Quando le donne diventarono cittadine - QdS

Quando le donne diventarono cittadine

Carlo Alberto Tregua

Quando le donne diventarono cittadine

sabato 23 Dicembre 2023

150 anni per farcela

Emmeline Goulden Pankhurst è stata un’attivista britannica che fondò il movimento suffragista femminile. Da esso venne il termine “suffragette”, cioè coloro che appartenevano al movimento per l’emancipazione femminile e soprattutto per ottenere il diritto di voto. La stessa fondò la Lega per il diritto di voto alle donne (Women’s Social and Political Union).

Il Movimento non riuscì ad ottenere subito l’obiettivo che si era proposto perché scoppiò la prima Guerra mondiale. Ma intanto la Pankhurst fece il discorso “Freedom or Death”, il 13 novembre 1913, nel Connecticut, Stati Uniti, per spiegare l’obiettivo del Movimento e conquistarsi il pubblico americano.
Il Parlamento inglese concesse il diritto di voto a tutte le donne sopra i trent’anni, nel 1918. L’età fu poi ridotta a ventuno nel 1928.
Nel nostro Paese l’approdo delle donne al voto dovette attendere ancora a lungo perché si verificò nel 1946 in occasione del referendum che scelse poi la Repubblica al posto della Monarchia.

“Sono qui (in Usa) in veste di soldato che ha lasciato temporaneamente il campo di battaglia per spiegare com’è la guerra civile quando è dichiarata dalle donne”. “Sono qui come una persona che, secondo le leggi dei tribunali del mio Paese (Gb), non ha alcun valore per la comunità; e a causa della mia condotta di vita sono stata giudicata pericolosa, condannata ai lavori forzati in carcere”. Invoca poi la Pankhurst la libertà del Popolo statunitense dopo la lotta contro l’Impero Britannico come fondamento di un Popolo, del quale però debbono avere pieno titolo le donne, che non hanno nulla da invidiare all’altro genere.

Il preambolo che vi abbiamo descritto è la matrice di quello che si è verificato dopo, soprattutto in Italia.
Sono passati ben settantasette anni ed ancora le donne non hanno raggiunto la necessaria parità di genere con gli uomini, al contrario di ciò che è accaduto in altri Paesi.

Nella pubblica amministrazione stanno cominciando ad arrivare ai vertici le donne, ma è solo in questi ultimi anni che una di esse, la magistrata Margherita Cassano – venuta al nostro forum pubblicato il 21 giugno 2023 – è diventata il primo presidente della Corte di Cassazione.
C’è un altro luminoso esempio che vogliamo citare e riguarda Gabriella Palmieri Sandulli, che è diventata il primo avvocato generale dello Stato – anch’essa venuta al nostro forum pubblicato il 4 agosto 2020.

Vi sono tante altre eccellenti figure che via via stanno conquistando posizioni di vertice in tutti i settori dirigenziali della Pa, con pieno merito, riconosciute ampiamente da cittadini/e ed imprese.
Nonostante ciò, quantitativamente siamo ancora lontani dall’avere un rapporto paritario fra uomini e donne. Nei consessi politici – Parlamento nazionale, assemblee regionali e consigli comunali – le donne sono in numero fortemente minoritario. Non parliamo poi del numero di ministri o di presidenti di Regione o di sindaci, ove le donne si contano sulle dita di una mano.

È vero che in questo periodo abbiamo i due vertici di maggioranza ed opposizione rappresentati da due donne, Elly Schlein e Giorgia Meloni, e questo fatto potrebbe essere benaugurante per un ampliamento del genere femminile nei vertici politici.

Hanno inserito nelle liste elettorali l’obbligo delle quote rosa, cioè un numero pari di candidati/e maschili e femminili. Crediamo che dovrebbe essere normale che questo numero sia pari oppure con maggioranze di uno dei due generi abbastanza lievi, in modo da consentire agli/alle elettori/trici di avere un’ampia scelta non solo fra i diversi partiti, ma anche fra candidati/e maschili e femminili.

Si tratta di un errore che si commette quando si dice “avanti i giovani”; si tratta di un errore perché non devono andare avanti i giovani, gli anziani, le donne o gli uomini, ma semplicemente quelli/e bravi/e. Nessuno si scandalizza se nelle gare sportive c’è chi arriva primo/a e chi ultimo/a; dobbiamo però sottolineare che fino ad oggi non esistono gare fra i due generi perché la struttura ossea e muscolare è differente.
In ogni caso, la situazione va chiarendosi e la parità pian piano va raggiungendosi, con beneficio per tutta la Comunità.

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