Ragusa, riaprono la domenica i negozi in sicurezza - QdS

Ragusa, riaprono la domenica i negozi in sicurezza

Stefania Zaccaria

Ragusa, riaprono la domenica i negozi in sicurezza

mercoledì 10 Giugno 2020

Via libera dalla Regione (con circolare della Protezione civile) ma non tutti sono favorevoli. Contrario il sindaco di Modica Ignazio Abbate: “La nostra battaglia continua”

RAGUSA – Le aperture domenicali dei negozi sono ricominciate e nonostante le contrarietà emerse nelle scorse settimane la Regione ha deciso per un netto ‘sì’.

La Protezione civile della Regione siciliana, con propria circolare n. 20 del 5 giugno ha precisato infatti che tutti gli esercizi commerciali, compresi quelli di ‘vicinato’, la cui chiusura è stata disposta con l’articolo 12 dell’ordinanza n. 22 del presidente della Regione Siciliana, “hanno facoltà di aprire al pubblico anche nelle giornate domenicali a partire da domenica 7 giugno 2020 e fino alla vigenza della citata ordinanza n. 22”.

Anche nella provincia iblea, già questa domenica molti negozi sono rimasti aperti. “Tutte le attività commerciali del territorio provinciale di Ragusa – ha sottolineato il presidente provinciale Confcommercio Ragusa, Gianluca Manenti – potranno aprire nel rispetto delle misure di contenimento del contagio e delle linee guida previste per le differenti attività commerciali. Vale la pena di chiarire che il tema delle aperture domenicali sarà ampiamente ridiscusso nei competenti tavoli. Sarà presente il presidente regionale Francesco Picarella assieme al sottoscritto in qualità di vicepresidente regionale. Siamo certi che i grandi mutamenti scatenati dalla pandemia ci porteranno a trovare soluzioni condivise anche con le parti sociali al fine di armonizzare le norme che forse oggi non rispondono in pieno con le esigenze del mercato”. In effetti si poteva ipotizzare una chiusura domenicale – così come è stato per i mesi del lockdown – di tutte le attività non necessarie.

Grande disappunto è stato manifestato dal sindaco di Modica Ignazio Abbate che aveva mobilitato Regione, Cei e sindacati per scongiurare la riapertura dei negozi. “La cosa che più mi rammarica – ha sottolineato – è il silenzio di chi è stato invitato ad esporsi pubblicamente a difesa dei lavoratori, dei valori della famiglia, del diritto al riposo. Tutti concetti nobili che però, nel momento di essere concretizzati sono rimasti solo teoria. Addirittura oggi si legge di un comunicato sindacale provinciale dove si attacca la mia posizione chiedendo maggiore coinvolgimento dei sindacati nelle concertazioni di questo tipo. Se gli ottimi risultati raggiunti dai sindacati sono quelli di riaprire la domenica con una mezza promessa di riparlarne più avanti, allora meglio portare avanti da soli questa battaglia. In questi mesi di chiusura è stato provato che l’aumento delle giornate di lavoro non corrisponde ad un aumento di guadagni, le persone si stavano riabituando a fare i propri acquisti organizzandosi in sei giornate piuttosto che in sette. D’altronde la disponibilità economica di ogni singola famiglia rimane invariata sia che i negozi siano aperti sette giorni su sette sia che chiudano la domenica”. Per il primo cittadino di Modica, la vicenda non è chiusa. Anzi. “La nostra battaglia – ha concluso – continuerà fino a quando non raggiungeremo l’obiettivo, anche se la dovessimo affrontare da soli”.

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