Rai, quello di Fedez al Concertone diventa un caso politico - QdS

Rai, quello di Fedez al Concertone diventa un caso politico

redazione web

Rai, quello di Fedez al Concertone diventa un caso politico

domenica 02 Maggio 2021

La Lega tra attacchi e blandizie, con Salvini che gli chiede di "bere un caffé insieme". Il Pd, compatto, difende l'artista "colpevole" di aver riportato le frasi dei leghisti contro i gay

“Quanto emerge dalle dichiarazioni di Fedez sul tentativo di censura preventiva della Rai nei suoi confronti è davvero gravissimo: è inaccettabile che un’artista venga sottoposto a verifica politica prima ancora di esibirsi”.

Michele Bordo, deputato del Pd e componente della commissione di Vigilanza della Rai, è chiaro e netto nel definire il “caso politico” emerso dopo che Fedez ha parlato di un tentativo di censura preventiva nei suoi confronti da parte della Rai su quel che avrebbe detto al Concertone del Primo maggio.

La Rai ha smentito, ma l’artista ha pubblicato la registrazione della telefonata con il capo degli autori, Massimo Cinque, e con la vicedirettrice di Rai 3, la giornalista Ilaria Capitani.

Nella registrazione Cinque chiede di tagliare “Tutte le citazioni che lei fa con nome e cognome” perché “possono essere dette in contesti che non sono quelli che lei sta dicendo”. E Ilaria Capitani aggiunge: “Io ritengo inopportuno il contesto”.

Il riferimento era all’elenco, poi letto da Fedez sul palco, di frasi pronunciate dagli esponenti della Lega contro la comunità Lgbt. E precisamente:

  • “Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno” Giovanni De Paoli consigliere regionale lega Liguria
  • “I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali” Alessandro Rinaldi consigliere per la Lega Reggio Emilia
  • “Gay vittime di aberrazioni della natura” Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri comunali leghisti
  • “I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie” Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona
  • “Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza“ Stella Khorosheva candidata leghista
  • “fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay” candidata della Lega Giuliana Livigni

Affermazioni che, secondo Andrea Romano, anche lui deputato Pd e membro della Commissione di Vigilanza, “Ci riportano dritti agli anni Cinquanta e a una Rai che censurava le opinioni politiche degli artisti che ospitava”. Romano ha visto nell’intervento un inchino “al diktat di Salvini che aveva intimato a Fedez di ‘non fare politica’”.

Sostegno per Fedez anche dal Alessandro Zan del Pd, che in un tweet ha scritto: “Il coraggio di Fedez al concertone dà voce a tutte quelle persone che ancora subiscono violenze e discriminazioni per ciò che sono. Il Senato abbia lo stesso coraggio ad approvare subito una legge per cui l’Italia non può più attendere. Grazie Fedez”.

Ad attaccare frontalmente Fedez è stato invece Massimiliano Capitanio, capogruppo della Lega nella Commissione di Vigilanza, secondo il quale “Fedez, contravvenendo alle regole Rai, ha sfilato con il cappellino Nike, dimenticando la tempesta di polemiche sullo sfruttamento del lavoro minorile in Cambogia che investì proprio quella multinazionale”.

“Probabilmente – ha aggiunto il leghista – le polemiche montate dal cantante erano finalizzate a dare più visibilità a chi lo paga per questa sfilata. Chi ha consentito a Fedez di fare pubblicità alla Nike? Chi gli ha consentito di fare un comizio per privare della libertà di espressione chi non la pensa come lui o per minacciare la libera attività parlamentare?”.

Ma agli attacchi la Lega ha alternato le blandizie, visto che Matteo Salvini ha scritto su Fb “Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti”.

“Il diritto alla vita e all’amore – ha aggiunto – sono sacri, non si discutono. Per me anche il diritto di un bimbo a nascere da una mamma e un papà è sacro, mentre il solo pensiero dell’utero in affitto e della donna pensata come oggetto mi fanno rabbrividire. Così come, da padre, non condivido che a bimbi di sei anni venga proposta in classe l’ideologia gender, o si vietino giochi, canti e favole perché offenderebbero qualcuno. Non scherziamo”.

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