Reddito di cittadinanza restituzione importo dati storie

Reddito di cittadinanza, fioccano le richieste di restituzione dell’intero importo: i dati e le storie

epmedia

Reddito di cittadinanza, fioccano le richieste di restituzione dell’intero importo: i dati e le storie

Salvo Catalano  |
domenica 02 Luglio 2023

Ma il caso di un giovane di Catania potrebbe aprire una falla nel sistema

Mattia ha 26 anni e da poco è tornato a vivere con sua madre a Catania. “Sto tentando di ottenere una borsa di studio dal conservatorio, perché alla mia età chiedere soldi la reputo una sconfitta”. Per due anni e mezzo ha beneficiato del reddito di cittadinanza: dal 2020 fino a ottobre del 2022, quando è scattata prima la sospensione e poi la revoca. Non solo. Attende dall’Inps la lettera con la richiesta di restituzione di tutte le somme percepite, circa 14mila euro. “È questione di tempo – dice – perché il mio è solo l’ultimo caso e si sa che va così”. Già, perché negli ultimi mesi le richieste di restituzione del reddito di cittadinanza in Sicilia, come nel resto d’Italia, stanno fioccando. Soprattutto tra i giovani under 26. A Mattia, come a molti altri, viene contestata la mancanza di un requisito al momento della domanda: non avere dimostrato di avere avuto un reddito minimo sufficiente per potersi permettere di vivere da solo.

Aumento richieste restituzione rdc

“Si chiedeva a questi giovani al di sotto dei 26 anni paradossalmente di avere un minimo di reddito per dimostrare di essere fuori dal nucleo famigliare”, spiega Federico Galletta, avvocato civilista e storico attivista dell’associazione Officina Rebelde. Cosa che, per esempio, Mattia non avrebbe potuto spiegare visto che prima del reddito lavorava in nero come cameriere e barista. Secondo Galletta e altri avvocati sia civilisti che penalisti, da dicembre le richieste di restituzione da parte dell’Inps sono aumentate in maniera importante.

I paletti della legge

“Dal mio punto di vista – continua Galletta – si tratta di un atteggiamento persecutorio e vendicativo delle istituzioni”. Non solo under 26, naturalmente. Ci sono beneficiari che non avevano dichiarato di avere pregiudicati nel nucleo famigliare, o che hanno cambiato residenza e hanno omesso di dirlo. La casistica è varia e in mezzo c’è anche chi prova a truffare. Molti però dell’esistenza di determinati requisiti neanche sapevano l’esistenza. “Tante domande – sottolinea Galletta – sono state fatte durante la pandemia, presso Caf e patronati che sono stati spesso superficiali e non hanno fatto presente ai futuri percettori tutti i paletti contenuti dalla legge”.

L’occhio della GdF

I dati forniti dall’Inps a livello nazionale confermano la percezione dei legali sull’aumento delle richieste di restituzione. Nei primi sei mesi del 2023 sono state oltre 60mila, il triplo rispetto allo stesso periodo nei due anni precedenti (nel 2021 erano state poco meno di 20mila e nel 2022 circa 17mila). Non sono disponibili dati siciliani, ma dall’istituto sottolineano che “non sono dissimili da quelli nazionali”. Se qualcuno ci vede una volontà politica punitiva, l’Inps invece evidenzia che l’incremento tra 2022 e 2023 “è derivato dall’ulteriore raffinamento e implementazione dei controlli automatizzati in fase di istruttoria”. Insomma, nei primi mesi del 2023 si sarebbero raccolti i frutti dei lunghi e migliorati controlli sia dell’istituto di previdenza che della Guardia di finanza.

La falla nel sistema

Non solo. “La normativa sul reddito di cittadinanza – spiega l’avvocato penalista Marco Galati – stabilisce che ogniqualvolta l’Inps o altre autorità preposte ai controlli rilevino una violazione sulla richiesta, debbano darne avviso all’autorità giudiziaria”. Questo fa scattare quasi in automatico anche la contestazione di un reato penale. Tuttavia dal punto di vista legale, a favore di Mattia e di altri ex percettori su cui pendono richieste di restituzione di decine di migliaia di euro, si potrebbe essere aperta una falla nel sistema.

Questione controversa

Con la legge di bilancio del 2023, infatti, sono state abrogate le norme del reddito di cittadinanza istituto nel 2019. “Tutte le norme sono state abrogate – sottolinea l’avvocato Galati – anche l’articolo 7 che prevedeva le sanzioni penali”. In teoria quindi dovrebbero decadere anche le contestazioni penali? “La legge di bilancio è entrata in vigore a gennaio – continua Galati – ma relativamente alle nuove norme sul reddito di cittadinanza, prevedeva che gli effetti avrebbero dovuto avere applicazione solo a gennaio 2024”. Dunque quale norma si applica per chi è sotto procedimento penale per avere violato la normativa sul reddito? La questione è controversa, molti avvocati l’hanno già affrontata e si attende la pronuncia della Corte costituzionale.

La pezza

Ma non finisce qui. Cinque mesi dopo la legge di bilancio, il governo Meloni, accorgendosi di avere aperto una falla, prova a mettervi una pezza. “A maggio 2023 – continua l’avocato penalista – il legislatore emana un decreto legge con cui reintroduce le fattispecie abrogate pochi mesi prima. In sostanza ridà vita alle sanzioni penali. Oggi quindi abbiamo una stratificazione normativa e ci sarà da dirimere una questione controversa”.

Tag:

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017