Regione e Libero Consorzio Trapani si spartiscono Archivio di Stato - QdS

Regione e Libero Consorzio Trapani si spartiscono Archivio di Stato

Vito Manca

Regione e Libero Consorzio Trapani si spartiscono Archivio di Stato

giovedì 28 Ottobre 2021

Dopo lo sfratto avvenuto per far spazio ad una struttura per studenti universitari, grazie una convenzione dai due enti l’immobile è stato nuovamente adibito ad archivio ma andrà prima ristrutturato

TRAPANI – La storia riesce, in qualche caso, a prendersi gioco di se stessa. La politica, pure. E anche a fare di più. Accade a Trapani, in pieno Centro Storico. Il sito non è di pregio. Non rimanda ai fasti di una città che si presenta sempre di più come una nobile decaduta. Sono soltanto tre piani, più un terrazzo, che passerebbero inosservati se non avessero una storia da raccontare. Una storia politica dell’Archivio di Stato. A partire dal 1998, la ribalta.

Alla Provincia regionale viene eletta Giulia Adamo, il centrodestra è trionfante. Lei sarà in grado di farsi eleggere anche per un secondo mandato, lasciato a metà per la candidatura e la successiva elezione all’Assemblea regionale siciliana. Ma non è questo il punto. Da presidente s’intestò una battaglia, che divenne una crociata. Quella di sfrattare l’archivio di Stato perché non pagava. Così come si fa con gli inquilini inadempienti. Lettere, controlettere, diffide, ma soprattutto scontro politico. Di quelli pesanti, che portò l’opposizione di centrosinistra in piazza. Meglio, in Via Nunzio Nasi, per una catena umana che simboleggiava il no secco allo sfratto. Ma la presidente Adamo non volle sentire ragioni e andò dritta per la sua strada: sfratto aveva deciso e sfratto fu.

L’Archivio era in attesa di una nuova “casa”, sempre nel centro storico, nell’ex convento di Sant’Anna, la sua attuale sede. I lavori erano in corso. Nessuna mediazione e l’archivio non poté far altro che andar via. In un capannone industriale, a pochi passi dalla linea ferrata, in una parte della città che apre le porte alla sua periferia. Un capannone che oggi è utilizzato da una concessionaria di automobili. Quello dell’Adamo, almeno nelle sue parole, non era uno scontro per lo scontro. Non agiva per partito preso, perché quelli dell’archivio gli stavano antipatici. Pensava invece in grande e voleva realizzare una struttura per gli studenti universitari. Il centrodestra era con lei. Il centrosinistra, invece, non era contrario all’idea ma difendeva l’archivio.

La storia dice, tuttavia, che l’idea dell’Adamo è rimasta tale. I tre piani più terrazzo, nel tempo, sono stati inseriti nei piani di alienazione e valorizzazione degli immobili di proprietà dell’ex Provincia, ora Libero Consorzio. L’immobile è stato stimato: 3.788.811 euro, e messo sul mercato, ma nessuno l’ha acquistato. Da qui una soluzione alternativa: quella di utilizzarlo come archivio. Proprio così. Non è più una proposta, una soluzione da discutere. È una realtà. Anzi, è una convenzione. Quella firmata dalla Regione e dal Libero Consorzio. Si chiama accordo istituzionale e consentirà all’Assessorato regionale alle Infrastrutture di poter archiviare le carte del Genio Civile, che ha gli uffici a pochi passi da Via Nunzio Nasi.

Alla Regione andranno metà del primo piano e tutto il secondo (700 metri quadrati). Il resto sarà utilizzato dall’ex Provincia. Anche in questo caso come archivio. L’immobile dovrà però essere adeguato e ristrutturato. A conti fatti saranno necessari 600 mila euro e saranno a carico della Regione, che potrà recuperarli scorporandoli dal canone d’affitto.

In tutto, 18.200 euro per ogni anno. Nella lista delle cose da fare, un nuovo impianto elettrico ed anticendio, una corposa manutenzione edile e l’acquisto delle scaffalature. Doveva cambiare tutto ed invece non è cambiato nulla. La storia s’è fatta un giro da Monopoli, tornando al via. E la politica, alla fine, è riuscita a smentire se stessa. Capita.

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