Regione, fare meglio e di più con meno - QdS

Regione, fare meglio e di più con meno

Carlo Alberto Tregua

Regione, fare meglio e di più con meno

giovedì 11 Febbraio 2021

Bilancio 2021 verso gli investimenti

Il Presidente della Regione ha più volte comunicato pubblicamente che i sette decimi dei dipendenti regionali sono inutili. Dal che ci saremmo aspettati una stretta, una profonda riorganizzazione, la stesura ex novo della pianta organica conseguente agli obiettivi e quindi un sistema premio-sanzionatorio nei confronti di tutto il personale, dirigenti, funzionari e dipendenti, coerente con il ribaltamento della mentalità attuale di nullafacenti, per farli diventare attivi. Una riforma del personale basata su quattro valori cardini: merito, responsabilità, produttività, efficienza.
Ovviamente la riforma della burocrazia regionale non può essere affidata esclusivamente agli stessi dirigenti, perché al tacchino non piace il Natale ed anche perché cane non mangia cane. La riforma della burocrazia regionale è assolutamente indispensabile ed improcrastinabile se in questi ultimi venti mesi di legislatura il Presidente Musumeci intende dare una vera svolta all’economia della nostra Isola, per trasformarla in una fucina di attività.

È indispensabile ed urgente che l’attuale mentalità venga ribaltata e con essa l’intera linea politica: da assistenziale ad economica. Sulla materia vi è un libro illuminante, scritto da Marco Vitale “Il Sud esiste”, che invito a leggere.
In sostanza ed in breve, la nuova linea di politica economica della Regione dovrebbe essere conseguente a questo modo di agire: “Fare di più e meglio con meno”.
Occorre, dunque, che la nuova organizzazione della burocrazia regionale venga effettuata da soggetti esterni e non tutti nazionali. Vi sono apposite società internazionali che si occupano di formulare un’organizzazione efficiente che consegua risultati di quantità e qualità idonei alle risorse umane e finanziarie preposte a raggiungerli.
In questo quadro, stonano due fatti inconfutabili: il primo riguarda la somma che la Regione ha stanziato nell’esercizio finanziario 2020 per le indennità di risultato 2019 destinate al personale: 7,5 milioni. Si dirà che essi sono stati meritevoli perché hanno prodotto buoni risultati. Peccato che tali risultati non vi siano stati e che quindi tali premi non dovevano essere corrisposti.
Il secondo fatto che stona riguarda il rinnovo del contratto dei dipendenti regionali, i quali beneficieranno di un incremento mensile medio di ben novanta euro lorde. Ora, non si capisce in base a quale criterio tale aumento sia stato dato, anche valutando il fatto che in questo periodo non vi è stata praticamente inflazione, mentre gli obiettivi del lavoro che ognuno avrebbe dovuto conseguire sono stati del tutto fumosi ed evanescenti, per cui non è stata misurata la produttività di ogni persona che lavora alla Regione.
Se poi pensiamo che lo stesso giorno, fra le parti datoriali ed il sindacato del settore privato, è stato firmato un contratto quadriennale con un aumento medio di meno di 30 euro mensili, si capisce come la Regione abbia allargato la borsa, senza avere risorse e senza avere misurato effettivamente il merito.
Tutto questo non funziona più, soprattutto dopo la mazzata dell’epidemia, che ha ridotto in mutande la maggioranza dei siciliani, i quali in grande quantità soffrono la miseria più nera non essendovi lavoro produttivo.

In questi giorni la Giunta regionale ha faticosamente varato la bozza della legge di bilancio 2021, con due mesi di ritardo rispetto al termine ordinario che è il 31 dicembre di ogni anno. Ora l’Ars dovrebbe approvarla.
Dopo il pateracchio combinato ed il rigetto ignominioso da parte della Corte dei conti del Rendiconto 2019, la legge del 2021 dovrebbe avere in sé una profonda virata, per passare dalla spesa cattiva a quella buona. Lo scriviamo da decenni: la spesa cattiva è quella corrente, quella buona va verso gli investimenti che producono ricchezza ed occupazione.
Il bilancio della Regione è di circa quindici miliardi, ha in sé notevoli risorse per gli investimenti, ma la carenza di entrate, la mentalità assistenziale, la voglia di accontentare tutti, ha prodotto il fermo della ruota economica che sta distruggendo i ceti medi e creando il disastro fra tutti i siciliani non abbienti.
È ora di cambiare registro. Siamo convinti che il Presidente Musumeci abbia i requisiti e le qualità per poterlo fare.
Ebbene, lo faccia. I siciliani lo ringrazieranno anche, eventualmente, con la nuova elezione.

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