Regione, riequilibrio rappresentanza di genere in discussione all'Ars - QdS

Regione, riequilibrio rappresentanza di genere in discussione all’Ars

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Regione, riequilibrio rappresentanza di genere in discussione all’Ars

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martedì 06 Luglio 2021

L'argomento è all'ordine del giorno della riunione in commissione Affari istituzionali all’Assemblea regionale Siciliana, prevista per domani alle 12. Obiettivo: trovare una sintesi di 4 ddl sul tema.

Domani a Palazzo dei Normanni potrebbe essere discusso il tema del riequilibrio della rappresentanza di genere negli organi elettivi ed amministrativi degli enti territoriali della Regione siciliana e negli enti e società soggetti al controllo pubblico.

L’argomento è stato infatti messo all’ordine del giorno della riunione in commissione Affari istituzionali all’Assemblea regionale Siciliana, prevista per le 12.

La commissione dovrà trovare una sintesi tra 4 ddl: il 548 presentato dal Pd, il 999 di Italia Viva, il 942 di Forza Italia (prima firmataria Marianna Caronia) e il 952 del gruppo Misto.

Anche Stefano Pellegrino di Forza Italia, presidente della commissione di merito, aveva presentato un ddl (n. 178) nel 2018, ma contattato dal Quotidiano di Sicilia qualche giorno fa, ha detto detto di averlo lasciato accantonato per evitare una specie di conflitto di interessi, anche in ordine alla carica che attualmente ricopre.

Esaminiamo
nel dettaglio cosa vogliono i diversi ddl:

Il n. 548 “Disposizioni per il riequilibrio della rappresentanza di genere negli organi elettivi ed amministrativi degli enti territoriali della Regione siciliana e negli enti e società soggetti al controllo pubblico”, firmato da tutti i componenti del gruppo Pd all’Ars spiega che la Sicilia, con la l.r.8/2013, ha introdotto la doppia preferenza di genere nelle elezioni dei consigli comunali, mentre nella disciplina per le elezioni dell’Assemblea regionale manca la norma che allinei la regione al resto d’Italia.

Questo ddl propone di colmare le lacune legislative in tema di garanzia di presenza femminile, non solo inserendo la doppia preferenza di genere anche in caso di elezioni regionali ma intervenendo in modo deciso anche a livello di organi di governo di tutti gli enti territoriali (giunta regionale, giunta comunale) e disponendo il riequilibrio di genere anche in tutti gli enti, istituti, società comunque gravitanti nell’orbita pubblica.

Il n. 942 “Modifiche alla legge regionale del 20 marzo 1951, n. 29, inserimento della doppia preferenza di genere per l’elezione dei Deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana” è a firma di due deputate regionali di Forza Italia: Marianna Caronia e Daniela Ternullo e prevede misure atte a favorire una maggiore presenza femminile in politica rendendo effettiva la regola costituzionale dell’eguaglianza tra i sessi nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive e il ruolo delle Regioni nella promozione della parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive è fondamentale.

Nel ddl viene citato il parere della Corte Costituzionale in cui si rileva che il quadro normativo, costituzionale e statutario è ispirato al principio della parità tra i due sessi nella rappresentanza politica, nazionale e regionale, nello spirito dell’articolo 3 secondo comma della Costituzione, che impone alla Repubblica la rimozione di tutti gli ostacoli che di fatto impediscono una piena partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica del Paese. Secondo la Corte, la regola della doppia preferenza introduce una facoltà aggiuntiva allargando le possibili scelte elettorali, risultato che avrebbe origine da una libera scelta degli elettori e non un effetto della legge. “L’elettore – viene scritto nella relazione del disegno di legge – può decidere di non avvalersi di questa ulteriore possibilità, che gli viene data in aggiunta al regime ormai generalizzato della preferenza unica, e scegliere indifferentemente un candidato di genere maschile o femminile”.

Il ddl n. 952 è a firma di Claudio Fava (Cento passi) con cui viene sottolineato come appare necessario, e non rimandabile, l’adeguamento della normativa elettorale per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana introducendo, anche nella legge elettorale per l’elezione dei deputati e delle deputate, lo strumento della preferenza di genere. Anche al fine di armonizzare le modalità di espressione del voto qualora sia possibile esprimere il voto di preferenza.

Il ddl n. 999 è a firma di Italia Viva si rifà all’articolo 51 della Costituzione che nel ribadire il principio di parità nell’accesso fra uomini e donne agli uffici pubblici ed alle cariche pubbliche elettive, ha prefigurato l’adozione di appositi provvedimenti per garantire di tale previsione. Il documento propone quindi nell’ambito delle prerogative legislative riconosciute dallo Statuto di introdurre la preferenza di genere, in forma analoga a quanto già previsto per l’elezione dei consigli comunali. Viene proposto quindi di modificare l’articolo 3 della legge regionale 29 del 1951 prevedendo che l’elettore possa indicare fino a due voti di preferenza per i candidati nelle liste provinciali.

In commissione Affari Istituzionali domani si dovrà trovare una sintesi per “fondere” tutti questi documenti in un unico disegno di legge che una volta esitato, giungerà in Aula per la sua definitiva approvazione.

L’esito peraltro non è scontato poiché si tratta di un argomento estremamente dibattuto e che ha provocato spesso polemiche tra le forze politiche, divise tra l’opinione che una legge a favore della rappresentanza femminile sia una forzatura che rischia di sottostimare la capacità delle donne in politica, e l’idea che invece sostiene esattamente in contrario, per aprire strade troppo spesso riservate al solo genere maschile. 

Raffaella Pessina

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