Dalla Regione rassicurazioni sulle dighe dell’area nissena - QdS

Dalla Regione rassicurazioni sulle dighe dell’area nissena

redazione

Dalla Regione rassicurazioni sulle dighe dell’area nissena

sabato 02 Aprile 2022

Gli invasi Cimia e Comunelli saranno i primi a essere interessati dalle operazioni di sfangamento annunciate dal Governo Musumeci. Un risultato importante per un comparto che da tempo attende risposto

CALTANISSETTA – La situazione delle dighe Cimia, Comunelli e Disueri è stata al centro di un tavolo tecnico presieduto dalla Prefettura e convocato anche su sollecitazione del sindaco di Gela, Lucio Greco. Per il Comune di Gela era presente il primo cittadino, mentre in collegamento hanno preso parte al vertice anche Francesco Giustolisi, in rappresentanza del Dipartimento regionale dell’Acqua e dei Rifiuti, Gerlando Ginex, responsabile del servizio di Gestione, Programmazione ed Esecuzione degli interventi sulle dighe per il Consorzio di bonifica e rappresentanti dei Comuni di Butera, Mazzarino e Niscemi.

Il prefetto, Chiara Armenia, ha parlato di un sistema di gestione che va assolutamente rivisto, soprattutto alla luce della bella stagione ormai imminente che lascia presagire un nuovo scenario caratterizzato da siccità, con conseguente crisi del comparto agricolo. Come emerso dal vertice, occorre dare priorità allo sfangamento degli invasi, in modo che possano accumulare tutta l’acqua possibile da riversare poi sui campi. Per gli intervenuti, sversare acqua in mare per scongiurare situazioni di pericolo non è più tollerabile.

“Nel corso dell’incontro – ha detto il sindaco di Gela, Lucio Greco – il Consorzio ci ha spiegato che i piani di gestione delle dighe sono già stati presentati e che si attende il rilascio dei pareri da parte dell’Autorità di bacino. La Prefettura, in questa fase, si è detta pronta a sollecitare il ministero competente, al fine di superare gli intoppi burocratici ed evitare che la piana di Gela si svuoti e che le aziende chiudano. Sarebbe da irresponsabili non prestare la massima attenzione a questo grave problema. Stiamo parlando del settore che dà occupazione alla maggior parte della popolazione locale e che, in questa fase post industriale, rappresenta il futuro”.

“L’emergenza dighe – ha affermato il primo cittadino gelese – non nasce ieri. La denunciamo da tempo, ma purtroppo ancora non ci sono risposte in merito alle manutenzioni ordinarie e straordinarie. Noi continuiamo a sollecitarle, per superare le criticità e ridare ossigeno all’intero comparto”.

Le risposte, da parte del Governo regionale, sono arrivate dopo qualche giorno, con il presidente della Regione, Nello Musumeci, che ha annunciato un Piano per liberare gli invasi di propria competenza dai sedimenti che in oltre mezzo secolo si sono depositati al loro interno, provocando una sempre più accentuata diminuzione della capacità di accumulo. Il segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro, ha già tenuto una riunione con gli enti gestori delle dighe Cimia e Comunelli per approvare i progetti che prevedono le operazioni di sfangamento.

“Cominciamo da qui – ha detto Musumeci – per poi coinvolgere tutte le altre 21 dighe dell’Isola su cui abbiamo un controllo diretto. In alcuni casi la massa di detriti, che mai nessuno ha provveduto a rimuovere per decenni, le ha quasi totalmente interrite facendo perdere fino all’80 per cento delle risorse. Quantità d’acqua preziose che, di conseguenza, sono state negate a città e campagne. L’obiettivo è quello di rendere tutti gli invasi efficienti al massimo delle loro potenzialità, in modo da coprire stabilmente l’intero fabbisogno potabile e irriguo”.

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