Resto al Sud, dai requisiti al business plan, come accedere ai fondi - QdS

Resto al Sud, dai requisiti al business plan, come accedere ai fondi

Lidia Sicurella

Resto al Sud, dai requisiti al business plan, come accedere ai fondi

venerdì 20 Novembre 2020

Incentivo di natura economica finalizzato alla nascita di nuove imprese o start-up. Copre fino al 100% delle spese con finanziamento massimo di sessantamila euro

ROMA – I finanziamenti a fondo perduto assumono oggi un valore ancor più importante. In un tessuto sociale dilaniato da crisi economica, divario sociale e pandemia, conoscere le agevolazioni finanziarie offerte dallo Stato e dalla Comunità europea, assume un valore fondamentale.
Una tra le principali culle di finanziamenti agevolati è Invitalia, l’agenzia Nazionale del ministero dell’Economia, la quale gestisce incentivi di natura economica finalizzati alla nascita di nuove imprese e di start up.

Il compito principale dell’istituto è quello di incentivare lo sviluppo dell’autoimprenditorialità e lo sviluppo dell’occupazione in Italia, con un focus su giovani, donne e Sud Italia.
Tra i progetti che promuovono le iniziative di giovani imprenditori meridionali si annovera Resto al Sud, misura volta ad incentivare la nascita di nuove idee imprenditoriali e professionali nei territori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria).

Il progetto in cui sono stanziati fondi per ammontare pari a 1 miliardo e 250 milioni di euro, finanzia molteplici attività produttive tra le quali la fornitura di servizi alle imprese e alle persone, il turismo e le attività libero professionali. Il primo requisito individua l’età anagrafica dei destinatari, compresa tra i 18 e i 46 anni non compiuti. Oltre al requisito anagrafico è necessario che i richiedenti, al momento della presentazione della domanda, non siano già titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21/06/2017, non abbiano un lavoro a tempo indeterminato, non abbiano ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio residenti nelle regioni o comuni designati ed infine che l’impresa abbia sede legale nelle suddette aree.

Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 60.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci. Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono erogate, in prima istanza, per un importo pari al 50% tramite il finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI i cui interessi sono a carico di Invitalia mentre, la restante parte erogata come contributo a fondo perduto.

Al termine della realizzazione del progetto le imprese, al fine di sostentare il capitale circolante commerciale, possono ottenere un ulteriore contributo a fondo perduto pari a 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale, fino a 10.000 euro per ciascun socio e fino a un massimo di 40.000 euro, per le società.

I fondi devono essere impiegati in percentuali prestabilite dal bando e pertanto è necessario valutare attentamente le modalità con cui investire. Le spese ammissibili possono concernere a puro scopo esemplificativo la ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili, l’acquisto ex novo di macchinari impianti ed attrezzature, programmi informatici ad impatto tecnologico e le spese di gestione quali materie prime, utenze, canoni di locazione.

Le domande a cui allegare un business plan debitamente compilato, possono essere presentate esclusivamente online, attraverso la piattaforma web di Invitalia.
La valutazione delle domande avviene in ordine cronologico di arrivo ed entro e non oltre 60 giorni dalla data di presentazione. Non sono previsti bandi, graduatorie o scadenze.
Nonostante la convenienza del progetto è doveroso sottolineare come la misura finanzi solo una porzione delle spese derivanti dalla creazione di un’impresa e, pertanto, è necessario tener conto di un ulteriore esborso economico che sarà a carico dell’imprenditore.
Qualsivoglia forma di incentivo presume un forte spirito imprenditoriale che parte dal singolo individuo. Nulla di dato o precostituito certo, ma un impulso che nasce da dentro indotto dalla voglia di nascere o rinascere. Se si possiede la spinta propulsiva verso il mondo dell’imprenditoria è utile conoscere gli strumenti messi a disposizione e continuare a credere nella possibilità di fare impresa al Sud, in modo forte, solido e competitivo.

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Un commento

  1. Gerardo ha detto:

    Peccato che ormai per poter ottenere il finanziamento bisogna essere economisti, ingegneri, manager di un certo livello. Viene richiesta esperienza manageriale per chi vuole aprire anche un piccolo ristorante, anche se ha lavorato per 10 anni in uno di questi, viene richiesta un’analisi dei concorrenti con punti di forza e debolezza, delle abitudini al consumo dei clienti, e altre varie dinamiche. Tutto questo senza poter ricorrere al supporto di professionisti in quanto le spese non sono finanziate, ma anche perchè a detta dell’AD di Invitalia Arcuri questo è un bando che una persona può presentare da solo senza iuti esterni e senza dare soldi a consulenti ladri. Provate a presentare il bando da soli vediamo se lo finzanziano. Non capisco pechè non viene valutato come detto nell’articolo la voglia di fare impresa e di restare al sud. Chissà se qualcuno sa la risposta

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